Chiude il caffè Gambrinus a Napoli
Nel 2019 sono stati uccisi 59 giornalisti
Secondo un rapporto dell’Unesco, sono 57 i giornalisti uccisi nel 2019 nel mondo. Di questi, 23 reporter, pari al 40 per cento delle morti totali, sono stati assassinati in America latina e nei paesi caraibici. Nei primi nove mesi di quest’anno i giornalisti uccisi sono invece stati 39.
Entrambi i dati sono in forte diminuzione se confrontati ai 99 reporter uccisi nel 2018 [Rephttp://ilmessaggero.it/" style="box-sizing: border-box; background-color: transparent; color: rgb(30, 115, 190); text-decoration: none;">ilmessaggero.it]
Clamoroso 4)
Numero di referendum su cui gli Stati Uniti sono chiamati a votare oggi: 124.
Oltre al voto sulla presidenza, sulla Camera, su un terzo del Senato, su undici governatori e su cinquemila seggi relativi ai parlamenti locali.
Italo taglia gran parte dei treni
Con il Dpcm che chiude buona parte dei territori e delle attività in Italia Italo ha deciso di fermare la maggior parte della rete ad alta velocità a partire dal 10 novembre. La società, entrata in una crisi a causa della pandemia, ha spiegato che «la situazione che si sta verificando per il trasporto Alta Velocità è identica a quella realizzatasi durante il lockdown di primavera, quando si registrò un crollo della domanda del 99% con gravi ripercussioni sull’intero settore». Italo manterrà due soli treni giornalieri da Roma a Venezia e sei sulla linea Napoli-Milano-Torino. E applicherà la cassa integrazione al personale.
Oggi lo storico caffè Gambrinus, in piazza del Plebiscito a Napoli, non aprirà, a prescindere dalle misure previste da Dpcm o da provvedimenti regionali. «Sono allo stremo delle mie possibilità, con le limitazioni previste non possiamo andare avanti», ha detto Antonio Sergio, «abbiamo messo in cassa integrazione, per la prima volta nella storia del Caffè, 15 dipendenti, ma ce ne sono altri 30 da pagare. Non ce la facciamo».
Gamberoni
«Ieri nel mio torrente, la Greve, dove sono abituali garzette, airone grigio, nutrie e germani, ho avvistato per la prima volta un airone bianco maggiore, lunghe zampe e lunghissimo collo, calmo ed elegante come Roberto Bolle. Si diffondono, pare, al seguito dell’invasione di micidiali gamberoni della Louisiana» [Foglio].
Vecchi
«Esiste attualmente una nuova fase dell’esistenza che io chiamo “autunno indiano” dove non si è più giovani ma nemmeno matusalemme. La senescenza può anche essere estremamente attiva. Dipende dalle scelte dei singoli individui: c’è chi si rinchiude e chi è dinamico, e affronta con spirito nuovo una nuova fase della vita. Noi invece continuiamo ad avere interiorizzato lo stereotipo dell’anziano che si ritira nella sua nicchia. Ma attualmente non è più così, molto potere sta nelle mani di leader politici, scienziati, scrittori, professori e artisti avanti negli anni. Se venissero estromessi si creerebbe un vuoto difficile da colmare».
Perché invece qualcuno continua a bollare le persone in età matura come “improduttive”?
È assurdo. Ho scritto e teorizzato che ci si può addirittura “ritirare dalla pensione”: si dovrebbero riammettere al lavoro, su base volontaria, tutti coloro che non hanno impegni usuranti e desiderano rientrare in quel mondo. In Francia, ma anche in Italia, si stanno richiamando in corsia i medici che per limiti d’età erano stati mandati a casa. Il loro apporto è stimato essenziale. Gli over 60 sono dei protagonisti anche perché sono al centro del mondo dei consumi, sono coloro che spendono di più» [Paul Bruckner a Mirella Serri, Sta].
Bobby Charlton, 83 anni, star del calcio inglese, è demente [Boldrini, Gazzetta dello Sport].
