I cinesi abbandonano il porto di Genova. Per ora.
La Cosco, gigante cinese dei commerci via mare, 800 navi, tonnellaggio complessivo di 56 milioni di tonnellate, ha spedito una circolare ai propri clienti invitandoli a ritirare la merce in qualche porto che non sia Genova.
Marco Donati, direttore generale di Cosco Shipping lines Italy: «Cosco è presente a Genova dal lontano 1963. È la prima volta che ci troviamo a gestire una simile emergenza, con i camion che non riescono a entrare nel porto, con il casello di Genova Ovest bloccato nelle ore cruciali, con i container fermi da giorni sui piazzali perché il cliente non può ritirarli e con i terminalisti che non fanno sconti ma, al contrario, intendono essere pagati anche se il container resta fermo per cause di forza maggiore». «Le cause di forza maggiore sono le autostrade liguri, che la nota di Cosco definisce essere al collasso. In particolare, le direttrici che collegano il porto di Genova con le regioni limitrofe vertono – si legga nella nota – in una situazione vergognosa. Con tratti chiusi di notte e anche di giorno lungo le autostrade A10, A26, A7, A12, con decine di chilometri a corsia unica, che generano quotidianamente code di svariati chilometri, raggiungere i siti di carico e scarico diventa sempre più difficile e logorante». Cosco vale il 7-8% dell’attività del porto di Genova. Porti alternativi dove ritirare la merce suggeriti dalla stessa Cosco: La Spezia, Trieste, Venezia, Ravenna.
[Sole].
Italiani al monte dei pegni
Un italiano su quattro è pronto a impegnare i gioielli di famiglia per avere liquidità immediata. È quanto emerge dal rapporto Gli italiani e l’impatto economico dell’emergenza Coronavirus che Affide, leader europeo del credito su stima, ha realizzato insieme a Bva Doxa. Dallo scoppio dell’epidemia, il 25% del campione analizzato ha perso una cifra inferiore ai 1.000 euro, un altro 25% fra i 1.000 e i 5.000 euro, per l’11% si parla di perdite superiori ai 5.000 euro. I dati preoccupanti sono confermati anche dall’incremento di afflussi presso le filiali Affide, che nel mese di maggio hanno registrato una crescita delle operazioni agli sportelli del 18% rispetto a febbraio, l’ultimo mese prima del lockdown.
Voucher, l’Ue contro l’Italia
La Commissione europea ha avviato due procedure di infrazione contro l’Italia per non avere rispettato i diritti di chi viaggia in aereo, traghetto e pullman. Alle compagnie di trasporti che cancellano un viaggio per motivi legati al Covid-19, l’Italia consente fino al 30 settembre di emettere un voucher di importo pari a quello del biglietto. Senza dare al viaggiatore la possibilità di scegliere tra questo e il rimborso entro una settimana, come invece prevede la normativa comunitaria. La procedura, che la Commissione ha avviato anche nei confronti della Grecia, può portare a pesanti sanzioni ma, al momento, è nella fase iniziale. Roma e Atene hanno due mesi di tempo per replicare.
La disoccupazione risale
I dati Istat indicano che a maggio il tasso di disoccupazione è salito al 7,8% (+1,2 punti rispetto ad aprile) e tra i giovani al 23,5% (+2,0 punti). Con la graduale riapertura dopo il lockdown, è cresciuto il numero di persone in cerca di lavoro (+18,9%, pari a +307 mila unità), con un fortissimo squilibrio di sesso: +31,3% per le donne contro +8,8% per gli uomini. Tra emergenza Covid e lockdown, scrive l’Istat, «da febbraio 2020 il livello di occupazione è diminuito di oltre mezzo milione di unità e le persone in cerca di lavoro di quasi 400mila, a fronte di un aumento degli inattivi di quasi 900 mila unità».
Usa, dati sul lavoro inaspettati
A giugno l’economia americana ha creato 4,8 milioni di posti di lavoro. Un dato sopra le attese degli analisti, che scommettevano su una cifra intorno ai 3 milioni. È il balzo maggiore mai segnato nella serie storica mensile. Dall’inizio della pandemia gli Usa hanno perso oltre 22 milioni di posti e solo 7,5 milioni sono stati riguadagnati negli ultimi due mesi. «L’economia americana torna a ruggire dopo il virus» ha esultato Donald Trump. Il tasso di disoccupazione è calato all’11,1%, dal 13,5% di maggio. Le richieste di nuovi sussidi settimanali di disoccupazione sono state 1,42 milioni (la settimana scorsa erano state 1,48 milioni).
