Per la RSA di Celenza sul Trigno assolti l’ex sindaco e il progettista
L’ex sindaco Rodrigo Cieri e il progettista Domenico Aquilano, in data 24 ottobre 2018, sono stati assolti dalla Corte d’Appello di L’Aquila «perché il fatto non costituisce reato.» Si chiude felicemente una vicenda dolorosa che ha lacerato il paese. La Corte d’Appello riforma
completamente la sentenza di primo grado del 16 luglio 2015 del Tribunale di Vasto che aveva condannato entrambi a un anno e otto mesi, risarcimento del danno alla parte civile oltre le spese legali. Grande soddisfazione degli avvocati difensori Giovanni Cerella, del Foro di Vasto, e Luca Dello Iacono, del Foro di Pescara, che afferma: «Una vicenda giudiziaria destituita di ogni fondamento che non sarebbe dovuta giungere neppure al dibattimento. Ammetto che è una grande soddisfazione: questo processo ha comportato una notevole, iniqua ed inutile sofferenza per i sig.ri Cieri ed Aquilano. L’innocenza dei miei assistiti emergeva già chiaramente dai documenti processuali ed è stata finalmente acclarata dalla Corte d’Appello che li assolti dall’ingiusta imputazione, restituendo dignità al loro operato.»
La vicenda inizia il 24 febbraio 2009 quando, a seguito della denuncia/querela dell’allora sindaco Andrea Venosini, il Gip del Tribunale di Vasto sottoponeva ad indagini preliminari l’arch. Domenico Aquilano e l’ex sindaco di Celenza Rodrigo Cieri per truffa aggravata ai danni della Comunità Montana Alto Vastese e la Regione Abruzzo.
Il capo di imputazione è così architettato: il Comune di Celenza sul Trigno ha venduto alla cooperativa Samidad che gestisce la RSA un immobile di mq 140, del valore di € 328.000,00, al prezzo di € 90.119,76 e vi ha speso la somma di € 150.000,00 che, invece, era vincolata a immobile di proprietà pubblica. La C.M.A.V., quale ente finanziatore, non è stato informato della vendita dell’immobile in modo da essere messo in condizione di valutare la finanziabilità dell’opera. Da qui il raggiro.
Suona strano e dovrebbe essere inammissibile: il Gip diventa anche giudice dibattimentale. Il 16 dicembre 2014 si parte con l’escussione dei testi dell’accusa. A marzo 2015 a fianco dell’avv. Cerella viene chiamato l’avv. Luca Dello Iacono di Pescara, la cui istanza al Presidente del Tribunale di Vasto di sostituzione del giudice per incompatibilità viene respinta.
Si va verso la sentenza di condanna al 16 luglio 2015; le ragioni della difesa non convincono.
Comune e Samidad, ai sensi della “LEGGE REG. n. 7 del 17.04.2003- Interventi a favore delle aree interne”, avevano elaborato un progetto di ampliamento della RSA in compartecipazione pubblico-privato, non usuale nella zona come affermato dalla teste segretaria dott.ssa Gabriella Conti. Esso prevedeva un aumento dei posti letto e di occupati, ma i 455.000,00 previsti non sono stati sufficienti perché, a inizio lavori, è stato scoperto un reperto archeologico di cui la Soprintendenza BB.AA. ha imposto il recupero ed ha promesso un contributo pari a 50/55 mila euro.
Che fare? ricoprire il reperto architettonico e, quindi, abbandonare il progetto lasciando l’opera incompiuta dopo aver affrontato delle spese, oppure attendere un nuovo finanziamento e completare l’opera? L’amministrazione comunale ha scelto il completamento dell’opera attivandosi presso la Comunità Montana, e questa ha attinto alla Regione Abruzzo con LEGGE R. n. 6/2005 Art. 14 per il completamento dell’opera.
