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Celenza, Antonio Cieri si appella al Commissario

CELENZA SUL TRIGNO | Nella lettera aperta allegata l’ex responsabile del servizio tecnico chiede al Commissario di valutare l’opportunità  di sospendere  i lavori di smantellamento di Corso Umberto I per il ripristino dell’asfalto.

Lettera aperta
Celenza sul Trigno, 22 febbraio 2016
Geom. Antonio Cieri
già responsabile del Servizio Tecnico

AL COMMISSARIO
DEL COMUNE DI CELENZA SUL TRIGNO
p.c. RESPONSABILE DEL SERVIZIO TECNICO COMUNALE

OGGETTO: rifacimento di Corso Umberto I con ripristino dell’asfalto.
Con determina n. 22 del 12.02.2016, in corso di pubblicazione online, e con parere dell’ufficio di ragioneria, è stato affidato, sempre sotto soglia, incarico diretto ad un professionista esterno, per la continuità dei lavori già eseguiti, per smantellare il pavimento in porfido in Corso Umberto I e ripristinare l’asfalto: finanziamento regionale di € 40.000, compenso al progettista di € 10.000,00 (contributi e IVA esclusi, quindi la somma salirebbe a circa 13.000 euro); i lavori effettivi ammonterebbero a 27.000 o circa 30.000 euro, compresa IVA; ma si nota la differenza tra la premessa e l’impegno di spesa nel dispositivo della determina? Il tutto per altri pochi metri di asfalto ed il restante in prosieguo, compresa Piazza Mazzini, sempre dissestata e sconnessa?

corso umberto 2

Si tratta di un lavoro non condiviso dalla maggior parte della popolazione che, purtroppo, in gran parte ha preferito tacere per ragioni facilmente immaginabili. Si sarebbe potuto lasciare alla successiva amministrazione, che sarà eletta fra tre mesi, la decisione. Si vuole smantellare il pavimento in porfido per tornare all’asfalto con la convinzione che questo sarà più bello, più utile e più resistente. Assurdo. Si pensi a tutti i centri storici d’Italia, dove saltano le mattonelle, di ripristinare l’asfalto per non fare manutenzione. Si vuole bellezza? Allora si fa manutenzione al momento necessario e con poca spesa. Così si fa in tutti i comuni d’Italia ed in quelli esteri.

L’opposizione, che non ha trovato mai orecchio disponibile presso la maggioranza uscita di scena da qualche mese, ha cercato di far sentire le sue ragioni con il manifesto del 25 febbraio 2015 avente ad oggetto «Mancate risposte, idea pazza di smantellare il porfido in Corso Umberto I per nascondere responsabili inadempienze, luminarie con tasse cittadine, Celenza esclusa dal finanziamento dei “6000 campanili”».

Nel manifesto sono riportate le motivazioni con cui l’ex sindaco, con la sua amministrazione, ha insistito per smantellare il corso principale del paese. Per circa otto anni non si sono eseguiti lavori di manutenzioni ordinarie; con i danni aumentati è nata la volontà di sostituire il porfido con l’asfalto e far scomparire l’opera realizzata dalla precedente amministrazione ai primi anni del 2000. Il buon senso amministrativo avrebbe consigliato la semplice manutenzione, come qualsiasi altra opera pubblica o privata e come si opera normalmente in altri paesi dotati di pavimentazioni in porfido. Ad esempio una spesa di poche centinaia di euro all’anno ad oggi avrebbe mantenuto efficiente Il Corso, centro vitale del paese, che è l’invidia di altri comuni.

«La sostituzione del porfido con asfalto, con fondi comunali di bilancio o nuovi finanziamenti, non fa altro che addizionare al danno la beffa per la cittadinanza» si dice nel manifesto.

Trattandosi di beffa per ulteriore dispendio di pubblico danaro, la minoranza “Patto per la Rinascita” aveva pubblicamente chiesto a chi di competenza, sindaco od altri, di informare la Corte dei Conti su eventuali danni all’erario sia per mancata manutenzione sia per maggiori oneri di spesa, sia perché entro il 2013 (ossia entro i dieci anni dal collaudo del 2003 e circa sei anni dall’insediamento dell’amministrazione Venosini), e se vi sia stata mancanza di richiesta di danni e risarcimenti alla ditta esecutrice per eventuali vizi occulti e di renderli palesi alla cittadinanza.

L’ex precedente amministrazione, l’ex responsabile dell’ufficio tecnico, il direttore dei lavori (con la sua relazione riservata), già avevano contestato e richiesto alla ditta lavori per un danno di circa € 63.000,00, tramite i legali, ed effettuato decurtazioni di circa € 9.000,00 al terzo SAL; inoltre avevano imposto alcune opere di rifacimento ed interessato l’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici di Roma.

L’amministrazione Venosini pare che abbia liquidato i legali, senza continuare la strada giudiziaria intrapresa e non effettuando le opere necessarie, salvo alcuni passaggi pedonali in pietrini di porfido.

La S.V., in qualità di Commissario incaricato, non portato a conoscenza di ciò, con propria delibera commissariale n. 2 del 03.02.2016, ha inteso dare priorità a questo tipo di intervento continuativo di cui all’elenco di opere previste dalla G.M. n. 46 del 15.09.2016 (presenti il vice sindaco e l’assessore, poco dopo dimissionari), alla quale l’ufficio tecnico non aveva dato seguito ( “non muovendo foglia e mattone”), né per il Corso né per altre opere, procurando ulteriori danni al patrimonio comunale.

L’amministrazione Venosini, in precedenza, aveva provveduto allo smantellamento e ripavimentazione in asfalto di un piccolo tratto, con la spesa circa 15.000 euro, su progetto di un ingegnere e direzione lavori di un architetto, entrambi sostituti del responsabile tecnico ora di nuovo in servizio, prevedendo senz’altro sezioni, larghezza, planimetria ecc

Ebbene, altra beffa; esistente già la progettazione con caratteristiche costruttive del primo tratto di asfalto, non poteva l’ufficio tecnico redigere il progetto/perizia direttamente con costo zero per il comune e la cittadinanza e con 40.000 euro, compresa IVA, vi sarebbe più garanzia di riparazioni dei dissesti esistenti, comprese le buche accentuate in Piazza Mazzini? Ciò potrebbe avere risposta immediata, data la esigua somma disponibile ad oggi, dopo circa 9 anni di amministrazione di Venosini ?

Resta alla S.V., signor Commissario, nell’interesse della collettività, le valutazioni del caso compresa l’opportunità di sospendere la pratica, rimandando la decisione e responsabilità alla prossima amministrazione, e l’informativa alla Corte dei Conti per eventuali danni all’erario, frutto di mancate manutenzioni dal 2009 e di maggiori costi per le opere programmate e per inadempienza a richiedere eventuali danni e risarcimenti per vizi occulti alla ditta entro il 2013.

Con ossequi Antonio Cieri