Buste paga
Alla pizzeria Melloo di Firenze si può pagare una margherita in vinili: il disco viene valutato tramite il sito discogs.com con la classificazione internazionale Goldmine standard, adottata dalla maggior parte dei collezionisti. Il valore che ne risulta viene poi scontato, sino alla totale gratuità. Se il vinile ha un valore superiore alla cena consumata, il resto viene dato in buoni.
[de Nolac, ItaOg]
Secondo uno studio di Oxford economica il no a Huawei per lo sviluppo della rete 5G costerebbe all’Italia circa 282 milioni l’anno nel prossimo decennio. Il rallentamento dello sviluppo provocherebbe, per il 2035, un calo di 4,7 miliardi
«Città del Vaticano. Il deficit previsto nel 2020 è di 53 milioni, anche se potrebbe peggiorare a causa della Covid. Francesco aveva lavorato sodo per contenere le spese. Aveva bloccato le assunzioni e messo in campo un monitoraggio sulle uscite di ogni dicastero. Ma la pandemia ha stravolto i piani e ha portato ancora una volta il bilancio della Santa Sede in rosso. Per oltre due mesi la principale fonte di entrate, le visite ai Musei Vaticani, è stata nulla. A poco sono serviti i circa 60 mila visitatori, per lo più romani, nel mese di giugno: più o meno um milione di euro di entrate registrato non è nulla rispetto ai 12,5 milioni al mese (150 milioni in un anno) con cui viaggiavano i musei prima della Covid. Padre Juan Antonio Guerrero Alves, prefetto della Segreteria dell’economia dopo il cardinale George Pell, riconosce il buco. È lui a comunicare che fra il 2016 e il 2020 ci sono state entrate medie per 270 milioni l’anno a fronte di circa 320 milioni di uscite».
[Rep].
Bilancio 2019 del Papeete, stabilimento di Milano Marittima reso famoso da Salvini: «C’è sempre la Jaguar “societaria” presa in leasing con Fca Bank, i debiti sono calati, la liquidità in banca è aumentata di qualche decina di migliaia di euro, il patrimonio si è rafforzato, l’utile è salito a 120mila euro ma soprattutto i ricavi sono volati da 2,5 a 3,2 milioni dopo anni di sostanziale stabilità. L’effetto Salvini non è scritto ma intuibile»
[CdS].
La tuta spaziale di 2001: Odissea nello spazio sarà battuta a Los Angeles dalla casa Julien’s Auctions tra il 17 e il 18 luglio. Stima: 2-300 mila dollari. Kubrick distrusse quasi tutti i cimeli del film, per il timore che potessero essere utilizzati dopo la sua morte. La tuta, con casco e stivali, è uno dei pochi oggetti ad averla scampata. «L’unico altro cimelio importante di 2001: Odissea nello Spazio venduto precedentemente all’asta è la navetta Aries 1B, che trasportava il dottor Heywood Floyd dalla stazione spaziale sulla Luna. Il reperto cinematografico è stato acquisito dall’Accademia degli Oscar nel 2015 per 344 mila dollari».
[CdS].
Buste paga di Domenico Arcuri, oggi commissario straordinario all’emergenza Covid-19: nel 2012, 789mila euro; nel 2013, 760mila; nel 2014, 599mila; nel 2015 e nel 2016, 396mila euro, più 23mila di rimborsi spese. Il 26 marzo 2014 Arcuri dichiarò in una intervista a Repubblica: «Prendo 300mila euro all’anno, tutto compreso».
[Giornale].
Gli atti del maxiprocesso di ‘ndrangheta «Rinascita-Scott», istruito dalla Dda di Catanzaro a carico di 479 persone, delle quali 334 arrestate in gennaio, sono costati 48 mila euro. Per quelli di un processo milanese di tangenti, con centinaia di migliaia di fonìe in 715 giorni di registrazione, pari a 10.000 ore trasfuse in 91 dvd e riassunte in 32.000 pagine di brogliacci, sono costati 80.000 euro tra spese e materiali.
[Cds].
