CIAO LUCIANO, AMICO SENZA BARRIERE
Saranno celebrati domani, alle 16,30, i funerali di Luciano Torricella nella Chiesa di San Giuseppe. La stessa Chiesa dove ci conoscemmo.
Eravamo entrambi chierichetti: lui di don Cirillo ed io di don Piero. Ma quando quest' ultimo organizzò il campeggio a Castel di Sangro (alla metà anni '70), Luciano venne con noi e mettemmo in scena una parodia che riguardava Gilda, la storica sacrestana, e Biagio, un altro chierichetto nostro amico. Una parodia che aveva divertito tutti la sera in cui la proponemmo e che, lui e io, ce la saremmo raccontata per tanti anni. Sempre con la stessa battuta e sempre le stesse risate, perché con Luciano era facile ridere, parlare, condividere momenti di vita reale. Era facile perché era un buono (e non lo scrivo perché ora non c' è più).
Una delle ultime volte che ci siamo visti mi ha preso il telefonino e ha detto a Walter che stava per farmi una fornitura di farmi uno sconto. Lui era così: se ti poteva aiutare, ti aiutava. E ti perdonava e non si incazzava, perché appunto era un buono.
Non a caso il sindaco, ricordando il suo mandato amministrativo (2007-2012), ha ufficialmente parlato della sua lealtà.
Luciano era leale alla maggioranza di cui faceva parte, eppure, in quel periodo, "si spariva il sonno" con Nicola Sannino, che era un consigliere di minoranza.
Luciano non badava a ste cose. Per lui si poteva stare su fronti politici opposti e volersi bene. Si poteva frequentare parrocchie diverse e volersi bene. Si voleva essere di via dello Stadio (e lui era di quella via quando eravamo ragazzi) ed essere amico dei coetanei degli altri quartieri.
Oggi (che con gli smartphone parliamo con l' Australia senza confini) può sembrare strano questo discorso sulle apparenze. Ma quarant' anni fa le appartenenze (di quartiere, di parrocchia, di politica e anche di provenienza sociale) erano avvertite da tutti, anzi da quasi tutti. Da tutti... meno che da Luciano che "si è sempre fatto voler bene " proprio perché non ci badava alle differenze, non poneva distanze e non aveva confini. Viveva con giovialita e se ti poteva dare una mano o un consiglio te lo dava senza interesse alcuno. Questo suo modo era ovviamente captato da chi aveva a che fare con lui e perciò aveva tanti amici: di tutti i tipi, di tutti i generi, di tutte le parti. Luciano era uno senza barriere, che ora sta in Paradiso: il posto senza barriere per antonomasia. Ciao Luciano, amico di tutti.
Ai familiari tutti le nostre più sentite condoglianze
Orazio Di Stefano