Editoriali

travaglini angelucci

Travaglini sostituisce Angelucci in consiglio

SAN SALVO | Mentre la notizia delle dimissioni di Angelo Angelucci rimbalzava sui siti della zona mi ha chiamato il “mio editore” per dirmi: “Ma come ? Proprio tu che li hai votati non scrivi nulla ?”. Con la deferenza che un editorialista deve al proprio editore,

anche quando si tratta della di lui coniuge, ho risposto: “Oramai la notizia è uscita. Vorrà di dire che faremo il commento stasera”. Ed ecco, dunque, il nostro commento sul’avvicendamento in minoranza tra Angelucci e Fabio Travaglini.

Queste dimissioni (date per motivi di lavoro) confermano quanto avevamo scritto del candidato sindaco di San Salvo democratica all’atto della sua candidatura, cioè che si trattasse di un instancabile lavoratore, di un buon figlio e padre di famiglia, che, col sudore, ha costruito le sue due attività: quella sindacale, per la quale si alza tutte le mattine alle 5,30 e quella ricettiva, che lo vede impegnato ogni sera dalle 8 a mezzanotte. Al ristorante, l’instancabile lavoro di Angelucci (e della sua famiglia) viene premiato dai clienti che ci vanno numerosi per gustare boscaiola, cinghiale, brodetto ed ogni altra specialità. Al sindacato, il suo lavoro (ma anche la sua creatività) vengono premiati da coloro che ci vanno per le dichiarazioni dei redditi, le vertenze sindacali e l’assistenza di patronato. Siccome questa utenza, negli ultimi anni, è quadruplicata la Cisl se ne è accorta ed ha chiamato il suo operatore ad altro incarico, affinché il modello di relazione operatore – assistito venga replicato anche in altre sedi italiane. Per questo Angelucci è stato contestualmente eletto in un organismo nazionale. Ciò vuol dire che chi aveva pensato a lui come un buon sindaco, capace di farsi carico delle istanze del mondo del lavoro e di chi in genere soffre (e per questo si serve dei patronati), non aveva sbagliato, tanto che il valore del dimissionario viene addirittura certificato dalla Cisl a livello nazionale.

Se l’uscita dal Consiglio comunale di Angelucci è di fatto un riconoscimento (sia pure da parte della Cisl), anche l’entrata nell’assise civica della sua surroga ovvero di Fabio Travaglini può considerarsi per quest’ultimo un riconoscimento: alle sue battaglie politiche, che appassionano pochi giovani. Ieri mattina ero col neo consigliere al liceo scientifico di Vasto, dove lui è stato relatore alla settimana della scienza. Presentandolo, la sua professoressa ha detto che Fabio era così anche durante gli anni delle superiori:  curioso, attento ed interessato a capire le dinamiche della storia, dell’economia e della società. Grazie a questa curiosità, si è impegnato in politica fin da giovane, ha fatto molta attività politica ed ora è entrato in Consiglio comunale, dove sicuramente non alzerà solo la mano. Chi lo conosce sa che interverrà, si studierà gli atti e sicuramente darà il suo contributo, sia pure di consigliere d’opposizione.

                                                                                                                                                             Ods

Ps Angelo Angelucci è nipote (figlio di una cugina) dell’ultimo sindaco democristiano: Alfredo Bucciantonio. Fabio Travaglini è nipote (figlio della figlia) del penultimo sindaco democristiano: Armando Tomeo. Se si considera che in Consiglio, tra i banchi dell’opposizione, siede anche Antonio Boschetti, ultimo segretario politico della Dc, si comprende che una parte cospicua della minoranza è composta da famiglie storiche dello scudo crociato. Per un paradosso della politica, tra i cinque consiglieri di opposizione solo uno ha avuto tessere (e militanza amministrativa) a sinistra, cosa che si spiega con il travaso di circa il 20% dell’elettorato che è passato da sinistra a destra alle ultime elezioni, che tuttavia la Magnacca non ancora consolida e fidelizza. Vedremo cosa succederà elettoralmente il 5 marzo e dove le 5 Stelle recupereranno il proprio consenso…sempre se decideranno di organizzarsi. Per quanto Travaglini è di famiglia democristiana è il caso che dia voce a quella sinistra che non ha voce in Consiglio, ma che nella città ha una storia gloriosa: dalle lotte del bosco a quelle contro Cirulli, dalle lotte operaie a quelle contro il clientelismo. Qualcuno dirà: può un erede di chi praticato politiche clientelari insieme a quelle per il benessere interpretare un’altra storia ? Si, se non vuole che i 2000 voti rossi andati alla Magnacca l’utimo volta restino lì per sempre.

©RIPRODUZIONE RISERVATA