La campagna #StopHateforProfit, lanciata il 19 giugno a seguito della morte di George Floyd, è costata a Mark Zuckerber 7,21 miliardi di dollari. Nelle ultime settimane marchi come Unilever, Hershey Co, The North Face, Verizon e Coca-Cola hanno interrotto la loro pubblicità sulle piattaforme dei social media. La fuga degli inserzionisti è stata innescata dal rifiuto di Facebook di rimuovere il post con cuiTrump ha minacciato di sparare sui manifestanti.
[Business Insider]
«Questo amico francese, che chiameremo l’anonimo feticista, si è presentato da me e mi ha detto: ‘Non voglio sapere la base d’asta e il valore del fazzoletto. Dimmi solo a quanto ammontano i tuoi debiti’. Gli ho risposto ‘300 mila euro’, lui ha tirato fuori il libretto, mi ha fatto un assegno da 300 mila euro, si è preso il fazzoletto di Marilyn Monroe che custodisco da oltre 40 anni e se ne è andato”. Così La Comédie Italienne, piccola e bellissima sala da 100 posti in rue de la Gaîté, nel quartiere Montparnasse a Parigi, è salva. “Con l’assegno ho ripagato i debiti e tolto l’ipoteca”, racconta Attilio Maggiulli, il 70enne proprietario del solo teatro italiano di Francia».
[Cds].
Il fazzoletto era un quadrato di seta rosa che la diva aveva perduto al Waldorf Astoria due anni prima di morire.
Jack Ma, il co-fondatore ed ex presidente del gruppo di e-commerce Alibaba, non è più l’uomo più ricco di Cina. A sfilargli lo scettro, Ma Huateng, presidente di Tencent Holdings, gruppo con sede a Shenzhen. Il patrimonio di Ma Huateng è cresciuto nella scorsa settimana di $ 3,4 miliardi, per un totale di 54,6 miliardi di dollari. Al contrario il patrimonio di Jack Ma è diminuito di 244 milioni questa settimana, chiudendo a 44,3 miliardi di dollari [Forbes].
Vincenzo Di Leo, ex operaio brianzolo di 72 anni che ha progettato una speciale pompa idraulica per il trattamento delle acque reflue, s’è visto bonificare, negli ultimi quattro anni, un milione di euro. Mittenti Bill & Melinda Gates. La fondazione ha deciso di finanziare la Idee e prodotti di Di Leo, azienda che conta 4 dipendenti, per «sviluppare, testare e convalidare una pompa in grado di gestire efficacemente la spazzatura per lo svuotamento delle latrine nei Paesi in via di sviluppo». Pompa che nel 2016, alla fiera di tecnologie ambientali di Monaco di Baviera, pesava 300 chili e ora, grazie al finanziamento, appena 70. «Al mondo non esiste un prodotto simile. L’autospurgo deve fermarsi e svuotarsi, noi invece lo facciamo in continuo con un quinto dell’energia e arrivando ovunque». A settembre i tecnici di Bill Gates testeranno il prodotto.
[Cds].
Clamorosi
Gli stilisti definiscono le modelle basse, mandate ogni tanto in passerella in nome del politicamente corretto, «verticalmente svantaggiate».
[Giacomotti, Foglio].
In Kazakistan c’è un lago dove gli alberi crescono al contrario. Sopra l’acqua ci sono i tronchi, sotto le chiome.
[Business Insider].
Chi si iscrive a Tinder, alla domanda “genere” ha a disposizione non due, ma 29 opzioni (più una casella bianca).
[Vanity Fair].
Oltre a “uomo”, “donna”, “trans”, chi si iscrive a Tinder può dichiararsi, fra le 29 possibilità, androgina, non binario, pangender, gender queer. Una trentesima casella bianca consente, in teoria, di ampliare il numero di generi all’infinito. La dichiarazione di genere non coincide con quella di “orientamento sessuale”. Di “orientamenti sessuali” possibili ce ne sono nove, tra cui: eterosessuale, omosessuale, bisessuale, asessuale, demisessuale, pansessuale, queer, incerto [cit].
«Su Tinder, un match su cinque non si riconosce nel modello binario dominante».
«Tre smeraldi, quattro rubini, uno zaffiro, venticinque perle, per un totale di 157.927 franchi d’oro: sono gli acquisti che Therese Lachmann, ex marchesa de la Païva, partita ragazzina dal ghetto di Mosca e diventata la più costosa delle cortigiane del Secondo Impero, fa presso la boutique Boucheron a Parigi in un solo giorno, il 27 ottobre 1872. A pagare il conto è il suo nuovo marito ventenne, il conte von Donnersmarck, magnate amico di Bismarck. Non paga, si fa anche costruire un palazzo, l’Hotel de la Païva (ancora oggi visitabile a Parigi) dai soffitti affrescati e una vasca d’argento Christofle dai rubinetti d’oro (tra cui uno per lo champagne).
