Armando Marzocchetti, il ciclista più grande della storia sportiva salvanese, dopo un brutto incidente stradale, finalmente potrà continuare a scorrazzare con la bici sugli altipiani dell’Alto vastese.
Due mesi senza uscire in bicicletta sono stati per lui come un calvario. Proveniente da una famiglia di artisti circensi, verso i 14 anni lasciò la casa paterna in San Salvo e partì per La Spezia, dove l’ aspettavano la sorella ed il cognato. Trovò un’ottima sistemazione. Con il passare del tempo diventò alto e snello. Il cognato si convinse che Armando avesse il fisico adatto per “cimentarsi” con il ciclismo agonistico. Cercò ogni opportunità per farlo entrare nel magico mondo delle “ due ruote“, perciò decise di fargli una sorpresa. Una mattina gli fece trovare davanti al portone di casa una fiammante bicicletta da corsa. Armando comprese subito che ad architettare il piacevole “scherzo” fosse il cognato. Inforcò la bicicletta sotto la pioggia e si mise a pigiare forsennatamente sui pedali. Dopo aver percorso un bel tratto di strada, tornò a casa bagnato fino al midollo. Iniziò ad allenarsi seriamente sotto la guida del cognato. Il primo maggio del 1957 fece l’esordio nella categoria degli Esordienti. Al “Trofeo delle Rose”, staccò i compagni di fuga e s’involò tutto solo verso il traguardo. Passò alla Virtus di Montenero di Bisaccia e diventò il pupillo del presidente Cremonese. All’interno della stessa società trovò il suo amico Cesare Irace, idolo del suo paese. Nel 1958 fu ingaggiato dal “Pedale Lancianese” nella categoria degli Allievi. Si trovò a competere con gli astri nascenti dell’ Abruzzo: Vito Taccone e Vincenzo Meco. Conquistò il titolo di Campione Regionale Allievi “1960” . Arrivò a totalizzare 9 vittorie. Le grosse società se lo contesero. Nello stesso anno approdò nel mondo dei dilettanti del ciclismo. Gli venne offerto un cospicuo contratto dall’ Idal Sarzanello di La Spezia. Competere con Adorni, Motta, Bitossi e Italo Zilioli non fu facile per lui. Una mattina gli arrivò l’avviso della partenza per il servizio militare, ma rimase sconcertato. Inviò il ricorso per posticipare la partenza, ma non venne accolta. Assolse, comunque, gli obblighi di leva e tornò a San Salvo. Trovò lavoro nell’ E.N.E.L.; si sposò ed arrivarono a breve distanza due figli. Armando avrebbe avuto un futuro glorioso (16 vittorie in 2 anni di carriera), purtroppo per adempiere al servizio di leva ha dovuto abbandonare la carriera ciclistica. Si è ripreso dall’incidente subìto due mesi fa. A 76 anni, potrà risalire in bici per sentire il vento sul viso.
MICHELE MOLINO