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Scritto da Sansalvomare

PRODOTTO TOPICO TERMOLI

A Termoli la proclamazione del “Prodotto Topico”; anche quello di Celenza

La proclamazione è avvenuta a Termoli il 26 maggio 2018, nell’ambito del Progetto “Fare sistema”, V edizione del “Prodotto Topico”, presso l’Istituto Tecnico Commerciale “Boccardi”, nella sala collegio docenti, alla presenza degli studenti, professori vari, e di esperti,

il tutto sotto la regia del giornalista Orazio Di Stefano, ideatore, organizzatore e realizzatore del progetto.

Dopo il saluto della prof.ssa Lucia Bruno anche per conto del Dirigente scolastico, ha introdotto il tema dell’incontro il prof. Maurizio Canfora, vicepreside: il prodotto topico è il prodotto del luogo, di origine animale e vegetale, di cui vanno protette l’identità, attraverso un riconoscimento, e la produzione e diffusione a livello mondiale evitando possibili storpiature. Ogni prodotto va ricondotto a una cultura lontana, ha un suo retroterra culturale. La difesa di un prodotto alimentare locale ben fatta ottiene buoni risultati.

Il sindaco di Celenza sul Trigno, dott. Walter Di Laudo, ha esternato i sentimenti di fratellanza e di amicizia con la regione Molise, che sente come sua, visto che i comuni a confine sono separati dal fiume Trigno che, per espressione felice dei sindaci, «non deve dividere, ma unire.» Comune è la cultura di paesi che stanno a tiro di fucile, tanta è la condivisione di passioni e soprattutto del cibo. Con l’affermazione “l’uomo è ciò che mangia”, si voleva identificare il modo di mangiare con la cultura di un popolo. Abruzzo e Molise un solo popolo, da qui l’auspicio in futuro della riunificazione in considerazione che insieme raggiungono appena 1.650.000 abitanti; maggiore garanzia per entrambe e risparmio notevole per le spese di apparato.Prodotto topico-Termoli  Quanto a Celenza, conta più di 900 abitanti. Il paese ha sofferto lo spopolamento per l’emigrazione a causa della mancanza di lavoro dagli anni 60; oggi la situazione è stabile. Combatte lo spopolamento valorizzando anche le attività che fruttano benessere; paese bello di origine medioevale, di cui san Donato, vescovo di Arezzo, è il patrono; ha prediletto la vocazione al turismo cui tiene molto. Ovviamente l’invito a visitarlo anche alla manifestazione del prodotto topico di cui si occupa la Proloco.

Orazio Di Stefano ricorda che è stato costituito un tavolo con tre sindaci di tre comuni molisani, tre studenti e tre docenti che presto deve entrare in azione per dare il suo contributo al turismo e sul modo di pubblicizzare il prodotto locale. Il Molise, infatti, ha voglia di riscatto; solo l’Alto Molise è a livello del Teramano, e quindi i comuni piccoli hanno bisogno di tutto. Si pensi al turismo di ritorno, si pensi all’utilità dei gemellaggi, a quei connazionali che non vedono l’ora di tornare; ecco l’opportunità dell’elenco degli iscritti all’AIRE per comunicare loro quanto facciamo e indicare il sito con cui seguirci.

Quanto ai prodotti di Celenza, ad esempio, si prepara il salume perché si alleva il maiale; bisogna far emergere i prodotti topici, farli proclamare dagli esterni, affrancandoci dalle amministrazioni, e servendosi del comitato esperti di prodotti biologici. IL maiale non sta in Ungheria per essere topico; la frittura richiede olio biologico. I produttori presenti faranno la proposta di proclamazione. Tra le proposte quella di tre aziende che hanno capito che si devono mettere insieme senza concorrenza. Bisogna conservare il buono dell’antico; c’è una proposta di frittura e si pensi che nessun comune della costa abruzzese e molisana ha proclamato la frittura. Bisogna far entrare Termoli. Oggi i prodotti italiani proclamati sono 91.