Ma la Païva non è la sola escort che si regala una dimora grazie al patrimonio accumulato a suon di marchette. Nella stessa metà del XIX secolo anche Pearl DeVere, in Colorado, inaugura un lussuoso locale di prostituzione: salotti con divani damascati, pianoforte a coda e una stanza con un oblò di vetro per scegliere in incognito le ragazze».
[Elisabetta Ambrosi sul Fatto recensendo Quella sporca dozzina, Utet, l’ultimo lavoro di Lia Celi dedicato a dodici prostitute celebri].
La formula delle creme solari americane non viene aggiornata dal 1999.
[Grosso, Business Insider].
Cappelliadi
Cappellai attivi oggi in Germania: tre. Nel 1945: 56.
[ItaOg].
«Se su Google cercate Hut, cappello in tedesco, trovate subito Pizza Hut, la catena americana che spaccia una lontana imitazione delle nostre margherite».
[ibid].
La più antica azienda tedesca produttrice di cappelli è quella del trentenne Thomas Braun: esiste da 422 anni, produce in media 30 pezzi al giorno. La Mayser di Lindenberg, in Baviera, è la più grande, mille dipendenti, 88 milioni di fatturato. Terzo ed ultimo cappellaio Hans Theodor Wegener, di Lauterbach in Assia.
[ibid].
Per fare un cappello a mano ci vogliono tre giorni.
Nel 1947, una ricerca della Hat Research Foundation svelò che il 19 per cento degli uomini che erano andati al fronte si rifiutavano di indossare cappelli «perché dovevo farlo sotto l’esercito».
[il Post].
John F. Kennedy non amava i cappelli. Durane la sua presidenza, uno degli effetti collaterali della sua straordinaria influenza sul costume americano fu una grave crisi dei cappellai americani.
[Cds].
Alcuni cappellai americani danno la colpa del loro declino ad Eisenhower, che fu presidente degli Stati Uniti dal 1953 al 1961. Eisenhower fece costruire una vasta rete autostradale e spinse la classe media ad abbandonare treni e tram in favore delle automobili. Così il cappello, che serviva a proteggersi dal freddo, dalla pioggia e dalla sporcizia, divenne un accessorio inutile.
[il Post]
A Milano nel 1838 operavano 65 botteghe di guantai e cappellai. Oggi le aziende produttrici sono 137.
[Agi].
Secondo stime della federazione nazionale Tessili Vari, il 70% della produzione di cappelli, in termini di aziende, addetti e fatturato, spetta al distretto del Fermano-Maceratese: le aziende di Montappone e Massa Fermana, in particolare, pesano per circa il 50% sulla produzione nazionale
Tendenze attuali: per i maschi adulti il ritorno del cappello a falda òarga e nastro alto, stile Borsalino. Per i giovani resiste il zuccotto di lana, poi la coppola vista nella serie Peaky Blinders e il cappello del pescatore lanciato da Dior. Per le donne la cloche di tessuto, stile Audrey Hepburn in Sabrina, con il nastro tinta su tinta. Colori: rosso ciliegia per le donne, nero, marrone e beige per gli uomini [Andrea Troncarelli, titolare dell’omonima cappelleria romana che dal 1857, in via della Cuccagna, ha vestito le teste di Al Gore, Silvio Berlusconi, Mick Jagger, Jude Law etc. ad Antonella Piperno.
[Agi].
Costo della coppola: 70 euro. Del Borsalino: 300 euro.
I cappellai del XIX secolo erano un po’ matti per via del mercurio presente nella colla di lavorazione.
[Oggi]
«Chi sarebbe Napoleone Bonaparte senza il cappello bicorno? O Giuseppe Garibaldi senza la berretta floscia? La rivoluzione è sempre qualcosa che parte dalla testa».
[Mascheroni, Giornale]
L’Oréal ha deciso di eliminare dai prodotti le parole “bianco”, “sbiancante” e “chiaro” [Foglio].
La Cisl ha calcolato che per l’anno scolastico 2020-2021 saranno 85.150 le cattedre vacanti. Lo scorso anno erano 64.149.
