I dati Svimez dicono che in Abruzzo è necessaria una svolta
Leggendo i dati presentati dalla SVIMEZ( Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno) del 2016 si vede chiaramente che stiamo facendo dei dolorosi e rovinosi passi indietro. Prendendo i dati ISTAT del 2015 che vedeva un incremento
del PIL( prodotto interno lordo) del 2,5 % confortante poiché indicava che forse si era giunti alla fine di un ciclo terribile di sacrifici e disoccupazione ma voleva sottindere anche una vera e propria inversione di tendenza che fosse in grado di disegnare nuovi e positivi scenari negli anni futuri.
Invece i dati SVIMEZ ci tolgono questa aspettativa e speranza!
Ci dicono invece che l’Abruzzo è ancora in una fase di transizione tra stagnazione e crescita , anzi oserei dire decrescita, decretando una diminuizione dello 0,2% mentre nel resto del Mezzogiorno abbiamo livelli di crescita espansiva dell’ 1 % in tutto il resto dello Stivale del 0,9%.
Sicuramente tanti sono i motivi che ci stanno penalizzando, la situazione degli eventi sismici, è risaputo che molti hanno abbandonato il nostro territorio a causa di questo timore.
Ma oltre a fattori extra economici ci sono fattori e ritardi amministrativi e quasi tutti di carattere regionale che stanno incidendo definitivamente.
L’utilizzo dei fondi del Masterplan va a rilento, con la conseguenza che gli investimenti pubblici sono venuti a mancare proprio in una fase in cui occorreva riagganciare e consolidare la ripresa.
L’elevato indebitamento della nostra regione ha di fatto impedito che risorse pubbliche endogene( risorse interne) potessero essere destinate allo sviluppo ed alla crescita.
I bandi dell’agenda europea 2014-2020 sono tutti fermi al palo- è bene ricordare che siamo nel 2017- e questo ha comportato una seria incapacità di attrarre risorse pubbliche esogene( risorse esterne) che potevano aiutare in modo concreto le imprese nella innovazione e sviluppo.
La crisi nel lavoro anche se non appare nella sua globalità è sostanziosa poiché i nuovi contratti sono quasi tutti temporanei o a tempo determinato e ciò ha prodotto conseguenze sia sul piano produttivo, dove bisogna ricordare che abbiamo dati sull’export che testimoniano una positività vera e reale, ma hanno risvolti anche sul sociale e sul demografico con una parte di popolazione addirittura a rischio povertà e questi dati messi insieme non permettono la creazione di redditi adeguati e non riescono a ridurre la sfiducia verso il futuro.
In tutto questo vediamo la giunta D’Alfonso immobile, statica, oltre le ombrelline , sanno solo fare il tanga sulle spese sanitarie che compaiono e scompaiono con una maestria tutta teatrale.
Delle sane dimissioni ci permetterebbero di andare al voto e rimetterci in carreggiata, ma da questo Consiglio regionale pieno e zeppo di lacchè nullafacenti e nullatenenti non c’è da aspettarsi molto, pensano a curarsi il loro orticello pieno di zucche, cocomeri e foglie secche.
Il Coordinatore Regionale abruzzese FORCONI