Per Vitale Cacciavillani il lavoro non arrivò mai; chiese anche aiuto ad una personalità politica
Vitale Cacciavillani era ancora un bambino quando la sua famiglia si trasferì da via Savoia alla masseria adiacente la strada che interseca via Ributtini. Per recarsi a scuola doveva percorrere con la cartella piena, un lungo tratto di strada. Nel pomeriggio aiutava i genitori ad eliminare i germogli
freschi dalle viti, raccogliere le spighe cadute dalle braccia dei mietitori, innaffiare le piante e spargere il concime sulle zolle. Diventato grande, si rese conto che i ricavi derivanti dalla vendita dei prodotti agricoli, dei vitelli e degli agnelli, non bastavano a far fronte ai bisogni familiari. A quel punto iniziò a cercare un impiego più stabile e più sicuro, ma non ottenne grandi risultati. Nei primi anni ’60 lasciò la famiglia e si recò in Australia, a Sydney. Trovò lavoro subito in una fonderia, diventando un ottimo capo reparto. A distanza di tempo, iniziarono ad affiorare alla memoria, i ricordi del suo passato: la Prima Comunione, la processione con la statua di San Vitale, la sfilata delle “sòme”, i “porcellati”, lu fòche de San Tumuàsse, la festività del Natale, la notte nell’ aia a spannocchiare il granturco. Dopo qualche giorno, a passi svelti e decisi, si recò in un’agenzia di viaggi e comprò il biglietto per l’Italia. Arrivò a San Salvo solo dopo una quarantina di giorni, e, finalmente potè abbracciare i genitori, i fratelli e gli amici. Rimase per tutta l’Estate. Mancavano pochi giorni al viaggio di ritorno, cambiò idea. Avvisò l’agenzia che non sarebbe più ripartito. Si mise alla ricerca disperata di un lavoro, ma fu tutto inutile. Poco convinto, andò a chiedere “soccorso” ad una personalità politica molto influente, ma non si faceva mai trovare. La porta si apriva,anzi si spalancava, quando Vitale portava da casa, cestini di cosciotti d’agnello e di capretti al forno. Ma il lavoro per lui non arrivò mai. Quindi afferrò la valigia e tornò a Sydney. Ritrovò subito lavoro in una fonderia. Dopo aver terminato la giornata lavorativa, passava al lavoro a cottimo con un’impresa edile, e dopo aver cenato, aiutava un pizzaiolo ad impastare ed infornare. Messa da parte una buona somma di denaro, aprì una pizzeria con forno a legna. Realizzò una pizza fatta a regola d'arte, infatti la clientela aumentò subito. Non per niente ottenne il riconoscimento da parte del “Presidio Slow Food”. Vitale ora è in pensione, dopo aver lavorato intensamente. Abita in una meravigliosa villa con piscina, insieme a Franca, la donna che non finirà mai di amare e ai suoi meravigliosi figli e nipoti.
Michele Molino