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Riflessione su Franco Battiato

Un accenno ad Apriti sesamo è doveroso per causa di una data contingente: 23 marzo. Perché non è possibile fare come se non ci fosse. Esce il 24 ottobre 2013, atteso nell’aria, nella terra e nei mari,

annunziato attraverso il quinto elemento, l’antica quinta essentia dove liberamente si propaga ancor prima d’arrivare nei negozi di dischi. Si percepisce subito la sua natura consustanziale alle correnti cosmiche, già al primo ascolto trae tutto l’essere in una corrispondenza di brividi con le perturbazioni dello spazio ultraterreno in espansione. Impossibile utilizzare lessico adeguato, che non sia stato già utilizzato, si può prendere in prestito Eraclito, universale. E sicuramente può essere riportato alla legge fisica di Lavoisier alla quale, di fondo, si ricollegano le filosofie orientali e il pensiero di Ermete Trismegisto. Non si può non ricordare questo aspetto di Franco Battiato che, di tutti, è il più complesso, né tuttavia è possibile racchiuderlo nella ristrettezza di una pagina. Occorrerebbero interi tomi. Ascoltare Apriti Sesamo è un’esperienza di altissima contemplazione sensoriale e ultrasensoriale soprattutto per i profani all’oscuro di tutto, che si ritrovano nel bel mezzo di una energia di proporzioni immani, a essere travolti e invasi da una sorta di potenza di dolcezza difficilmente arginabile e dalle conseguenze inopinabili. Di portata emozionale paragonabile a quella del concerto di Baghdad del 1992, che fu accompagnato dalle melodie celesti, da intendersi sia come colore sia come “di appartenenza al cielo”, dei Virtuosi Italiani. E allora si ha la certezza che nulla è per caso e si entra in uno stato di rapimento, termine molto caro al Maestro Battiato, nel quale è facile separarsi da ciò che è inutile e riavvicinarsi all’ “essenza” per il tramite di un ciliegio che dalle radici alla folta chioma contiene e diffonde il viaggio nel bianco. TESTAMENTO è da considerarsi come lascito di ciò che lascia in ognuno che l’ascolta e che a ogni ascolto apre sia al senso di abbandono sia al senso di ancoraggio. “e mi piaceva tutto /della mia vita mortale/ anche l’odore che davano/ gli asparagi all’urina”. AURORA, prendendo spunto da un testo di Ibn Hamdis è la meraviglia della luce che squarcia la tenebra dove questa stessa, in sé, racchiude già quella e la esalta riconoscendole l’assoluto dominio: “dietro di te/ o mare/ ho un paradiso da scoprire”. UN IRRESISTIBILE RICHIAMO è la poesia della decomposizione, del disfacimento da una forma per confluire in un’altra, talmente grande da comprendersi ma anche talmente semplice da potersi perfino insegnare ai bambini delle “elementari”. Dove i sali minerali hanno un’anima e una propria “sensualità” cioè una coscienza estrema dei sensi e dove il cuore è “come una pietra coperta di muschio/ niente la corrompe”. LA POLVERE DEL BRANCO: “ci crediamo liberi ma siamo prigionieri di un corpo che ci abita…”. La docilità di un giunco che accoglie la tempesta in CALITI JUNKU: per aspera ad astra. Si potrebbe proseguire con altri brani ma il presente scritto non ha pretese di carattere recensivo, bensì vuole essere solo “un breve invito” a non dimenticare Apriti Sesamo, grande grandissimo dono che ci ha fatto Franco Battiato, dono da cui scaturiscono in continuazione e in continuità altri doni, il tesoro custodito nella grotta di Alì Babà: l’oro e i diamanti nello scrigno dell’essere, che con forza si dischiude e poi si spalanca ad altre, alte vie. Il distaccamento dalle cose terrene, l’accettazione dell’imperscrutabilità del dolore, il corpo che passa nei fremiti delle trasformazioni, l’anima che si tende come un archetto di pernambuco nel suo continuo divenire. E che non passa mai.

“Era magnifico quel tempo/ com’era bello/ quando eravamo collegati/ ai luoghi e alle persone/ che avevamo scelto/ prima di nascere”.

Teresa Antonietta Teti

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