Avendo bisogno di incassare soldi per accedere al mutuo e terminare l’opera, il Comune, il 22 febbraio 2007, ha venduto il blocco C alla Samidad allo stato grezzo, ma è stato pagato al prezzo di opera finita, quindi era tenuto a completare l’opera a sue spese, cioè con fondi pubblici. Ma solo in data 9 luglio 2007 la Giunta Regionale Abruzzo, con delibera n. 666, dando attuazione alla Legge R. 6/2005 art. 14, con cui veniva iscritta la somma di € 150.000,00 a favore della RSA di Celenza sul Trigno, ha vincolato il finanziamento al patrimonio pubblico dell’opera. In essa non compare mai la parola “opera pubblica” o opera di patrimonio pubblico.
Intanto Rodrigo Cieri era cessato dalla carica di sindaco il 28 maggio 2007 e uscito dalla scena politica e l’arch. Aquilano, già in data 26.02.200,7 aveva rimesso il progetto senza sapere più nulla fino alla gara di appalto, effettuata a gennaio del 2008.
Non si poteva prevedere a febbraio quanto la Giunta Regionale avrebbe stabilito a luglio
Non si può essere imputati né condannati per una legge che non esisteva quando il reato ascritto è stato commesso.
Tutto l’iter amministrativo, ai sensi DGR n. 666 del 9 luglio 2007, (richiesta del finanziamento alla Regione Abruzzo, approvazione del progetto, gara d’appalto, consegna dei lavori alla Ditta Ferrara Rocco di Montazzoli) si è concretizzato dopo che Rodrigo Cieri non era più sindaco.
La Corte dei Conti di L’Aquila, con sentenza n. 395 del 17 ottobre 2012, aveva assolto la Giunta comunale dall’accusa di aver consentito che il denaro pubblico venisse speso sul privato così affermando: «è dirimente rilevare che la specificazione dei criteri di finanziabilità delle opere, con esclusione dei beni privati (come puntualmente argomentato dai convenuti, alle cui difese può farsi rinvio), si è avuta solo dopo l'esplicarsi delle condotte in contestazione, sicché ciò esclude, in radice, la connotazione in termini di gravità della colpa.»
Quanto alla vendita, fatta non per impresa, ma per necessaria utilità per il Comune, non è vero che l’immobile venduto a 90.119,76 euro ha beneficiato di un finanziamento di 150.000.00 euro, dei quali, invece, solo € 52.618,34 sono stati spesi sull’immobile venduto alla Samidad; gli altri € 97.381,66 sono stati spesi nella proprietà comunale.
Un documento che ha fuorviato il giudice è la Perizia Giurata che ha rivalutato l’immobile allo stato grezzo al prezzo di € 328.000,00 al solo scopo far quadrare il bilancio della cooperativa Samidad.
La Comunità Montana Alto Vastese, inoltre, era comunque a conoscenza della vendita del blocco C alla coop. Samidad attraverso i consiglieri comunali di Celenza sul Trigno che vi facevano parte.
Su questo aspetto ha insistito l’avv. Dello Iacono in sede di appello come ha affermato con forza che il Tribunale di Vasto non ha mai preso in considerazione la DGR n. 666 del 9 luglio 2007, che da sola avrebbe scagionato gli imputati, perché essa è la chiave di tutto.
Per commettere un reato, infatti, bisogna che esista la legge che si ritiene violata, e che questa legge venga considerata in modo completo e non in una parte.
L’avv. Dello Iacono ha curato la ricostruzione alquanto complessa della vicenda per il gran numero dei documenti giustificando tutti gli atti, rilevandone legalità e utilità per il Comune. Dalla correttezza amministrativa degli atti l’avv. Cerella ha dedotto e dimostrato l’estraneità del progettista e che l’allora sindaco Cieri, responsabile delle scelte politiche e amministrative, «ha operato per i bene comune e realizzato una RSA tra le migliori d’Abruzzo con risvolti sociali, sanitari e occupazionali, ha agito con assoluta mancanza di dolo o intenzione di commettere il reato, lui politico noto e professionista della scuola molto stimato in paese e in provincia.»
Giustizia è fatta! dopo nove anni e otto mesi l’incubo è finito.
Rodrigo Cieri