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Per il crollo del muro di Palazzo d’Avalos cadono le accuse contro l’Amministrazione Lapenna

L’ipotesi accusatoria vedeva l’ex sindaco Lapenna ed alcuni tecnici comunali responsabili di disastro colposo e di danneggiamento del patrimonio artistico nazionale, in relazione al rovinoso crollo del Muro dei giardini napoletani del 2015 e per la situazione manutentiva generale dello stabile.

 

                Nel capo di imputazione si rinvengono le illazioni di esponenti politici del centro-destra che, a vario titolo, avevano denunciato presunti fatti premonitori del collasso strutturale mai affrontati dall’amministrazione attiva, quindi responsabile del successivo crollo .

                Fissata la chiusura delle indagini preliminari, svolte da autorità di P.G. delegata con attività copiosissime, l’indagato ha chiesto di essere interrogato con l’assistenza del suo legale: l’ Avv. Fabio Giangiacomo.

                Anche attraverso documentazione di Enti Terzi , non è stato difficile dimostrare che il collasso verticale del muraglione alto 13 metri è avvenuto perché lo stesso non ha fondamenta in senso moderno ma si si appoggia solo alla sua base, larga tre metri.

                Il cedimento franoso del terreno sottostante in concomitanza con precipitazioni meteoriche straordinarie sono state la vera causa del crollo dell’intera porzione del muro di contenimento, come fedelmente attestato dal Genio Civile negli atti relativi al suo rifacimento con piastra d’acciaio, tiranti e micropali .

                Invece le crepe nella parte alta e il cedimento della balconata del 2012 , dovuto ad un ramo appesantito dalla neve, nessuna incidenza hanno avuto sul collasso strutturale del 2015 , come certificato proprio dal Genio Civile che - sempre nel 2012 – a seguito di apposite verifiche non ritenne di stanziare fondi richiesti dal Comune proprio per l’assenza di incombenti pericoli strutturali.

                Con un apposito filmato, è stato poi facile dimostrare che - anche in assenza di stanziamenti nazionali - il palazzo marchesale nella gestione Lapenna, con soli fondi comunali, era stato interessato da notevoli lavori e che non c’era stata alcuna condotta omissiva di danneggiamento.

                A seguito dell’attento vaglio di tutto il materiale istruttorio il Dr. Di Florio ha inoltrato motivata di archiviazione per infondatezza della notizia di reato, successivamente disposta dal G.I.P. Dr. Radoccia con apposito provvedimento.

 

Fabio Giangiacomo