Editoriali

inaugurazione scuola palmoli

Quando sono le scuole a fare comunità

PALMOLI | Lunedì 18 settembre è stata inaugurato a Palmoli il nuovo edificio scolastico adibito a scuola dell’infanzia e nido di Tufillo, Dogliola e della stessa Palmoli. Presenti ovviamente i sindaci dei tre Comuni, Giuseppe Masciulli, Ernano Marcovecchio

e Rocco D’ Adamio e il dirigente scolastico Marco De Marinis. A tagliare il nastro, insieme a tre bambini di nazionalità diversa, il consigliere - sottosegretario alla presidenza della Regione Camillo D’ Alessandro. E’ stato proprio quest’ultimo a cogliere il significato vero della nuova struttura, allorquando ha affermato che “sono le scuole a fare comunità”, portando come esempio l’ Istituto comprensivo di Poggiofiorito ed Arielli, che sta su di una strada, confine “nella notte dei tempi da difendere a cannonate”. Mentre ora è il sito di una struttura che mette assieme i ragazzi di due comunità e crea una nuova e pacifica comunità, che supera i campanilismi e le storiche rivalità. Proprio come a Palmoli. Dove dagli anni ’90 del secolo scorso i bambini palmolesi, tufillesi e dogliolesi  frequentano le stesse scuole e quindi vengono invitati agli stessi compleanni, si iscrivono alle stesse scuole calcio e creano una nuova e pacifica comunità. La quale sta subendo in questi ultimi tempi un ulteriore positivo allargamento, perché è aperta alla frequenza di ragazzi del nord Europa e dell’ Africa. I primi nati da famiglie che hanno scelto questi paesi “perché si vive tranquilli” ed i secondi in virtù della protezione internazionale, offerta loro negli Sprar. Senza i ragazzi tedeschi e africani, l’asilo di Palmoli non sarebbe arrivato a cinquanta frequentanti e quindi ogni sforzo di mantenere e manutenere la struttura, con il nuovo tetto il legno (che pesa un terzo di quello che è stato tolto e quindi è simicamente più sicuro), con l’ efficientamento energetico e con il rafforzamento delle pareti sarebbe stato inutile, sia da parte dei tre sindaci, che da parte della Regione Abruzzo, finanziatrice dell’opera muraria e dei primi tre anni di nido. Con il contributo regionale, le famiglie per portarci i figli pagheranno solo cento euro al mese. Ma avranno la possibilità di partecipare ad un grande (e sia pure involontario) esperimento di integrazione sociale, che solo la scuola può attivare, perché userà per tutti la stessa didattica e darà ai futuri cittadini la stessa formazione in termini di valori e di nozioni. L’opera pubblica inaugurata a Palmoli può considerarsi un valido passo avanti per le zone interne, che si dimostrano più capaci dei grandi centri di accogliere i diversi e più sfortunati, che è il modo più civile per dimostrare che la marginalizzazione dell’interno (determinata dalle politiche che tagliano i servizi e non aggiustano le strade) può diventare occasione di sviluppo, nel senso moderno del termine. E’ moderno chi supera gli steccati della storia e, dunque, la scuola di Palmoli è moderna. Se poi qualcuno non si accontentasse e volesse misurare la modernità dai materiali usati, troverebbe che gli arredi sono i più avanzati che esistono, prodotti dalla Play+, ditta di Reggio Emilia, dove le scuole sono le più avanzate del mondo. Li ha personalmente scelti Filomena D’ Addario, la ragioniera del Comune, moderna quanto la scuola, che si è inaugurata oggi.

                                                                                                                                 Ods