Malinconia
Nell’enciclopedico saggio sulla malinconia di Richard Burton (1577-1640), adesso tradotto da Bompiani, l’elenco di opere e autori citati occupa 87 pagine fitte. «Un’antica arguzia vuole che la labirintica enciclopedia di Burton definisca tutto tranne che la malinconia». Vi si sostiene che tutto può causare malinconia, anche un pasto a base di carne di pavone e cavoli. Ippocrate: «Un buon presagio di fine delle tribolazioni malinconiche è la comparsa di emorroidi e varici».
«Burton invece dice: il malinconico si distragga! È per distrarsi dalla malinconia che Burton ne ha fatto l’anatomia, riscrivendola e ampliandola fino a una sesta edizione uscita postuma. Più modestamente altri potranno darsi ai giochi, alla falconeria, alla palla (Burton però consiglia, maternamente, di farlo senza sudare troppo), o anche solo darsi a una deambulatio per amoena loca» [Bartezzaghi, Rep].
Due referendum sull’aborto
Due dei referendum statali per cui si è votato insieme alle elezioni per il presidente riguardavano il diritto di aborto. In Colorado è stata respinta la Proposition 115, sostenuta dal gruppo anti-abortista Due Date Too Late: avrebbe vietato le interruzioni di gravidanza dopo le 22 settimane di gestazione. In Louisiana, invece, è stata approvata una misura restrittiva. La proposta introduce un emendamento alla Costituzione statale: dice che non esiste alcun diritto costituzionale statale all’aborto e che si dovrebbe impedire ai tribunali di dichiarare incostituzionali le restrizioni a livello statale.
Quattro pugili arrestati a Roma
La Digos di Roma ha arrestato quattro pugili romani, accusati a vario titolo dei reati di sequestro di persona, violenza privata, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Il più noto è Sayanbull, al secolo Alex Refice, 25 anni, cantante di musica trap. Gli altri sono Manuel Parrini, 23 anni, Omar Nguale Llunga, 36anni, e Tiziano Barilotti, 32 anni. Due gli episodi di cui devono rispondere: la violenza e il furto ai danni di due trapper rivali, Sky e Wok, e l’aggressione a un immigrato per strada. «Un calcio alla testa di un ragazzo bangladese. Poi il video caricato sui social network, mentre il giovane è a terra senza sensi. “Nooo Fra… perché? Perché?”, il commento sarcastico del sodale del picchiatore, mentre si riprende con il cellulare. Il filmato che riprende l’aggressione da parte del trapper Sayanbull è ancora su YouTube. Ha girato per sette mesi sulle chat e sui profili Instagram» [Bisbiglia, Fatto].
Lazio smentita sul caso tamponi
Monta il caso tamponi-Lazio su cui la procura della Federcalcio ha aperto un’inchiesta. Dopo lo stop di Immobile, Leiva e Strakosha per la gara di Champions di ieri sera, il club biancoceleste s’era giustificato: «I tamponi Uefa possono essere leggermente differenti dai nostri», con uno screening su tre geni, mentre i laboratori utilizzati dai club di Serie A si riferiscono solo a due. Una versione smentita dal laboratorio che processa i tamponi dei biancocelesti, la Futura Diagnostica di Avellino: «A differenza della stragrande maggioranza dei laboratori noi analizziamo tre geni e non soltanto i due geni classici. Tra questi tre, c’è un gene della famiglia coronavirus che non è però specifico del Covid-19, non è un gene che infetta». Il laboratorio ha poi inchiodato la Lazio alle sue responsabilità: «Abbiamo specificato la positività di questo gene e cosa comporta, poi se far giocare un calciatore o meno non dipende da noi ma dallo staff medico della società in questione».
Le norme emanate dalla Figc l’8 giugno sono piuttosto dure per i furbetti dei protocolli: «In caso di violazione a carico della società responsabile si applicano, a seconda della sua gravità, le sanzioni di cui all’art. 8 che vanno dall’ammenda, alla penalizzazione, alla retrocessione all’ultimo posto fino all’esclusione dal campionato».
