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Fine vita: il diritto di scegliere. Convegno a Vasto

VASTO | Per iniziativa del PSI a Vasto il 3 febbraio alle 17.30 c/o la Pinacoteca di Palazzo D'Avalos incontro pubblico a cui partecipo con Mina Schett Welby e Pia Locatelli su un tema attuale:

in XII Commissione si stanno votando gli emendamenti al testo base. È tempo! Lo stralcio della lettera è di Piergiorgio Welby, morto da 10 anni.

"Ma che cosa c’è di “naturale” in una sala di rianimazione? Che cosa c’è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c’è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l’aria nei polmoni? Che cosa c’è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l’ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Io credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole, ma non credo che per le stesse ragioni si possa “giocare” con la vita e il dolore altrui. Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie, alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente ‘biologica’ – io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coerenza del pensiero laico." Piergiorgio Welby

Maria Amato

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