Editoriali

distefano orazio

Il diritto di interpello e non solo…

San Salvo | La Democrazia è una cosa seria. Per essa, in Italia, Wikipedia conta che sono morti 54.776 partigiani, di cui 17.488 militari e 37.288 civili. Per essa, nel mondo, sono morti 44 milioni di giovani appartenenti alle Forze

 

alleate, che, vincendo la seconda guerra mondiale, ci hanno ridato la libertà. Poiché l’Italia è una Repubblica democratica…esistono due tipici atti in cui si concretizzano le funzioni di controllo nel Parlamento e nelle assemblee elettive di ogni ordine e grado

 

: le interpellanze e le interrogazioni. Il diritto di interpello esiste dalla Costituzione francese del 1791.

Avvalendosi di tale diritto, un gruppo consiliare (San Salvo democratica) ha presentato un’interpellanza in materia di personale comunale. Il richiamato diritto ha generato in capo al sindaco il dovere di risposta. A fronte della risposta ricevuta, il gruppo interpellante si è dichiarato insoddisfatto ed ha prodotto un ulteriore atto politico.

Fin qui tutto regolare. Infatti, la prassi prevede: la domanda, la risposta e la replica dell’interpellante, che deve dire se è o meno soddisfatto. Ove vi fosse insoddisfazione, l’interpellanza può essere trasformata in mozione. Invece, in questo caso, c’è stato un ulteriore passaggio del sindaco, che ha emesso (su cara intestata del Comune) una nota durissima, peraltro nei confronti di uno solo degli interpellanti (che sono tre).

Nel caso di specie, gli interpellanti avevano chiesto risposta scritta. Se non l’ avessero fatto e la discussione fosse avvenuta in Consiglio, ci sarebbe stata l’illustrazione delle domande, la risposta del sindaco e la replica degli interpellanti. A norma di regolamento, il presidente Spadano non avrebbe potuto far fare al sindaco la replica alla replica. La ratio di questa prassi istituzionale è chiara: il controllo (che è un potere a cui quindi si garantisce l’ultima parola) è una funzione di chi non governa.

Perché la Magnacca abbia voluto innovare questa consuetudine non si capisce. Se, però, tale “innovazione” fosse dipesa dalla sorpresa che le ha procurato il comportamento dei consiglieri, va detto che costoro (tutti, di maggioranza, di minoranza e del gruppo misto) sono senza vincolo di mandato e quindi possono interrogare, replicare (anche dicendo cose non condivisibili dal potere), votare a favore, votare contro, dissentire, far cadere un’Amministrazione, votare trasversalmente.

La sera della presentazione del mio libro, Tomeo ha letto l’intervento riportato in delibera dopo la sua defenestrazione del ‘82; in questo giorni, mi sono rivisto il video dell’ultimo intervento di Marchese in Consiglio comunale dopo la sua caduta sul bilancio; ricordo anche l’ultimo discorso di Bucciantonio dopo le dimissioni dei quindici, che posero fine alla legislatura del ’91. In tutti e tre questi sindaci c’è una grande amarezza personale per quanto è loro accaduto, ma essa viene messa in secondo piano dalla compostezza istituzionale, che riescono a mantenere, in virtù dell’ufficio che ricoprono.

Quindi, se nei prossimi giorni l’opposizione dovesse essere più incalzante o alcuni consiglieri (di maggioranza, di minoranza e del gruppo misto) dovessero interrogare, replicare (anche dicendo cose non condivisibili dal potere), votare a favore, votare contro, dissentire, far cadere un’Amministrazione, votare trasversalmente, il sindaco non deve prendersela più di tanto, né mostrare sorpresa o ira, anche perché è già accaduto ai suoi predecessori. E poi lei, diversamente da Casaleggio, non può imporre penali sul dissenso democratico: l’esercizio di consigliere comunale nella Repubblica italiana (di cui San Salvo fa parte) è ancora senza vincolo di mandato.

Ods