Cadaveri
Nessun astronauta è mai morto mentre viaggiava su una navicella (i diciotto che hanno perso la vita finora sono vittime d’incidenti), ma nel caso la Nasa ha previsto una procedura di cremazione, detta Body Back. Si infila la salma in una borsa di GoreTex a tenuta stagna, poi si sistema la borsa nella camera d’equilibrio dello Shuttle. Qui il corpo viene congelato a -270 gradi. Dopo un’ora, un braccio robotico riporta la borsa dentro lo Shuttle e la scuote per quindici minuti, facendo a pezzi il cadavere. I pezzi vengono disidratati e si ottengono così 22 chili di polvere essiccata, che può essere conservata per anni e che una volta tornati a Terra sarà riconsegnata ai familiari [Caitlin Doughty Il mio gatto mi mangerà gli occhi? Saggiatore]
Singapore
Nel 2004 la Singapore Airlines installò sui suoi Airbus A340, in una posizione invisibile ai passeggeri, 500 armadietti per cadaveri, nel caso di decessi capitati durante il volo [ibid].
Infinito
«Non c’è niente di cui abbia maggior bisogno, che capire l’infinito».
Mi sembra un’affermazione forte.
Sento un bisogno particolarmente urgente di comprendere l’infinito perché sono vecchio, e presto sarò morto. Io sarò morto, e questo Io si troverà di fronte o alla non esistenza o a un tipo completamente diverso di esistenza, «trascinato nel corso diurno della Terra, con rocce, pietre e alberi», (William Wordsworth).
Secondo Georg Cantor, ci sono tre tipi di infinito attuale: l’infinito assoluto di Dio, il transfinito concreto del mondo, e il transfinito astratto dei numeri. Lui credeva in tutti e tre, ma notava che ci sono otto possibili combinazioni al riguardo. La sua quale sarebbe?
Non so bene come situarmi nello schema di Cantor, ma nell’ambito della matematica tendo a quello che chiamo una comprensione operativa dell’infinito. Penso che l’infinito sia necessario in matematica, tanto quando i numeri irrazionali: non si potrebbe costruire l’intero edificio senza questo genere di mattoni. Ma il fatto che ciò che chiamiamo “infinito” si inserisca bene nella struttura della matematica, non significa che sappiamo cosa “sia”.
Non possiamo almeno dire che ci sono infiniti numeri? Dato qualunque numero intero, basta fare “più uno” per ottenerne un altro più grande.
Che i numeri interi siano senza fine sembra essere la più semplice dimostrazione che l’infinito “esiste”. Ma se espandiamo questa dimostrazione per provare a realizzarla, ci accorgiamo subito che è tautologica. L’espansione funziona così: «Se tu metti un mattone sul tavolo, io posso metterne un altro sopra. Se tu metti un altro mattone sul mio, io posso metterne un altro sul tuo”. E la cosa non finisce mai. E invece, nel mondo reale, la cosa finisce: ad esempio, quando uno dei due che mettono i mattoni muore. Nell’universo ogni attività, inclusa la posa dei mattoni o l’addizione dei numeri, deve arrivare alla fine, a meno che il tempo sia infinito. Così la tautologia diventa subito evidente».
Questo significa che, nello schema di Cantor, lei accetta il transfinito astratto dei numeri, ma non il transfinito concreto del mondo. Rimane ancora l’infinito assoluto di Dio: lei è credente?
Siamo tutti credenti. Anche coloro che si definiscono “non credenti” credono nell’evidenza dei propri sensi, e rifiutano tutti gli argomenti (alcuni dei quali sono molto cogenti) che i sensi ci possono ingannare. Dubitare di tutto, e mettere in pratica le conseguenze del dubbio universale, porta a uno stato di paralisi. Ma se lei mi chiede se credo in Dio, cioè se credo che Dio esista, la mia risposta è che non so cosa significhi “esista” in questo contesto. Credere che Dio esista, senza sapere cosa significhi “Dio esiste”, significa credere sulla base della fede.
Per lei dunque dio non è intelligibile. E l’universo lo è?
«Verrà un tempo in cui non ci saranno più uomini, e in generale non ci saranno più esseri che incarnano ciò che noi chiamiamo intelligenza, perché l’universo sarà diventato troppo caldo o troppo freddo per loro. Benché io sappia (o creda) che quel tempo verrà, trovo difficile immaginare “come” l’universo sarà allora. I corpi celesti continueranno a obbedire a quelle che noi chiamiamo leggi? Addirittura, ci saranno ancora “cose” distinte, o non rimarrà alcuna distinzione, e tutto sarà un’unica cosa? Come vede, sto ripetendo una vecchia domanda, già formulata dai presocratici».
