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Regolamento installazione dehors:"contraddice la determina"

Lo scorso consiglio comunale ha approvato un regolamento sull'installazione dei dehors che, stando alle dichiarazioni di Menna, rilancerà il centro storico.
La realtà emersa dal consiglio comunale è però un'altra. Dall'aula esce un regolamento

rabberciato, incompleto, tardivo, pieno di falle e di lacune, e che varrà - udite udite - solo per sei mesi l'anno. L'opposizione ha sottolineato che il regolamento contraddice persino la determina che incaricava la progettista Laura D'Alessandro, e che imponeva l'approvazione delle planimetrie del regolamento da parte della Sovrintendenza prima della approvazione finale in Consiglio. Menna, per poter strombazzare un regolamento epocale a suo dire, un catastrofico pasticcio in realtà, ha definito persino "sbagliata" la determina dell'architetto D'Annunzio (a suo tempo dirigente del settore), una determina che però non ha mai revocato nessuno, e quindi ha approvato, di fatto, un regolamento esposto ad una marea di ricorsi.
Oltre alla palese superficialità della procedura di approvazione, desta preoccupazione un regolamento che prevede che ogni dehor autorizzato in futuro debba essere montato il 1 ottobre di ogni anno e smontato il 30 aprile! E ciò anche per i dehors oggi esistenti e regolarmente autorizzati, in palese violazione del principio giuridico dei diritti acquisiti.
A nulla è valsa una discussione accesa, protrattasi per ore, nella quale tutti gli otto consiglieri di minoranza hanno difeso e sostenuto gli emendamenti al regolamento, volti ad evitare tali contraddizioni, proposti dal consigliere Giangiacomo. Nulla da fare. Per Menna e i suoi tutori conta solo aver approvato un regolamento a loro dire storico (per la verità un regolamento sui chioschi già c'era dal 2010)! Peccato che sia un regolamento che penalizzerà le nuove richieste e massacrerà i dehors esistenti, un provvedimento che danneggerà chi, pur avendo pagato per un permesso regolarmente concesso, dovrà adeguarsi alle nuove norme (massimo 50 mq), smontare ogni anno le strutture, e custodirle a proprie spese durante tutti i mesi estivi.
Un'altra mazzata alla povera Vasto ed ai Vastesi
sferrata da un Sindaco che, ormai sull'orlo di una crisi di nervi, abbandona l'aula consiliare per ben due volte sbattendo la porta, costringe alcuni consiglieri a mostrargli le schede contenenti il voto segreto sulla sfiducia a Forte, e minaccia la sua stessa maggioranza in aula per poter approvare un regolamento illegittimo e penalizzante per gli operatori commerciali.
Vasto merita molto più di un Sindaco ostaggio, di un Partito Democratico gestito da Lapenna, di una maggioranza consiliare sempre più muta ed incolore che la minoranza, con espressione colorita, ha definito di "elettroaddomesticati", che votano guidati dal telecomando del sindaco emerito Lapenna al termine dei suoi interventi. Vasto merita di più di un governo cittadino che si regge ormai con promesse, prebende e occhi strizzati a consiglieri di maggioranza e di presunta minoranza, nella sola speranza di tirare a campare.

Davide D’Alessandro (Vasto 2016)
Alessandro d’Elisa (Gruppo misto)
Guido Giangiacomo (Forza Italia)
Edmondo Laudazi (Il Nuovo Faro)
Vincenzo Suriani (Fratelli d’Italia)