Tragedia sul lavoro alla Sevel: interviene il Partito Comunista
Nella tarda mattinata, è giunta la notizia della morte di Cristian P., avvenuta dentro la SEVEL nella Val di Sangro. Il ragazzo era un giovane operaio di 29 anni che è rimasto schiacciato da un elevatore in ferro che movimentava le fiancate sinistre del furgone ducato. Cristian era un dipendente
della Comau una delle decine di società controllate dalla FCA. In Abruzzo è il primo morto sul lavoro del 2020. Dopo soli due giorni il bollettino del genocidio padronale ha cominciato subito ad essere riempito. Il trend giornaliero è di ben 31 morti ovvero 372 decessi l’anno. Più della striscia di Gaza. È probabilmente questa la manifestazione più ampia e chiara della vittoria della classe borghese, del trionfo di un Capitalismo che naturalizzando l’abnorme, riesce ad abbassare l’indignazione per queste morti o a indirizzare la responsabilità ai lavoratori stessi. Più che morti bianche, sono diventate morti invisibili, di cui nessuno parla e che colpiscono la vera maggioranza di ogni società: i lavoratori e la classe operaia. Da un lato gli assassini e cioè i padroni, dall’altro i complici, ovvero i sindacati confederali che ancora siedono intorno ai tavoli con i boia, sono questi i veri responsabili dello sfacelo morale ed etico, prim’ancora che culturale, del mondo del lavoro. Il Partito Comunista si unisce al dolore che ha colpito la famiglia di Cristian, e invita i lavoratori ad uno sciopero a oltranza e a lottare per una società che punisca innanzitutto il più grave e atroce crimine contro l’umanità: lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.