E che risposta si dà?
Io tendo a credere che a quel tempo l’universo rimarrà ancora intelligibile. Per me questo significa che l’intelligibilità, o l’intelligenza, è intrinseca nell’universo, e che per “esserci” l’universo non potrebbe farne a meno» [John Coetzee a Piergiorgio Odifreddi, Domani].
Federal
L’attuale presidente, che pure ha criticato il numero uno della banca centrale per molto tempo ed in modo aspro, da mesi tace sull’operato della Fed, probabilmente perché apprezza quanto è stato messo in campo dallo scoppio della pandemia. Powell ha espanso notevolmente il bilancio, da 4.250 miliardi di marzo siamo arrivati agli attuali 7.150 miliardi. Negli ultimi tre mesi, in coincidenza con l’avvio della campagna elettorale, gli acquisti si sono quasi azzerati, ma l’aumento del bilancio dovrebbe ripartire al termine nel momento in cui dalla Casa Bianca e dal Congresso torneranno ad arrivare le coperture politiche alla sua politica monetaria. Biden non ha serie ragioni per cambiare i vertici della banca centrale in un momento delicatissimo per quanto riguarda la pandemia, nel caso diventasse presidente degli Stati Uniti, avrebbe l’interesse a garantirsi il proseguimento dell’attuale linea di politica monetaria.La politica ultra espansiva della Federal Reserve, come si è visto negli ultimi due anni, ha tra i suoi effetti quello di favorire i settori meno legati al ciclo economico, come per esempio i Tech.
Verdini
di Filippo Ceccarelli
la Repubblica
In politica, per la verità, non sono mai mancati i Verdini. Nel senso di uomini politici esemplari sul piano della spregiudicatezza e dell’improntitudine – anche se il tentativo di definizione è povero, non dice tutto. Non dice ad esempio che anche i Verdini, forse, hanno un cuore. Per cui nel procedimento che l’ha portato agli ultimi guai, e nel quale il Pm lo designò «assetato di potere e di denaro», a un certo punto (era il giugno del 2018) Denis si commosse fino alle lacrime per la gravità delle accuse, per la piega che aveva preso il processo, ma anche per la brutta reputazione.
Eppure, qualche mese prima, sempre in quell’aula si era paragonato al «facilitatore di Pulp fiction », forse dimenticando quali mansioni avesse svolto (pulire l’interno di una macchina dopo un sanguinoso assassinio). Nel film di Tarantino il personaggio interpretato da Harvey Keitel, Mister Wolf, era piuttosto discreto, se non sfuggente. Non così Verdini, la cui fama è senz’altro incoraggiata, oltre che dal possesso di un’auto tipo emiro (una Maybach che nessuna scorta si azzardava a guidare), da un physique du role che per via della capigliatura leonina e del forte accento toscano lo colloca quasi immediatamente in un immaginario da inferno dantesco. Vocione, poi, andatura pesante, modi sbrigativi, gemelloni d’oro al polso, oltre a quelle scarpette blu di camoscio, modello Briatore ma senza nappine, che alcuni anni orsono indussero lo storico e allora senatore democratico Gotor a una riflessione su un’incompatibilità antropologica, addirittura. Chi crede al peccato originale è dispensato da tali considerazioni. In compenso, si può aggiungere che nella leggenda nera della Seconda Repubblica spesso e volentieri a Verdini si è attribuita l’originaria professione di macellaio. In realtà da giovane deve aver commerciato carne all’ingrosso; quanto ai primi passi in politica, strano a dirsi, ma sono legati al Partito repubblicano, tecno-elitario e snob, e a Spadolini, che era un grande intellettuale.
L’odierna e ricca villa di Verdini, a Pian de Giullari, non è lontana da quella di Giovannone. Ogni tanto è preda di qualche strano furto: l’ultima volta i “ladri” hanno annerito con l’accendino una foto-ritratto di Salvini, che da qualche tempo sta con la figlia di Denis, Francesca; coincidenza meta-coniugale che a un certo momento della recente storia politica, diciamo prima del Papeete, ha fatto sì che venisse salutato con l’augurale titolo di Suocero d’Italia.
