Editoriali

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Lentella – un metodo di lavoro

LENTELLA | Ci sarà sabato 25 giugno l’insediamento del nuovo Consiglio comunale di Lentella eletto con le elezioni di dieci giorni fa. Dopo la seduta solenne in cui il sindaco

Carlo Moro giurerà per la terza volta fedeltà alla Repubblica, alla Costituzione ed alle leggi ci sarà una festa aperta a tutti, mentre una festicciola c’è già stata sabato scorso nella sede del Pd. Durante la quale iscritti e simpatizzanti (come si sarebbe detto) sono stati assieme con le rispettive famiglie per mangiare un piatto di pasta, allietati dal suono della fisarmonica. La serata doveva essere (ed è stata) leggera, conviviale, utile a scaricare le tensioni accumulate in una insidiosa campagna elettorale. Ma non ci sono sfuggiti tre concetti espressi dal segretario sezionale, dal sindaco e dal capogruppo uscente. La Bardeglinu ha detto: “E’ compagno chi è iscritto al partito”, volendo dire “Chi è uscito non può raccontare di essere del Pd”. Carlo Moro ha detto: “Eravamo certi di questo risultato, anche se abbiamo lavorato come se non lo fossimo stati”. E del resto, con il vento dell’antipolitica non si può sottovalutare ciò che si muove in giro. Infine, Alessio Bevilacqua ha detto: “Abbiamo avuto questo risultato, perché stiamo qua dove abbiamo appreso questo metodo di lavoro”. “Qua” significa la sede del Pd. La festicciola si è svolta lì. Ovvero in quella che fu la sede del Pci, nella quale campeggia la lapide che ricorda i morti del ’50, in cui si sono formati i padri e le madri di questi ragazzi secondo il richiamato metodo di lavoro, cui si è riferito Bevilacqua. Tutti e tre i concetti espressi da Bardeglinu, Moro e Bevilacqua sono figli di quel metodo ed a quel metodo riportano. Con quel “compagno chi sta qui” (per compagno – termine oggi in disuso – evidentemente il segretario voleva intendere un appartenente al partito), con quel “sicuri del risultato” (ovvero conoscenza dei movimenti elettorali) e con il riferimento al “metodo di lavoro”, i tre dirigenti hanno voluto esprimere fondamentalmente lo stesso concetto: “facciamo parte di un collettivo politico”. Che è tale se “sa definire chi c’è e chi non c’è”, se conosce “come pensa e cosa vota la gente”, se – cosa più importante – ha un metodo di lavoro”, che appunto è l’alfa e l’omega del collettivo stesso, perché sa chi c’è e come si deve comportare. La coesione del collettivo è data fondamentalmente dal rispetto delle regole interne, che consacrano una leadership collettiva, in cui il leader è primus inter pare e coloro che lo affiancano per decidere assieme. Se le decisioni si prendono assieme un altro membro del gruppo che voglia insediare la leadership (come spesso accade) di certo non può accampare l’antidemocraticità del capo, per cui sarà costretto a dire “voglio essere io il primo” e nel collettivo vero l’ambizione personale ovvero l’emersione a scapito di altri viene vista male e sanzionata con l’emarginazione o addirittura l’espulsione. Perché, dunque, il collettivo di Lentella tiene diversamente da ciò che accade in altre micro comunità o anche in cittadine più grandi ? Perché è basato su un metodo di lavoro condiviso da una squadra, che è fatta da più soggetti che si riuniscono in Comune per risolvere problemi amministrativi. Ma, quando questi diventano problemi politici più grandi, si riuniscono in sezione, col direttivo e con gli iscritti per cercare la soluzione o almeno sentire cosa pensa la maggioranza. E in sezione trovano anziani signori (poco scolarizzati rispetto agli amministratori diplomati e laureati) che, tuttavia, detengono una lunga esperienza politica da mettere a disposizione per la soluzione dei problemi, ma avendo ascoltato ciò che emerge dal vissuto popolare. Questo metodo di lavoro non è utile solo al partito che lo pratica, ma a tutta la comunità. Infatti va dato atto alla parte lentellese che si è presentata ed ha perso di non aver creato alcun problema la sera dello spoglio elettorale. Durante il quale o alla fine del quale, quando la squadra del nuovo leader dell’opposizione, William Turilli, ha compreso di aver perso, si è ritirata, lasciando che i vincenti festeggiassero, dimostrando in tal modo che la coesione sociale della comunità sta al primo posto.

                                                                                                                      Ods