La pancetta è l’incubo peggiore dei salvanesi e vastesi
SAN SALVO | In estate, basta farsi una passeggiata lungo qualsiasi spiaggia, per osservare una caterva di pancette e di pancioni. Sono di tutte le fogge: “a pallone”, “a pera”, “a cocomero”, “a ventricina”, “a botte” “a melone”.
Se si escludono le donne gravide, il 70% di uomini e donne hanno problemi causati dalle protuberanze al di sopra della cintura. Perfino i giovanissimi hanno problemi di “tarallo”. In inverno è più facile occultare le care “escrescenze”; basta indossare un maglione, una giaccone, un cappotto, e… la pancia sparisce. Il problema si fa critico, quando l’ estate non possiamo fare a meno di indossare il costume, i bermuda o i pantaloncini. Spesso, al cospetto dei nostri vicini di ombrellone, per far sembrare meno ingombrante la nostra prominente pancetta, cerchiamo di ispirare profondamente e di trarre indietro i “muscoli addominali”; niente da fare, dopo un po’, il pancione torna ad emergere in superficie come un isolotto con la bassa marea.
Nei tempi antichi la gente era magrissima perché i mezzi di sussistenza erano scarsi. I dolci non esistevano, il formaggio si mangiava una volta ogni tanto, la carne a Natale, Pasqua e Ferragosto. A San Salvo e Vasto sono in vertiginoso aumento le persone panciute. Infatti nelle due città vicine, al primo posto tra “gli incubi” maschili domina la pancia prominente al 35 % , al secondo posto la calvizie al 34%. Avere una bella pancetta significa far salire anche l’ago della bilancia. Sono obesi il 18% degli uomini, e il 30% delle donne fra i 35 anni e 74 anni. A San Salvo e Vasto il 39 % degli uomini e il 42% delle donne non svolgono attività fisica. L’attività motoria non è sufficiente per eliminare l’antiestetica pancetta. Bisogna mangiare molta verdura. Dice un proverbio salvanese” Se la pànze vu luvuà, le fuijaràpe adà magnà” . Traduzione : Se vuoi perdere il grasso della pancia, devi mangiare le rape tutti i giorni.
Michele Molino