Data per acquisita la ricorrenza di figure “alla Verdini”, c’è da dire che nella Repubblica dei partiti, questi personaggi rispondevano a qualche motivazione ideologica. Ma da una ventina d’anni si può ipotizzare che le loro mansioni e attitudini, per lo più indispensabili nel retrobottega del potere, si siano come autonomizzate all’insegna del loro tornaconto, di quello del leader e/o del clan che gli sta azzeccato in qualità di cerchio, giglio, raggio o tortello magico. In questo senso Verdini ha fatto comodo a tanti. Innanzitutto a Re Silvio, monarca assoluto, per entrare nelle grazie del quale, pur essendo repubblicano, si è dovuto tagliare i baffi – ma ne valeva la pena. Berlusconi d’altra parte aveva bisogno di un tipo svelto, spiccio e risoluto dopo che gli era venuto a mancare Cesare Previti. Per il Cavaliere Denis ha svolto il ruolo di Orco, sia pure umanamente simpatico, all’interno di Forza Italia e fuori. Poi la Fortuna, risorsa machiavellica, l’ha assistito e proprio mentre il ciclo berlusconiano si stava chiudendo, Verdini è riuscito ad allungarglielo recando in dote un rapporto abbastanza misterioso – impicci toscani – ma certo molto stretto con il giovane Renzi. Così il Patto del Nazareno ha dato a Denis un rilievo politico tanto insperato quanto complementare al vecchio ruolo di chi si sporca le mani fino al gomito.
Neanche a farlo apposta prima si è presentato in letizia come “l’idraulico” di Renzi; poi, forse montatosi un po’ la testa e raccattati una serie di parlamentari irrequieti – sua sperimentatissima specialità – si è messo in proprio, alla guida di una specie di legione straniera cui ha dato nome “Ala”, offrendo i voti al governo Gentiloni (voti accettati).
Dopo di che ha gorgheggiato al ristorante e in tv (“La maggioranza, sai, è come il vento” e “Se mi lasci non vale”). Ha fatto amicizia con De Luca. Ha rivendicato una funzione di collegamento fra i due Mattei. Però nel frattempo ha anche collezionato quattro rinvii a giudizio e una condanna da ieri definitiva. Inutile dire che nelle storie di potere è quasi inevitabile.
Filippo Ceccarelli
Costituzione di Sabino Cassese
Corriere della Sera
Il 2 aprile del 1831 un magistrato ventiseienne francese si imbarcava a Le Havre, in compagnia di un amico, per New York, raggiunta dopo trentotto giorni di traversata. Si trattava di un viaggio di inchiesta, formalmente sul sistema penitenziario americano, di fatto sulla giovane democrazia di quel Paese.
Dalle conversazioni e letture quel giovane aristocratico, Alexis de Tocqueville, trarrà, quattro anni dopo, la prima parte di un libro famoso e ancora oggi un classico, intitolato De la démocratie en Amérique .
Fino ad allora, la cultura europea e mondiale aveva glorificato la rivoluzione inglese del 1688 come esempio di democrazia. Tocqueville girerà lo sguardo del mondo verso l’altro modello, quello americano del 1776-1789. Da allora in poi il mondo ha guardato con ammirazione alla Costituzione americana del 1787. L’ammirazione è cresciuta con la crescita in estensione e potenza degli Stati Uniti. Questi, all’epoca del viaggio del nobiluomo francese, avevano 13 milioni di abitanti e 2 milioni di schiavi. Ora quel Paese è 25 volte più popoloso ed ha aumentato enormemente la sua estensione e potenza.
Se un merito ha avuto la presidenza Trump è stato quello d’aver messo ora sotto gli occhi di tutti le debolezze di quel modello tanto ammirato.