Bertinotti
Bertinotti ha in casa tre Mao di Andy Warhol, dei Mafai, dei Kokocinski, dei Dorazio, degli Schifano, degli Zorio, dei Mattiacci, l’anfora di Patella, lo schema di bicicletta di Schifano, le donne di cartapesta di Pierluigi Manetti. Dice che tutto gli è stato regalato. I Warhol sono frutto dell’eredità lasciatagli da Mario D’Urso. L’unica opera acquistata è uno sconosciuto Lattanzi pagato diecimila lire a una Festa dell’Unità di 55 anni fa.
[CdS].
Petrolio
Da trent’anni, si perdono ogni giorno 3-4 milioni di barili di petrolio, cioè il 4% di quello che il Pianeta consuma. A questo ritmo, dice un rapporto del francese Shift Project, l’Europa potrebbe rimanere senza greggio convenzionale prima del 2030.
iPhone
Apple vale in Borsa mille e cinquecento miliardi, Exxon, la più grande delle major del petrolio, neanche 200. Apple e iPhone messe insieme valgono più di tutto il settore petrolifero.
[ItaOg].
Wall Street
Il Nasdaq, cioè la Borsa dei titoli tecnologici, ha guadagnato il 28% in un trimestre, come non avveniva dal 1999. Idem lo Standard&Poor’s, cioè l’indice delle 500 società più grandi: +17%, come non accadeva dal 1975. Ancora 6 punti e lo S&P avrà annullato le perdite del 2020. «Quasi come se il coronavirus non fosse mai esistito».
[Lops, Sole].
Borse
«Il presidente della Tod’s, Diego Della Valle, aveva proposto, nel pieno della pandemia, la chiusura delle Borse. Poteva essere una bella idea, se collettiva: alcune aziende già oggi valgono la metà. Gruppi stranieri comprano le azioni svalutate e finiranno per comprarsi il Paese».
[Renzo Rosso Cds].
Tesla supera Toyota
Tesla è la casa automobilistica con il maggiore valore di mercato al mondo. A Wall Street ieri i titoli della società che produce auto elettriche sono saliti del 3,5%, per una capitalizzazione di mercato di 207,2 miliardi di dollari, superiore ai 201,9 miliardi di Toyota. Ricorda Eccheli sulla Stampa che «nel corso del 2019 Tesla ha commercializzato solo 367.500 veicoli contro i 10,74 milioni del gruppo Toyota, eppure l’ha superato in capitalizzazione. L’escalation di Tesla è impressionante. Solo a maggio 2020 valeva 141 miliardi. E nell’ultimo anno il titolo è schizzato da 230 a 1.100 dollari. L’andamento delle azioni ha premiato il patron Elon Musk, che si è assicurato un bonus da 700 milioni di dollari. Per dieci anni aveva rinunciato allo stipendio, ottenendo in cambio una gratifica sulla capitalizzazione».
Il coronavirus nel mondo
A Praga duemila persone hanno partecipato a una festa organizzata per dare l’addio al coronavirus. Un tavolo lungo 500 metri è stato allestito sul Ponte Carlo, imbandito di cibo e bevande che i cittadini si erano portati da casa. La serata è stata all’insegna della condivisione, e senza alcun distanziamento. L’evento è stato organizzato da un gruppo cittadino e dal Consiglio comunale. In Repubblica Ceca finora ci sono state 12.000 infezioni e sono morte per la Covid 350 persone.
Weinstein patteggia e paga
Le vittime di Harvey Weinstein avranno a disposizione un fondo di risarcimento da 19 milioni di dollari. L’hanno concordato i legali dell’ex produttore di Hollywood con la Procura di New York. Il fondo, per l’esattezza di 18.875.000 dollari, sarà distribuito non solo tra le donne che hanno subito abusi sessuali da parte di Weinstein, ma anche tra le ex dipendenti della Weinstein Company che «hanno vissuto in un ambiente di lavoro ostile, hanno subito molestie sessuali e sono state discriminate sul luogo di lavoro», ha reso noto l’ufficio del Procuratore Generale di New York. L’accordo ora deve essere approvato sia dalla Corte distrettuale sia dalla Corte fallimentare che presiede il caso di bancarotta della Weinstein Company. L’ex produttore è già stato condannato a 23 anni di prigione in un altro processo.
