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Scritto da Paola Tosti

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Il Prodotto topico di Civitacampomarano presentato all’ombra del Castello Angioino

CIVITACAMPOMARANO |  Nell’ambito della manifestazione dedicata ai prodotti topici, si è svolta sabato 6 febbraio la presentazione dei caratteristici “I Ciell”, peculiarità della tradizione gastronomica locale

con i quali l’antico borgo scende in lizza. Questi dolci, preparati anticamente solo in occasione dei matrimoni, nel tempo stavano cadendo in disuso a causa dei lunghi processi di lavorazione. Solo attraverso un attento recupero degli ingredienti originali negli ultimi anni si è potuto riproporli e assurgerli ad emblema della creatività culinaria del luogo. L’incontro ha offerto l’occasione di mostrare agli ospiti intervenuti i monumenti storici incastonati nel suggestivo paesino. Tra questi per la sua imponenza e la sua rilevanza sicuramente spicca il Castello medioevale costruito nel trecento sopra un masso di pietra arenaria situato sul crinale della collina. La struttura, di forma quadrangolare e delineata sul lato settentrionale da un fossato da difesa incluso tra due torrioni, all’inizio era sovrastata su ogni lato da una torre cilindrica ma successivamente il devastante terremoto del 1803 fece crollare una delle quattro costruzioni. Simbolo di custodia e di vigilanza, il Grifone ritratto nel blasone di ferro apposto sulla facciata è raffigurato con i gigli capovolti a memoria del tradimento di Paolo di Sangro che ricevette il feudo da Alfonso I d’Aragona avendone con il suo gesto contribuito alla vittoria nella battaglia di Sessano del 1442 contro Antonio Caldora, suo avversario nella conquista del Regno di Napoli. Attraverso il portico interno che racchiude la fontana dei Fauni abbellita con sculture zoomorfe, si accede al piano nobile e alla prigioni. Nel 1400 con Paolo di Sangro e gli Aragonesi si procedette alla prima delle due modifiche della struttura esterna del Castello spostando l’ingresso principale sul lato est e contemporaneamente costruendo un “muro a scarpa” con merlature archibugiere. La seconda variazione avvenne verso la fine del 1400 con l’arrivo dell’architetto senese Francesco Di Gregorio Martini che realizzò un ponte volante sul lato ovest con una cinta muraria sui tre lati e un ponte levatoio nell’ingresso principale. L’architetto, sull’onda della corrente estetica sperimentale dell’antropomorfismo, immaginò il borgo come un corpo umano di cui il castello rappresentava la testa realizzando così delle opere di difesa intorno a tutto l’abitato.
Dibattuta è l’origine del nome di questo antico centro molisano: alcuni storici, tra cui il Galanti, concordano nel far derivare il nome “Marano” dall’antico insediamento sannita “Maronea”. Altri invece ritengono che “marano” sia la trasposizione etimologica dall’aggettivo dialettale “ombroso” a cui successivamente si aggiunse l’appellativo “Civitas” dovuto all’incremento demografico subito a seguito dello spopolamento dei casali circostanti.
Due le Chiese civitesi di notevole pregio: la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, all’interno della quale si trova la pala settecentesca dell’altare in legno e oro zecchino che reca in alto una rarissima tela della Sacra Famiglia, e la Chiesa di San Giorgio Martire che ospita uno splendido organo settecentesco della scuola napoletana.

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. Nel prosieguo dell’evento gli invitati, accolti all’interno di una delle stanze del Castello, hanno potuto assistere ad una suggestiva lezione aperta di musica e danze eseguita dagli alunni della terza classe della scuola primaria dell’Istituto comprensivo 2 di San Salvo. Successivamente i membri del Comitato scientifico rappresentati dalle professoresse Onorina Perrella presidente dell’Istituto nazionale Castelli, Ilenia Cianfagna, Silvana Marcucci, Gabriella Marchese, dai professori Luigi Murolo e Romeo Patricelli, da Antonio Sammartino presidente della Fondazione “Agostina Piccoli” e dal dottor Orazio Di Stefano hanno conferito al Sindaco Paolo Manuele la nomina di Cavaliere del Prodotto Topico locale."Coniugare l’arte, la cultura e la gastronomia è un progetto che si inserisce in un più ampio percorso che ha come traguardo quello di dare maggiore visibilità a questa realtà per riuscire conferirle un respiro adeguato alle sue potenzialità" ha commentato soddisfatto il primo cittadino.
L’appuntamento nella sua spettacolarità ha dimostrato come nelle radici storiche locali possano fondersi ricchezze tali da permettere alle dolci pieridi Clio, Euterpe e Tersicore di unirsi in un unico abbraccio con la dea Demetra.

Paola Tosti