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In Abruzzo rischiamo la desertificazione industriale

Come ormai sappiamo la società che gestisce la Honeyvell di Atessa ha chiuso lasciando in mezzo ad una strada 420 persone e famiglie a cui va tutta la nostra solidarietà espressa già mesi fa.

 

L’Abruzzo in genere, ma in particolare il basso Abruzzo, sembra non togliersi più dalle secche drammatiche della deindustrializzazione, sia delle piccole che delle medie aziende.

Ma ormai nella nostra regione non si contano più le aziende che hanno chiuso:

La Sixty di Chieti Scalo che attraversa da anni una crisi strutturale seppur trattasi di un’azienda d’eccellenza nel campo dell’alta moda.

La Dialifluids di Canosa Sannita che produceva sacche per pazienti uremici in dialisi che ha lasciato a casa i circa 120 dipendenti.

La Thales di Chieti Scalo che dava occupazione a più di 100 persone  e che operava nel campo dei sistemi elettronici e di comunicazione per la Difesa.

La ex Golden Lady che insieme ad altre aziende apicali della Valsinello hanno prostato un intero territorio dell’Abruzzo Citeriore. 

Tutte queste sono brutte notizie ci giungono dal mondo industriale verso la nostra regione.

per quanto riguarda la produzione industriale nell’Abruzzo Citeriore.

Un tempo questa regione aveva una classe politica che pur tra tanti difetti (clientelismo, familismo, meritocrazia inesistente, etc ) la rappresentava bene e che teneva stretto il rapporto tra il centro e la periferia pensando soprattutto al territorio. Oggi i grandi partiti sono scomparsi, non perché i FORCONI li rimpiangono, però essi  erano di fatto dei ” fattori unificanti’, hanno avuto la capacità di avere una politica economica incisiva. Sarebbe comunque riduttivo e populista addossare sempre e solo alla classe politica attuale “tout-court” le responsabilità della persistente crisi industriale . A ciascuno il suo.
Il mondo imprenditoriale, infatti, non è esente da responsabilità nella persistente crisi industriale che presenta ben individuate criticità esogene ed endogene, ma alle quali questa politica regionale sia di maggioranza che di opposizione non ha saputo dare risposte.

Il Segretario organizzativo nazionale e Coordinatore Regionale abruzzese 

Antonio Turdò