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PD NOMINATI

Una radiografia del Pd chietino

I nuovi coordinatori, dei vari circoli e provinciale, del PD sono i prodotti del mercato interno al partito, mercato ormai asfittico e semivuoto che ricorda i mercati sovietici. Il fatto che, in quasi tutte le realtà importanti della provincia di Chieti, fatta eccezione

di Chieti stessa, siano stati "nominati" a segretario di partito, per acclamazione, un consigliere comunale, senza candidature alternative , ci porta a fare due considerazioni:
1) Si sceglie un eletto al consiglio comunale e non persone ad esso esterno, secondo la nota strategia "centripeta", per avere il coinvolgimento diretto nella gestione della sezione, in modo da non lasciare al partito svolgere il suo ruolo di pungolo e di elaborazione progettuale;
2) I signori delle tessere del PD continuano a parlare di scelta o di elezione. Ma ad oggi, a Vasto come a San Salvo, a Lanciano come a Ortona o Francavilla, i segretari, di circolo o provinciale, sono stati nominati, e non eletti!, per acclamazione, poiché sono state presentate candidature uniche, come nel PCUS(Partito Comunista dellUnione Sovietica). Quindi, nessuno di loro è stato scelto, ma tutti nominati da una ristretta cerchia di "notabili", riuniti precedentemente, per decidere, in una qualche cantinola.
A questo punto ci chiediamo: come mai non si è votato su candidati alternativi, come mai non si è aperta nessuna discussione, nessun confronto, come mai questo encefalogramma piatto?
La risposta potrebbe essere una sola: perché c'è un gruppo di potere, egemonico all'interno del PD, in possesso del pacchetto di tessere, pagato non so come, che ha imposto la sua scelta rispetto alle persone libere, ma prive di pacchetti di tessere. Gruppo di potere che, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, pretende di imporre propri candidati, magari loro stessi, rispetto ai più riottosi nel partito.
Un'operazione di puro potere, come solo il PD nostrano sa fare.
Sono consapevole che questa risposta è denigrante nei confronti di quella base che aveva creduto in questo partito ridotto ad accozzaglia di interessi personali, ma tant'è. 
A questo punto, la vera questione non è tanto se questi nominati possiedano le giuste competenze politiche, se siano persone affidabili democraticamente e culturalmente, come scrivono, autoelogiandosi, ma piuttosto capire perché non ci sono state le alternative, perché non c'è stato un confronto vero per discutere del partito. 
È un silenzio mortificante e che la dice lunga sullo stato di salute del PD. Questo centralismo non fa altro che nascondere l'isolamento a cui hanno portato loro stessi e il PD. A questo punto, dopo che queste "aggregazioni di potere alla carbonara" si sono chiusi nel bunker, a chi parla questo partito? Dove vive? 
Piano piano, sta accadendo che il Partito Democratico chietino, alla gente comune, non dice più nulla. Piano piano, questa accozzaglia di interessi particolari, la sta traghettando verso una rassicurante indifferenza.
A questo punto, resta da capire per quanto tempo ancora, il PD della consorteria di fedelissimi, durerà. Resta da capire a chi conviene un PD di yes-men.
Lo vedremo presto.

Angelo Bucciarelli