Pizza Hut ha fatto bancarotta
Pizza Hut ha presentato istanza di fallimento assieme alla catena di ristoranti Wendy’s. A pesare sui conti delle due catene di proprietà di Npc International, che danno lavoro a più di 40 mila persone, è la crisi legata al coronavirus e un debito di quasi un miliardo di dollari. Un parziale accordo con i creditori è già stato sottoscritto e dovrebbe scongiurare la chiusura dei fast food ma sarà necessario il subentro di altri gestori. Il primo ristorante della catena aveva aperto i battenti nel 1962. Oggi i Pizza Hut sono oltre 1.200.
«È la fine di un’altra storia da sogno americano, cominciata nel ’58 quando i due fratelli Carney, Dan e Frank, si fecero prestare dalla madre 600 dollari per aprire un piccola rivendita a Wichita, Kansas, dove far gustare agli studenti il prodotto italiano più famoso al mondo: la pizza. Dan e Frank impararono in fretta: un anno dopo avevano aperto già il secondo ristorante, a Topeka, sempre nel Kansas, e poi un altro ancora, e avviato, per primi, le consegne a domicilio. Neanche vent’anni dopo, nel ‘77, Pizza Hut contava 4 mila ristoranti. I fratelli, a neanche cinquant’anni, vendettero tutto alla PepsiCo per più di 300 milioni di dollari».
[Basile, Agi].
Ryanair taglia gli stipendi
I piloti di Ryanair hanno accettato il taglio dello stipendio imposto dal proprietario della compagnia aerea Michael O’Leary, che aveva minacciato di tagliare 3.500 posti di lavoro se i dipendenti non avessero accettato le misure. O’Leary ha deciso una riduzione del 50% degli stipendi per aprile e maggio e poi l’ha esteso fino alla fine di marzo 2021. E ha detto che il pacchetto di misure, che include il congedo non retribuito per il personale, rappresenta il «minimo per sopravvivere ai prossimi 12 mesi».
Il Consiglio dell’Ue ha ufficializzato la lista dei 15 Paesi a cui, da oggi, ha aperto le frontiere esterne. Nell’elenco c’è la Cina e non gli Stati Uniti. Una notizia che ha fatto infuriare Trump: il presidente starebbe pensando di estendere sine die la chiusura delle frontiere Usa a chi arriva dal Vecchio Continente. Alternativa: una nuova guerra dei dazi. Tornando a oggi: riprendono i collegamenti anche con Australia, Canada, Giappone, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Thailandia, Serbia, Algeria, Andorra, Georgia, Montenegro, Marocco, Ruanda, Tunisia, Uruguay. La Cina è inserita in coda all’elenco, con la specifica annotazione che la riapertura delle frontiere è condizionata alla «conferma della reciprocità», cioè solo se i cittadini europei saranno ammessi senza restrizioni in territorio cinese. Il Regno Unito, che non fa parte dell’area Schengen, potrà decidere in autonomia con quali Paesi aprire i confini. Oltre agli Usa, tra le grandi nazioni escluse perché la situazione epidemiologica non è considerata abbastanza sicura ci sono Russia, Brasile e India. Nonostante in mattinata avesse votato per l’approvazione dell’elenco, poche ore dopo il governo italiano ci ha ripensato e per non correre rischi ha deciso di non aprire le frontiere ai Paesi extra Ue: la quarantena resta quindi obbligatoria per tutti coloro che arrivano da una nazione non Ue, anche se si è transitati in un altro Paese interno a Schengen. «Dobbiamo evitare di vanificare i sacrifici fatti dagli italiani in questi mesi» ha dichiarato il ministro della Salute Speranza. Per il turismo italiano, la mancanza dei soli turisti americani si traduce in una perdita di 5,5 miliardi di euro. Per quanto riguarda i russi, il loro budget pro capite al giorno in media in Italia è di 173 euro contro i 117 euro degli altri stranieri. L’assenza dei clienti russi e americani ha portato alla chiusura estiva di molti alberghi a 4 e 5 stelle lungo la Penisola perché senza di loro la stagione è persa. Spiega Giorgio Palmucci, presidente Enit, al Sole: «La spesa turistica totale nel 2019 è stata di circa 84 miliardi di cui 44,3 miliardi grazie agli ospiti stranieri.
L’Italia come destinazione è ai primi posti per i viaggiatori big spender “a lungo raggio” che quest’anno è la quota di mercato più in affanno. Temiamo di perdere 67 miliardi di spesa complessiva».
di Nicola Dario