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Cementificio a Punta Penna: invitiamo il dirigente Monteferrante a ritirare il parere favorevole sulla V.inc.a

VASTO | Siamo in campagna elettorale e non ci sorprendono i pareri divergenti dell’Assessore all'Ambiente Paola Cianci (“Monteferrante non poteva non esprimere parere favorevole”) e dell’ex Sindaco Lapenna, attualmente consigliere comunale,

nonché segretario del PD vastese che, al contrario, invita perentoriamente il dirigente al ritiro del parere favorevole, con motivazioni di ordine puramente burocratico (“Il documento doveva essere sottoposto all'esame del Comitato di gestione della Riserva”).

Anche il M5S potrebbe avanzare dubbi sulla correttezza dell’iter burocratico, visto che le sue osservazioni, regolarmente inviate nei tempi previsti, non sono state riportate nel documento conclusivo; e di questo l’avvocato Monteferrante dovrebbe dare quantomeno una plausibile giustificazione.

Ma noi preferiamo andare oltre i cavilli burocratici e le scorrettezze, cui siamo in qualche modo abituati, e chiediamo quindi al dirigente Monteferrante il ritiro del parere favorevole esclusivamente a causa delle carenze di ordine tecnico che emergono dalla V.inc.a.

Sappiamo che l’avv. Monteferrante non è un tecnico, ma è proprio per questo che avrebbe dovuto affiancare al consulente ambientalista un consulente esperto nelle produzioni industriali, meglio ancora se nel settore del cemento.

L’enorme volume di produzione, pari a 500.000 tonnellate/anno, concentrato su un capannone di soli 7.500 mq, costituisce da un lato una vera bomba ecologica, dovuta all'elevata concentrazione di traffico veicolare e, dall'altro, un progetto insostenibile, per logistica ed infrastrutture, anche dal punto di vista strettamente industriale.

Le nostre osservazioni riguardavano essenzialmente gli effetti del traffico veicolare dove la V.inc.a appare quanto mai lacunosa perché non sono state calcolate le emissioni derivanti dai circa 25.000 camion/anno in entrata ed uscita dallo stabilimento e ci si è limitati a prescrivere interventi di mitigazione qualitativi che sembrano ricavati da un copia e incolla e non, come doveva essere, da un’ effettiva analisi dei rischi ambientali e dallo  sviluppo dei calcoli progettuali necessari per dare credibilità alle diverse prescrizioni adottate.

Invitiamo pertanto l'Avv. Monteferrante a richiamare il suo parere positivo ed a predisporre le azioni necessarie per una V.inc.a rigorosa, coerente con la realtà, basata su dati certi (esistono in Italia almeno 30 stabilimenti di macinazione del clinker) e non esclusivamente su semplici simulazioni al computer.