Perchè non si può aderire alla Confedilizia?
Gentilissimo Direttore, Le chiediamo ospitalità per chiederle di aprire uno squarcio di luce sulla Sede Provinciale della CONFEDILIZIA di Chieti segnalando all’opinione pubblica
della provincia una singolare vicenda che sta coinvolgendo per ora alcuni cittadini di San Salvo.
Abbiamo scelto di fare domanda di adesione all’associazione, con la più lunga tradizione in Italia per la tutela della proprietà edilizia, la CONFEDILIZIA.
L’impegno di questo glorioso sodalizio, e la completezza della sua testata nazionale sul tema della proprietà edilizia sono da noi condivisi perché efficaci nel richiamare l’attenzione degli operatori del settore e la sensibilità delle istituzione sull’argomento, visto lo sviluppo degli ultimi 40 anni di San Salvo.
Un’Associazione così gloriosa come la CONFEDILIZIA della quale abbiamo condiviso i lineamenti dichiarati sul sito nazionale, le strategie di tutela della proprietà edilizia all’avanguardia nel panorama nazionale ed internazionale, la completezza della sua articolazione territoriale, l’impegno del suo Presidente nazionale al servizio del paese, avevano fatto nascere un “amore a prima vista”.
Pensavamo: «Sarà un sogno condiviso!» Anzi, no!
Un incubo impedisce ad alcuni sansalvesi di sognare e di aspirare ad essere soci iscritti alla CONFEDILIZIA. L’incubo è generato dalla Sede Provinciale di Chieti della CONFEDILIZIA. Gli aspiranti soci alla CONFEDILIZIA della provincia di Chieti devono fare domanda all’Associazione Provinciale. Da dicembre 2015 non siamo mai riusciti una sola volta ad incontrare i referenti provinciali indicati nel sito nazionale della CONFEDILIZIA. Abbiamo anche inoltrato le domande di adesione al referente provinciale e abbiamo atteso finora che il treno partisse. Sono trascorsi lunghi mesi ma dai referenti nessun cenno. Le nostre domande di adesione non hanno mai ricevuto una risposta.
Lei ci chiederà: «La CONFEDILIZIA, la Sede Nazionale cosa vi dice?».
Anche la Sede Nazionale ha provato a farci fissare un appuntamento con i referenti provinciali, ma è trascorso inutilmente l’ultimo mese.
La situazione in cui stanno mettendo la CONFEDILIZIA è a dir poco imbarazzante. Sollecitati dal basso e interpellati dall’alto qualsiasi persona, responsabile impegnata pubblicamente in un soggetto sociale al servizio della comunità, avrebbe dimostrato almeno la sensibilità di accogliere le pressanti e rispettose istanze che gli pervenivano.
Solo questi referenti non vedono, non sentono, non parlano. Siamo parecchi a chiederci quale sia lo scopo della loro esistenza nella CONFEDILIZIA della Provincia di Chieti.
Non servono le considerazioni sulle loro responsabilità che vanno dalla libertà di associazione negata alla solidarietà sociale ignorata. A questi referenti semplicemente non interessa tutto questo, scivola via di dosso tutto, dimostrando di saper creare solo una cortina di nebbia impenetrabile.
Gentilissimo Signor Direttore può aiutarci a capire perché solo a noi, e purtroppo anche alla CONFEDILIZIA della Provincia di Chieti, è toccato incontrare questo strano destino?
La ringrazio, anche a nome degli amici aspiranti soci della CONFEDILIZIA,
Giuseppe Sblano