8 Marzo: la dignità non ha genere.
Fiorai gremiti di uomini che corrono ad acquistare un fiore per gratificare la propria donna, Social intasati di frasi sdolcinate e locali sold out
per i festeggiamenti tra amiche, i segni distintivi di questa giornata tutta in rosa.
L'8 Marzo di più di cento anni fa le operaie di un'industria tessile di New York scioperarono a causa delle condizioni difficili di lavoro, e, chiuse all'interno della fabbrica, morirono a causa di un incendio. La giornata internazionale della donna è stata sancita per ricordare le vittime di quell'evento, ma anche per celebrare le conquiste sociali, politiche ed economiche del gentil sesso a partire da allora. La festa della donna si celebra in molte parti del mondo: in Ecuador, dove le donne hanno un parco a loro dedicato, in Perù, dove vengono organizzate feste alle quali gli uomini non sono ammessi, in Africa, in particolare nei paesi in cui le donne hanno assunto una forte importanza combattendo per i loro ideali. Gli stessi posti in cui, ad un palmo di naso, tutti i giorni si consumano violenze inaudite di cui le donne sono le principali vittime.
Celebrando la donna i media sottolineano l'immediata associazione al femminicidio e alla violenza fisica sulle donne, fenomeni da denunciare e contro cui combattere, ma che spesso portano in ombra aspetti non meno importanti a cui la mente di ognuno deve, non solo in questa giornata, approdare per poter arrivare ad una società sana ed equilibrata. Si pensi a quante donne subiscono discriminazioni sul lavoro, a quanto il tasso di analfabetismo femminile sia in numerosi Paesi più alto di quello maschile, di quanto sia inferiore la libertà di comportamento delle donne in alcuni posti rispetto agli uomini. Non potersi vestire come lo si desidera, essere costrette a nascondere il proprio corpo e il proprio volto, non poter ridere, non poter indossare una scarpa piuttosto che un'altra, non poter guardare un uomo e non poter neppure pensare di essere al pari di esso: non si tratta forse di violenze atroci tanto quanto la violenza sessuale e l'omicidio?
In gioco c'è la dignità. Non solo la dignità negata alle donne, le quali, come affermò anni addietro una grande paladina di esse quale Oriana Fallaci, "devono battersi per dimostrare che dentro il loro corpo liscio e rotondo c'è un'intelligenza che chiede d'essere ascoltata", ma la dignità che permette di esser chiamati Uomini.
Alessia Monaco