Un comitato a difesa dell'ospedale e del nostro diritto alla salute
VASTO | Accompagnato dal fragore della grancassa mediatica è stato giorni addietro inaugurato il servizio di dialisi presso l'ospedale di Ortona. La notizia, che fa certamente piacere,
pone tuttavia una serie di interrogativi ai quali qualcuno deve cominciare a dare risposta. Anzitutto a questi: perché quell'ospedale che nelle intenzioni della Regione avrebbe dovuto essere ridimensionato in ragione della vicinanza a quelli di Chieti e Lanciano viene invece implementato? Perché di converso ospedali come quello di Vasto, intorno al quale grava un territorio ampio ed isolato, vengono invece abbandonati a se stessi col chiaro intento di favorirne così la chiusura? Fa specie infatti che mentre si continuano a spendere soldi per altri presidi sanitari neanche una minima attenzione si dedichi a quello di Vasto che presenta oggi una situazione certamente peggiore di quella di dieci, venti, trent’anni fa, con interi reparti in via di smantellamento anche sotto il profilo degli organici. E fa specie che nessuno si degni di spendere neanche una parola per denunziare questa situazione vergognosa ed inaccettabile, fatta eccezione per chi scrive e per l’on. Maria Amato, messa indegnamente all’indice forse proprio per questo suo tenace interessamento all’ospedale. Contro questa vera e propria conventio ad escludendum nei confronti dell’ospedale vastese, che trova complicità e connivenze negli amministratori comunali diventati tutti ruffiani di D’Alfonso e Paolini, ritengo occorra reagire con tutta la forza possibile e mobilitare tutte le energie migliori presenti sul territorio. Lancio per questo un appello ai sindaci del Comprensorio, ai partiti, ai movimenti civici, alle associazioni, agli uomini di buona volontà: costituiamo un comitato a difesa dell’ospedale per far sentire forte e chiara la nostra protesta e tutelare la sanità ed il nostro diritto alla salute.
Peppino Tagliente