San Salvo - News

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Ritrovato un documento del 1700. Com’era San Salvo?

Da quasi cinquant’anni San Salvo si caratterizza, a livello italiano e internazionale, per la produzione dei vetri delle auto, dei motorini per tergicristalli e delle pesche. Nel ’700, era un borgo abitato da contadini, che ad un certo punto iniziarono ad abbattere alberi,

a ripulire i terreni incolti, dalle erbacce ed in particolare dalle selve boscose, dalle ramaglie, dai canneti e dai cespugli di rovi. Dopo aver eseguito le operazioni di aratura, seminarono il grano e i legumi, e piantarono le viti, gli olivi e gli ortaggi. A comprovare quanto appena detto, è un documento del 1796, venuto alla luce solo recentemente, firmato a penna e inchiostro dall’abate Francesco Sacco, insegnante di storia e geografia nel collegio istituito dal Re Salvatore di Napoli. Ecco la descrizione:” San Salvo giace sopra una piccola collina, d’aria buona e nella distanza di due miglia dal mare Adriatico, e di quattro da Vasto, e di 42, in circa dalla città di Chieti. Sono da marcarsi in quella Città Regia padronato sotto il titolo di San Lorenzo; tre cappelle pubbliche sotto l’invocazione del Sagramento, di San Nicola da Tolentino, e di San Vitale e due cappelle rurali fuori l’abitato sotto i titoli della Madonna delle Grazie, e di San Rocco. I prodotti del suo territorio sono grani, legumi, frutti,vini ed erbaggi per pascolo di greggi. Il numero degli abitanti ascende a 1074 sotto la cura spirituale di un arciprete, il quale si destina dal cappellano del Re Nostro Signore, e porta il titolo di Vicario Generale della Real Badia de’ Santi Vito e Salvo”. Gli eruditi di quell’epoca, pensarono che San Salvo fosse la copia del Paradiso. I suoi abitanti non se la spassavano male. Quasi tutte le famiglie avevano un forno a legna in casa, e chi non l’aveva usufruiva di quello del vicino. Ognuno aveva la sua fetta di pane da infilare in bocca. Erano povere soprattutto le famiglie numerose. Tra di loro si conoscevano tutti, pertanto si aiutavano a vicenda. I valori rappresentavano una delle basi interiori della vita.

Michele Molino