Se anche il sindaco è contro il medieval clientelismo …
SAN SALVO | Non è passato inosservata, almeno a me, il seguente post del sindaco di San Salvo: “Ma possibile che ancora una volta l'Ospedale di Vasto viene usato per la campagna elettorale???? Possibile che ancora esistono
persone che credono alla promessa di diventare primari ed altre che sperano di venire accontentate per aver indotto qualcuno ad una candidatura? Questo e' medioevo. Battetevi e fate 10, 100 , 1000 telefonate perché si apra l'emodinamica, PERCHÉ IL REPARTO DI OSTETRICIA ABBIA SALE ADEGUATE, PERCHÉ' Non si perdano reparti, PERCHÉ' ci siano esperti che facciano le radiografie, PERCHE' vediate sorgere il nuovo ospedale......NON PER RECLUTARE CANDIDATI tra gli infermieri e tra aspiranti primari. Il nostro Paese cambierà' mai????????”.
Un post condivisibilissimo, non c’è che dire, per il quale il sindaco ha ricevuto un secco “bravissimo” nientemeno che da Agostino Monteferrante. Ed un post che ha ispirato anche questo editoriale, in uno che, come me, ripudia da sempre il clientelismo come metodo per ottenere il consenso politico. Il sindaco ha parlato di Medioevo giustamente, perché il clientelismo nasce proprio nel Medioevo, allorquando non si era cittadini e si cercava protezione nel Signore locale. Il quale dava protezione, in cambio della lealtà. La qual cosa veniva addirittura celebrata in un rito (il congiungimento delle mani) e normata dalla legge del tempo (il vassallatico). Tale pratica, che di fatto impediva l’uguaglianza tra gli uomini, si sarebbe dovuta superare con la Rivoluzione francese, che avrebbe dovuto renderci cittadini dotati di diritti e non bisognosi di favori. Si sa, però, che nonostante l’esportazione dei principi rivoluzionari sulla punta delle spade napoleoniche, in Italia i principi di cittadinanza ed uguaglianza non si sono mai affermati del tutto, anche perché i potenti hanno continuato ad offrire protezione ai poveri (di soldi o di cultura). Mentre i poveri hanno continuato ad offrire il proprio voto (o le proprie candidature) in cambio dei favori e delle raccomandazioni, attraverso quella becera pratica, definita clientelismo politico. Con la quale i politici azionano la macchina pubblica (ospedali compresi) per avere i voti. Si tratta di una pratica assurda, incivile, antistorica ed antimeritocratica, che i giovani oramai, perché scolarizzati e moderni non comprendono e che li porta a votare contro le forze di governo e per le forze antisistemiche. Per questo, è giusto che un sindaco di una media cittadina, peraltro in campagna elettorale, s’indigni contro le pratiche clientelari ed è altrettanto giusto che lo stesso sindaco la definisca medioevale, finendo per chiedersi se il nostro Paese cambierà mai.
*****
Può il nostro sindaco giurare di non aver mai praticato il clientelismo politico ? Può escludere di aver usato le sue cariche pubbliche per far assumere amici, parenti ed elettori ? Poiché non siamo nati ieri, comprendiamo che nessun sindaco possa dire di non aver mai praticato il clientelismo, perché “presto o tardi sarebbe smentito dai fatti”. Tuttavia, visto che questa è una campagna elettorale alquanto strana, poiché non ci sono molti candidati – raccomandati (tranne quelli per i quali il sindaco ha protestato via facebook…), visto che alla mia prima intervista Osvaldo Menna si è impegnato a non fare promesse clientelari, visto che altrettanto ha fatto Angelo Angelucci negli ultimi “venti minuti con un candidato”, visto che Tiziana Magnacca è così indignata per il clientelismo ospedaliero, vorrei fare una proposta concreta. Possono candidati alle cariche di sindaco e di consiglieri comunali dichiarare solennemente davanti ad una qualsiasi telecamera: “Io mi impegno a non fare clientelismo durante queste elezioni comunali ?” Se lo faranno, potremo cambiare in meglio almeno il nostro paese, se non il Paese…ma la vedo dura.
Ods