“Sarà come l'estate sui gradini della chiesa”
SAN SALVO | Sono stati celebrati stamattina, a partire dalle 10,30, i funerali di Giuliana Di Falco, consulente del lavoro e storica dirigente della locale Azione cattolica della Parrocchia di San Nicola.
La celebrazione ha avuto luogo nella Cattedrale di San Giuseppe (anche perché la Chiesa di San Nicola è chiusa per i noti problemi di cui ci siamo occupati nei giorni scorsi). E’ stata presieduta da Mons. Pietro Santoro, vescovo dei Marsi e parroco a San Salvo per oltre trent’ anni, concelebrata dai parroci don Raimondo Artese, don Gianfranco Travaglini, don Simone Calabria, assistiti dal diacono Antonio De Luca, “uno dei ragazzi di San Nicola”, come Raimondo Pascale, Sergio Di Ninni, Rocchino Bucci, Fabrizio Ciurlia e Corrado De Leonardis, che hanno simbolicamente portato la bara “a spalle” fuori dalla Chiesa, mentre un coro delicato intonava: “Prendimi per mano Dio mio...guidami nel mondo a modo tuo… la strada è tanto lunga e tanto dura, però con te nel cuor non ho paura”. Altrettanto delicatamente, il vescovo celebrante aveva appena parlato della prima tenda posta da giovane parroco, rimembrando che, quando a Giuliana non è stata possibile andare alla GMG (Giornata mondiale della Gioventù) di Cracovia, ha offerto la sua quota per un giovane che non aveva risorse per partecipare.
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Per chi scrive, il momento più toccante è stato quando Stefania Ciocca ha ricordato la sua grande amica, rivelando che solo qualche giorno fa, dopo aver sopportato cristianamente la straziante malattia, le aveva chiesto: “Come sarà ?” Ed era toccato, proprio a Stefania dire a Giuliana: “Sarà come d’estate sui gradini della Chiesa…”. I cristiani credono alla vita dopo la morte ed immaginano il Paradiso come uno spazio eterno ed uno stato d’animo lieto, gioioso, condiviso, felice, lontano da ogni dolore e da ogni miseria umana. Per paragonare il Paradiso a quei gradini, è probabile che Giuliana ed i ragazzi di San Nicola su quei gradini abbiano trascorso ore liete, gioiose, di condivisione e felicità, lontane dalle miserie umane, che danno dolore, invidie, pettegolezzi e scontri. Per questo la stessa Stefania aveva parlato di parrocchia come famiglia, con don Piero seduto al centro di quei gradini. E forse per questa stessa ragione la foto di Eugenio Di Petta diventata on line il simbolo della sua dipartita è stata quella di lui sorridente su un campo di grano, immagine anch’ esso di lietezza e bellezza gioiosa del creato, ancor più supportata dai campi scout che sono lieti come “i gradini della Chiesa di San Nicola”. Per la stessa ragione, Raimondo Pascale, cinque anni fa, aveva parlato di Maria Giulia Moretta come di bionda, solare e sorridente.
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Chi trascorre la vita nei gruppi cristiani crede alla vita oltre la morte e la immagina gioiosa. Ma ciò lo aiuta a trascorrere anche la vita terrena gioiosamente, forse perché quel tipo di “famiglia parrocchiale” dà conforto nei momenti di dolore, dà forza nel trapasso e soprattutto toglie la paura della morte. La quale mette fine a ciò che si conosce e spaventa non foss’altro perché apre le porte verso l’ignoto. Per questo i giovani cristiani cantano: “Prendimi per mano Dio mio...guidami nel mondo a modo tuo… la strada è tanto lunga e tanto dura, però con te nel cuor non ho paura”. Avere Dio nel cuore toglie loro la paura, la paura del buio, della morte, dell’ignoto. E li fa vivere in una vita sostanzialmente più serena, perché condivisa fondamentalmente con chi ha lo stesso idem sentire, che dà una lietezza quasi anticipatoria rispetto a quella che si troverà dopo. Ed ecco perché quando muoiono uomini o donne impegnati nelle parrocchie, anche chi ha un percorso biografico diverso resta colpito dall’affetto che hanno condiviso, dalle relazioni che hanno maturato in vita e dalle testimonianze che lasciano. E che diventano esempi positivi. Questa città è orgogliosa dei gradini della Chiesa, su cui insieme a Maria Giulia e a Giuliana ora siede anche Eugenio, anche se il suo impegno l’aveva maturato in un’ altra parrocchia. Ma –come è noto- il Paradiso è uno spazio condiviso.
Ods