San Salvo Democratica si potrebbe chiamare San Salvo coraggiosa
SAN SALVO | Lo premetto, a scanso di ogni equivoco: io, alle ultime elezioni, non ho votato né per San Salvo Democratica e né per Domenico Di Stefano, anche se i miei mezzi informativi
hanno avuto rispetto di lui e del suo movimento e l’unico applauso (nella mia equidistante campagna elettorale) me l’ha strappato Raimondo Pascale, quando a sostegno del mio omonimo, ha risposto nientemeno che a Massimo D’ Alema con un secco: Ubi ecclesia, ibi salus.
Ciò detto, non ho fatto questa premessa per confessare di essere pentito di quel voto, ma per rimarcare – ove ce ne fosse bisogno – che, come tutti sanno, non ho fatto sconti al sindaco Gabriele Marchese. Tuttavia non c’è dubbio alcuno che si tratti di un uomo coraggioso, che il suo coraggio non l’ha dimostrato solo quando portava la fascia, mettendosi contro certi poteri forti.
Invero, Marchese, Di Stefano ed Angelucci stanno dimostrando coraggio anche oggi che sono “semplici” consiglieri comunali, cosa che si è ben vista nell’ultimo Consiglio comunale.
Il capogruppo di Ssd, infatti, ha dapprima espresso solidarietà a Tony Faga (per le minacce ricevute) e poi l’ ha suonato ben bene, rimproverandogli di aver presenziato ad un direttivo del circolo tennis in cui è stato eletto presidente un condannato. Se Di Stefano avesse fatto vincere il quieto vivere, dopo la giusta solidarietà, avrebbe annacquato il suo intervento. Invece, da ex assessore allo sport e “Uomo di Chiesa” (come l’ ha più tardi definito il capogruppo di Forza Italia), ha elevato un rimbrotto morale per ciò che sta succedendo al circolo tennis, cosa che peraltro era già in nuce nella interpellanza sull’ argomento.
L’ex sindaco, dal canto suo, sempre in Consiglio ha avuto parole dure contro la Protezione civile di San Salvo, la quale – come è noto- è un sodalizio importante a livello interregionale e conta centinaia di iscritti, che tutti pensano possano diventare voti. Invece, Marchese, ignorando che la Valtrigno è un potere forte di questa città, ha fatto un duro intervento in aula, magistralmente sintetizzato dal collega Dolce e che noi riportiamo integralmente a lato di questo editoriale. Anche in questo caso, il coraggio di prendere una posizione non scontata si era vista nell’interpellanza presentata.
Anzi, se si vuole, il coraggio di mettere mano a sacche di privilegio consolidate nella città e nella struttura comunale si era visto già negli ultimi atti dell’ Amministrazione Marchese, al netto degli errori politici che pure sono stati commessi e che noi stessi abbiamo sempre denunciato. Il Prefetto Dalla Chiesa ad un operaio che gli chiese: “Generale, sei venuto a fare la rivoluzione qui a Palemmo ?” rispose: “No, sono venuto a far funzionare le leggi dello Stato”.
Speriamo che se dovessero tornare ad amministrare uno, due o tutti questi coraggiosi di Ssd (a cui io non ho votato !) non si facciano risucchiare dalla melassa della burocrazia e dei poteri forti, arrivando ad accondiscendere coi servi di ogni tempo, come pure è capitato in passato, dimenticando che per il rilancio di questa città c’è davvero bisogno di tanto coraggio.
Ods