Giuseppe Garibaldi a San Salvo? Si è riaccesa la discussione
In questo periodo di emergenza epidemiologica si è riaccesa la discussione sulla storia della permanenza di Giuseppe Garibaldi a San Salvo. Che sia una leggenda metropolitana o no, gli anziani del nostro paese continuano a parlarne con sicura convinzione.
E’ stato chiesto a Fioravante D’Acciaro, vicino ai novant’anni ormai, se avesse sentito in alcune circostanze questa voce. Fioravante ha risposto:” Sì è vero, anche mio nonno e mio padre lo dicevano. Mi raccontavano che era un ‘disgraziato’ gli piacevano le donne” e che sostò per due giorni nel sottoscala del palazzo dei Napolitano, interno alla pizzeria attigua alla Pòrte de la Tèrre”. Nicola Vicoli appassionato di storia, raccontava agli amici:” Anch’io, quand’ero ragazzino ho sentito parlarne da mio nonno. Egli, infatti, mi raccontava, che Garibaldi ricercato dalle truppe francesi, fuggì da Roma e con l’aiuto di un garibaldino di Vasto si rifugiò a San Salvo. L’Eroe per non farsi riconoscere, indossava abiti logori e sgualciti; fingendosi venditore di setacci, diceva “E’ arrivato il setacciaio!”. Poi, guardingo come un ladro, si rifugiava nel sottoscala del palazzo della famiglia Napolitano, presso ” La Porte de la Terre”. Appena spuntò il giorno, il generale riprese la fuga e, marciando attraverso un viottolo del tenimento dei “Nasci”, arrivò alla foce del torrente Buonanotte, dov’ era atteso da alcuni amici, che con un bragozzo da pesca lo trasportarono a Ravenna”. Sostenevano i popoli latini per indicare la veridicità di un'affermazione: Vox populi, vox Dei» . Sarà vero, non sarà vero?
Michele Molino