Martedì 09 maggio alle ore 09.00 - numero progressivo - Ospedale di Lanciano per Ecolordoppler cardiaco. Diagnosi “scompenso cardiaco in miocardiopatia dilatativa”. Mercoledì 10 maggio alle ore 10.00 - numero progressivo 7
- Ambulatori P.T.A. di Gissi per “Rx torace per parenchima 2P. Diagnosi “scompenso cardiaco in miocardiopatia dilatativa”. Mercoledì 10 maggio alle ore 11.03 - numero progressivo 7 – Ospedale di Atessa per “ECG + Visita Cardiologica. Diagnosi “scompenso cardiaco in miocardiopatia dilatativa”.
Questa la cronistoria di un paziente settantaseienne che, in presenza di una patologia di una certa entità (non voglio dire “gravità”) si vede proporre, prima di quelle appena accennate, Villa Santa Maria e Clinica Spatocco per poi andare un giorno a Lanciano ed il giorno dopo prima a Gissi e poi ad Atessa, con la necessità di raggiungere velocemente Atessa da Gissi entro un’ora comprensiva dell’attesa a Gissi e del percorso fino ad Atessa che sono pure sempre 30 chilometri di strade tortuose che non si percorrono in meno di 50 minuti. Tutto ciò sottintende a due considerazioni: la prima, di tutta evidenza, che il paziente si pre-suppone sia dotato di autovettura propria o, in alternativa, di parente o amico auto munito ed a disposizione per una mattinata intera (Vasto – Gissi circa 25 chilometri per almeno trenta minuti + Gissi – Atessa 30 chilometri per almeno 45 – 50 minuti e Atessa – Vasto per almeno 40 chilometri ed una cinquantina di minuti). L’altra considerazione che mi viene da fare, oltre al disagio di cui preferisco tacere, è rappresentato dalla logica di tale frazionamento solo se si pensa al fatto che tra sei mesi, data la cronicità della patologia, detti esami devono essere ripetuti (se non si muore prima) e la probabilità che siano ripetuti nelle stesse strutture ospedaliere è praticamente nulla con la conseguenza che la comparazione tra i vari esami viene vanificata. Io non so chi abbia avuto questa geniale pensata ma credo che, comunque, il Direttore megagalattico della ASL Chieti – Lanciano –Vasto debba scendere di qualche gradino e mettere i piedi allo stesso livello dei comuni cittadini-pazienti. Naturalmente c’è sempre uno più responsabile del Direttore e si tratta di individuarlo tra l’assessore al ramo … scello e l’impiegato cha ha prodotto date, orari e numeri progressivi. Non vorrei sembrare presuntuoso ma credo che la soluzione a questa farsa debba essere diversa: ricovero in Day Hospital e nel giro di una mattinata il paziente sa tutto, soprattutto in un centro come Vasto di oltre 41.000 abitanti cui si sommano gli oltre 20.000 di San Salo e altrettanti tra i paesi più vicini, sia d’Abruzzo che del Molise, per un totale che si avvicina, di molto, ai centomila abitanti. Non so se tale soluzione sia praticabile ma conoscerei volentieri il parere degli addetti ai lavori, se non hanno molto da fare. Il fatto è che nei momenti difficili ci troviamo abbandonati, privati delle abitudini quotidiane perché diventati numeri o protocolli. E credo che questo sia immorale.
Elio Bitritto