Barisano e la diaspora socialista
VASTO | Gabriele Barisano fa l’assessore socialista a Vasto ed il segretario provinciale del Psi. E merita ogni tipo di stima e rispetto umano e politico. Infatti, da responsabile provinciale del partito, ha promosso una lista socialista a Vasto, è stato eletto
ed è stato nominato assessore, ruolo che svolge con la necessaria autonomia, sempre che, prima o poi, di non incappi nelle ire del maggior partito, che potrebbe fargli pagare le autonomiste prese di posizione. Senza trucchi e senza nascondersi dietro il nulla, con una storia di questo tipo, è giustamente intervenuto per bacchettare il Pd (del quale è alleato), perché a San Salvo ultimamente ha emesso un comunicato ha firma delle tre liste che hanno sostenuto Gennaro Luciano (e fin qui nella da dire), ma a cui è stato aggiunta un’altra sigla (generica e non autorizzata) “socialisti”. E’ noto, come pure è stato detto in una nostra intervista ad Osvaldo Menna, che, stavolta, i socialisti di San Salvo si sono ufficialmente divisi tra quelli che sono andati con la Magnacca (il nucleo più numeroso e legato alla sezione), quelli che sono andati con Osvaldo Menna (storico leader del Psi nella seconda repubblica), quelli che sono andati con Luciano e quelli che sono andati con Angelucci. Perché, dunque, scrivere un comunicato inserendo genericamente “socialisti” ? Probabilmente perché il Pd vuol dimostrare che esso è il nucleo portante del centrosinistra, tanto è vero che ha definito le quattro sigle del comunicato “tutto il centrosinistra”. In realtà, il centrosinistra è sceso dal 55% di sempre al 33% e di questi (solo) il 15% ha preso la coalizione promossa dal Pd, il 13% quella di Angelucci ed il 5% quella di Menna. La linea del Pd sembra essere: “visto che Gennaro ha preso poco meno dei voti di Mariotti (il 15% contro il 18%), mentre San Salvo democratica e Travaglini sono scesi dal 37% complessivo di Domenico Di Stefano al 13% di Angelucci, se una cosa simile succederà anche la prossima volta avremo avuto ragione a dire che tutto il centrosinistra sta con noi”. Ma il punto vero è che se Mariotti nel 2012 aveva avuto il 18% e Luciano tre mesi fa il 15% i voti in libera uscita di Ssd ed alleati vari (compresi il nucleo storico del Psi, ma non solo) non sono andati a “tutto il centrosinistra”, ma direttamente al centrodestra. Del resto, aver immaginato prima delle elezioni che unire le sigle fosse sufficiente si è rivelato un esercizio sbagliato, tanto è vero che i socialisti (che andavano sistematicamente alle riunioni ed alle pizze) sono andati a destra, la Sinistra italiana e Michelino Natale non hanno presentato le (rispettive) liste, Travaglini è andato con Angelucci e soprattutto un elettore di sinistra su due è andato dalla Magnacca. Che fare, dunque, per ricomporre (tutto) il centrosinistra ? Anzitutto, prendere atto che una parte di esso sta con Gabriele Marchese (che tanta parte ha avuto in questa coalizione) e fare come è stato fatto a Vasto, riconoscendo dignità di interlocuzione politica a tutti soggetti che fanno (ancora) politica in alternativa alla destra: sia a quelli che vanno a mangiare le pizze, che quelli che vanno a mangiare da Angelo. Circa i socialisti, purtroppo la loro diaspora difficilmente si ricomporrà, ma ha ragione Barisano: il Partito socialista (erede anche legale del Psi di Turati, Nenni e Craxi) è quello di Nencini, gli altri spezzoni della diaspora (compreso quello per il quale simpatizzo io: Area socialista di Bobo Craxi) sono variamente diffusi nel panorama politico ed hanno legittimità democratica ad operare (la tradizione socialista è antitotalitaria, quindi riconosce interlocuzione politica e costituzionale a tutti). Ma se firmiamo un comunicato faremmo bene a definirci non genericamente socialisti, ma socialisti… con tanto di qualifica. In tal caso, quelli che stanno col Pd potrebbero definirsi “Socialisti che hanno sostenuto Luciano”, così tanto per non generare equivoci.
Ods