Con la sentenza (autoapplicativa) emessa ieri dalla Corte Costituzionale, come nel gioco dell' oca, si torna al punto di partenza. Si torna alla vituperata Prima Repubblica,
allorquando ogni partito prendeva tanti seggi in Parlamento per quanti voti aveva ottenuto, senza premi (salvo il caso in cui, cosa alquanto improbabile, in cui un partito raggiungesse il 40%). Si torna all'epoca in cui chi avrebbe governato si decideva dopo le elezioni e non prima.
Quando dal proporzionale si passò al maggioritario (il tutto iniziò con la plebiscitaria partecipazione al referendum proposto da Mario Segni per l' abolizione delle preferenze multiple) ci si interrego' sui motivi storici, politici, giuridici e sociali che avevano determinato negli italiani la convinzione che si dovesse passare al maggioritario, che ora è finito. Ora dobbiamo interrogarci sui motivi che hanno determinato il passaggio inverso. Personalmente mi sto interrogando, ma vorrei approfondire questa riflessione con personalità che hanno avuto ruoli importanti sia nella prima che nella seconda repubblica, ovviamente di quattro aree diverse: Nicola D' Adamo, Arnaldo Mariotti, Tonino Menna e Peppino Tagliente, che invito taggandoli..se sono disponibili ci vedremo per la registrazione del Chi c'è, c'è da Marisa al Herzog bar alle 21 di venerdì 27 gennaio
Ods