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Masterplan: il commento del sindaco Magnacca

SAN SALVO |  Masterplan, le ragioni del Vastese dimenticato L’aver evidenziato come dei 900 milioni di euro previsti nel Masterplan – Patto per il Sud solo 20 milioni, pari al 2,2 per cento, fossero destinati

ai Comuni del Vastese ha costretto il presidente D’Alfonso a incontrare e interloquire con i sindaci di questo territorio, che è stato palesemente svantaggiato.
Su questo il sindaco di San Salvo Tiziana Magnacca, che ha partecipato alla riunione che si è svolta nell’aula consiliare del Comune di Vasto, non ha dubbi tanto da ribadire come nell’elaborazione del Masterplan «è chiaro che non ci sia stato un percorso chiaro e ben identificabile di cosa si voglia fare per il Vastese, a differenza di altre zone dove ci sono nomi e indicati gli interventi per milioni di euro».
«Per questo – tiene a spiegare – vorrei che si scrivesse nero su bianco ciò che si vuol realizzare per il Vastese, dando precise indicazioni e specificando le azioni in un documento ufficiale che non venga più messo in discussione».
Da qui la richiesta di una delibera di giunta, un atto di impegno che indichi con chiarezza le priorità del Vastese.
«Siamo felici che sono state trovate risorse per Ortona o il Teramano, ma avremmo voluto che lo stesso fosse stato fatto per il Vastese – ha sottolineato ancora il sindaco Magnacca – per evitare di doverci ritornare su, per evitare di dover bussare alla tua porta e fare le battaglie per far riconoscere diritti a un territorio che non è figlio di un dio minore».
Da qui la richiesta di azioni concrete per la diga di Chiauci ritenuto a ragione «un intervento strategico per l’approvvigionamento idrico dei comuni del basso Abruzzo e Molise, per le aziende che operano nella zona industriale di San Salvo e per il movimento turistico di Vasto e San Salvo oltre che per l’agricoltura».
Il sindaco ha osservato che è stato necessario l’intervento di D’Alfonso «per far ricordare al premier Renzi che esiste la Regione Abruzzo altrimenti non avremmo avuto nemmeno un centesimo. Tutto questo non mi rassicura, anzi mi preoccupa. A quanto pare, per il Governo centrale, l’Abruzzo esiste solo come regione per l’insediamento degli inceneritori».