Editoriali

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Pannella: il leader restato bastian contrario

ROMA | Abbiamo detto, in tante occasioni, ovviamente con semplificazione (forse eccessiva), che i gruppi sono fondati su leader, gregari e bastiancontrari. Generalmente i gruppi, per loro coesione

interna, espellono i bastiancontrari. Oppure questi ultimi, soprattutto nelle alternanze politiche, diventano leader e come tali cominciano a ragionare, una volta entrati nel nuovo ruolo.
Marco Pannella, nel gruppo Italia, non è stato mai un gregario. Ma non è stato neanche sempre e solo un bastiancontrario. E non è neanche diventato leader di governo con una maggioranza elettorale. Eppure è stato un leader, un leader bastiancontrario. Potrebbe sembrare un ossimoro, ma non lo è.
Pannella è stato bastiancontrario e questo tutti lo sanno, ma lo è stato da leader, perché la sua passione, serietà, dedizione e coerenza hanno fatto diventare tante sue battaglie leggi dello Stato e comunque costume degli italiani. E’ stato un divorzista ed abortista ante litteram. Oggi il divorzio lo fanno tutti, compresi i leader cattolico-matrimonialisti e l’aborto clandestino, grazie alle sue battaglie ed alla legge 194, è scomparso. Ha posto il problema delle droghe leggere e per questo è finito in carcere. Ha posto il problema del regime carcerario. Ha posto il problema della giustizia giusta, del fine vita, della parità dei diritti omosessuali, ha lottato prima e più di altri contro quello che lui chiamava il regime partitocratico. Lo ha fatto urlando e digiunando, candidando Cicciolina, Enzo Tortora e Tony Negri, chiamando i brigatisti “compagni che sbagliano”, provocando e fumando hascisc in diretta televisiva. Era un provocatore nato, ma temuto e rispettato dai potenti.
Era il capo dei radicali che aveva fondato ed anche il leader di un’ Italia laica, non bacchettona e non avvezza alle clientele medioevali ed ai moralisti d’antan. Non è mai andato al Governo, neanche quando Craxi l’avrebbe voluto sottosegretario ai problemi della fame del mondo e poi gli fu preferito Francesco Forte, mentre Andreotti diceva: “Per risolvere la fame nel mondo, basta insegnare agli africani a digiunare…come fa Pannella”.
Marco Pannella non è mai andato al Governo, ma è stato comunque un grande leader, capace di cambiare il Paese con le sue battaglie, con le continue provocazioni, con le amicizie trasversali, coi digiuni e le dirette a Radio radicale. Lui ha reso l’ Italia più giusta e più moderna, ma ha preso anche un sacco di cantonate, per esempio quando ha riunito i parlamentari alle sette del mattino ed ha fatto eleggere Oscar Scalfaro alla Presidenza della Repubblica. Personalmente molte sue battaglie non le ho condivise, ma non c’è dubbio che lascia un’eredità immensa di passione politica e di valori laici, che ciascuno di noi farebbe bene a rivedersi in questi momenti di lutto per una perdita, che è la perdita di un Grande Italiano del Novecento, peraltro nato in Abruzzo. Grazie Marco !

Ods