La Costituzione americana ha 233 anni di vita. È la più longeva al mondo. Ha avuto in tanti anni solo 27 emendamenti, nonostante ne siano stati proposti più di diecimila. È anche una delle più difficilmente emendabili (ambedue le procedure di cambiamento previste sono troppo complicate e farraginose). Questo ha nutrito le strane idee degli «originalisti» (lo era il giudice costituzionale Antonin Scalia e lo è la nuova giudice Amy Coney Barrett, sua seguace), per cui i giudici debbono sempre rispettare l’originaria volontà di chi scrisse una Costituzione antica di quasi due secoli e mezzo. Un modello tanto lontano nel tempo, pur pieno di tanti acuti accorgimenti per evitare il prevalere della «tirannide della maggioranza», temuta da John Adams, James Madison e Alexis de Tocqueville, non è sempre in grado di reggere il peso dell’età. Alcune Costituzioni contemporanee contengono principi che i tedeschi definisco eterni perché non modificabili, ma si tratta di singole norme. La più grave conseguenza della sostanziale immodificabilità costituzionale americana è quella di squilibrare completamente il sistema, dando un potere enorme alla Corte Suprema, l’unico organo in grado di adeguare i principi costituzionali alla realtà di oggi. Così la Corte Suprema detta legge. Non si spiega altrimenti che anche la morte di un giudice abbia il rilievo della scomparsa di un sovrano.
Il secondo segno di debolezza del sistema costituzionale sta nell’aver consentito la crescita a dismisura dei poteri del presidente. In origine, il presidente non aveva un ruolo tanto importante: all’inizio del secolo scorso, William Howard Taft lasciò con piacere la carica per insegnare e poi divenire Chief Justice ; alla fine della sua vita dichiarò che non ricordava neppure di essere stato presidente. Il presidente americano è il Commander-in-Chief delle forze armate, il capo del partito che l’ha candidato, il capo dello Stato e del governo, può porre il veto alle leggi, emanare executive orders , nominare at will , a sua discrezione, da 6 a 8 mila alti funzionari federali e, con l’assenso del Senato, tutti i giudici federali, compresi quelli della Corte Suprema. Il peso acquisito dagli Stati Uniti nella politica mondiale nel corso del 1900 ha ulteriormente accentuato ruolo e poteri del presidente. Lo storico Arthur Schlesinger, che fu anche consigliere di ben tre Kennedy, la chiamò «presidenza imperiale». Gli ha fatto eco Bruce Ackerman ( Tutti i poteri del presidente , Bologna, il Mulino, 2012) con una analisi di questa straordinaria concentrazione di poteri.
Terzo punto debole: il presidente americano parla a nome della nazione, ma non è eletto dal popolo. Il 3 novembre vengono eletti gli elettori di uno dei candidati, e per esser eletti occorre assicurarsi la maggioranza degli Stati, non la maggioranza dei voti popolari (nelle votazioni del 2016 la signora Clinton ebbe quasi 3 milioni di voti in più di Trump e perdette). Questa contraddizione è accentuata dalla spinta estremistica di un presidente come Trump, che ha polarizzato tutta la sua politica ed è giunto a minacciare di non riconoscere il risultato elettorale.Quarto: il motto americano è e pluribus unum (da molti, uno). Ma, se gli Stati sono uniti nel patto federale, non è unita la popolazione, considerato che il 14 per cento (i 45 milioni di afroamericani) non ha ancora ottenuto un pieno riconoscimento dei propri diritti. Ha ragione il grande giurista Guido Calabresi nel riconoscere che l’Unione Europea (che per motto ha più saggiamente scelto in varietate concordia , cioè unità nella diversità) è più unita degli Stati Uniti d’America, tante volte presi ad esempio dei futuri sviluppi dell’Europa. Quel Paese che si vanta di essere un melting pot (crogiolo) ha al suo interno divari che sono più forti di quelli territoriali, che noi abbiamo in Europa.Un altro punto debole riguarda la Corte Suprema (e le altre corti federali), i cui membri sono messi sullo stesso piede di un re o del Papa, perché titolari della carica a vita. Questo non è solo un inconveniente in sé, perché assicura ricambi lentissimi, ma anche la fonte di un’altra stortura, perché permette, a caso, al presidente che debba nominare più di un giudice di lasciare una impronta della sua politica molto al di là del proprio mandato (limitato dal 1951 a quattro anni, rinnovabili una sola volta).In conclusione, la Costituzione che ha disegnato un sistema politico preso a modello in tutto il mondo mostra tutti i suoi anni ed è ben poco esemplare. E Trump non si è rivelato un problema solo per il suo Paese, ma anche per la democrazia.
Sabino Cassese
di Nicola Dario