Comincia il dott. Nicola Serafini, presidente della Pro Loco di Celenza, che propone “La pecorara”. La carne della pecora viene pulita e sgrassata, cotta entro una pentola di rame, “lu cutture”, con i seguenti ingredienti: olio, aglio ortaggi di stagione, come ad esempio melanzane, carote, sedano e poi un mazzetto di tutte spezie (rosmarino, prezzemolo, basilico…) legate con una cordicella; si fa bollire per tre/quattro ore, fino a quando ortaggi e spezie si sciolgono completamente dando luogo a un sughetto che fa leccare le labbra. Tutta una storia c’è dietro; appuntamento al 9 agosto a Celenza. Antonio Aquilano, Biofattoria Licineto, propone “La rembrenne”, la merenda. L’epoca contadina prevedeva al pomeriggio il quarto pasto oltre i tre consueti. Il piatto unico comprende: fave sott’olio di sua produzione, formaggio semi stagionato di mucca del Caseificio Antenucci, salsiccia di fegato dell’Azienda Agricola Verdebios di Antonio Antenucci. Ricorda che una volta ventricina, preparata con parti del maiale quasi di scarto, e salsiccia di fegato erano ritenute meno buone. Oggi la scelta della carne è mirata; comunica che la ventricina di Antonio Antenucci ha conquistato la finale a Roma.

Antonio Antenucci, dottore in economia, Azienda Agricola Verdebios, ringrazia Orazio Di Stefano per la visibilità che gli ha dato e il sindaco di Celenza che ha assegnato i terreni mediante un bando con linee guida a livello europeo. Tutto si può chiudere, ma non le attività agricole. Un polo di sviluppo agricolo impiega tempo per crescere, come una quercia, ma poi mette radici profonde. La sua azienda, impegnata in allevamento, trasformazione, commercializzazione e lavorazione della terra richiede competenza in più settori per ottenere vari prodotti, dal Cappelli al farro, a prodotti con scarso glutine, all’olio. L’allevamento dei suini ha la sua certificazione, come un risultato importante è la certificazione bios dei terreni.

Il prof. Luigi Murolo, nel proporre la proclamazione del salume “Lu Santantonie” di Agriland Antonio Valentini da Lupara-Guardialfiera, rimarca l’importanza della parola cultura. Quando si parla del maiale, bisogna chiedersi: ma che tipo? Qual era quello autoctono del Vastese e parte della storia molisana passante per Palata fino a Termoli appartenente alla Capitanata fino al 1906? Il maiale autoctono è il suino nero; ecco perché la guida sul cibo è fondamentale. Le prime razze di suino bianco sono un’importazione degli anni ‘20 del ‘900, e l’operatore turistico queste cose le deve conoscere. È rimasta una piccola produzione in Daunia; il suino dauno è stato riconosciuto negli anni ‘90 del ‘900. Valentini usa il suino dauno, unico tipo di produzione di suino nero passa attraverso l’allevamento brado; non deve stare nella stalla; Valentini usa il semi brado.

Novità assoluta: le ventricine di maiale bianco sono composte del 70% di carne magra e 30% di pancetta; quella di Valentini del 50% di magro e 50% di pancetta. Tocca quindi a Ester Perrotta proporre la frittura della costa abruzzese, impegnata con le altre del gruppo, in aziende di benessere ad assicurare una sana alimentazione. Lavora tra Abruzzo e Molise, cucinando in modo sano. Il fritto di solito fa male per grassi e olio portato ad alta temperatura e quindi il cibo diventa cancerogeno; il sistema nuovo, quello proposto, non fa male perché il fritto assorbe poco olio e pochi grassi, quindi l’olio non è né tossico né cancerogeno. Il segreto? olio freddo, cucinare a bassa temperatura, fino a 97 gradi; il risultato è un fritto croccante fuori e morbido interno senza né tracce d’olio che non fa male né al fegato né allo stomaco. Del gruppo proponente: Cristina Facenda, Sandra Celino, e Michela Ciffolillo di Petacciato.Seguono la proclamazione dei prodotti topici e firma dell’attestato da parte degli esperti. Alla degustazione tutti i prodotti topici sono stati apprezzati: hanno avuto ragione i proponenti.

Rodrigo Cieri