Virginia Raggi ha fatto eseguire un' ordinanza, che nessun sindaco prima di lei (né di destra e né di sinistra) aveva fatto eseguire. Grazie alla sua decisione monocratica, ieri alcune ruspe hanno cominciato a demolire le ville abusive degli zingari, che ovviamente se ne sono
andati da quelle che case. E del resto che potevano fare di fronte a seicento vigili urbani armati, a tutte quelle telecamere ed alla polizia che scortava gli uomini di governo andati sul posto? Probabilmente a nessuno dei cacciati verrà in mente di fare qualcosa contro la Raggi fino a che è il sindaco di Roma, anche perché quest' ultima è scortata dai "suoi" vigili. Ma fra qualche tempo è verosimile immaginare che la Raggi perderà le elezioni (anche perché le sue performance amministrative non sono brillanti, al netto del coraggio, che le va onestamente riconosciuto). Da normale cittadino o anche da consigliere semplice perderà la scorta e quindi girerà per Roma senza protezione, come ogni semplice cittadino. In quel caso, qualunque ragazzino di quelle tante famiglie che si è permessa di "toccare" potrebbe aggredirla per strada e farle del male. Forse è questo il motivo per il quale i suoi predecessori (di destra e di sinistra) si sono ben guardati dal far eseguire l' ordinanza di demolizione. Il sindaco Raggi, invece, in controtendenza o non si è impaurita o non ha temuto ritorsioni. Ha fatto ciò che il suo concittadino Alberto Sordi le avrebbe caldamente sconsigliato, dicendole: "A Virgi', ma pensa alla famija, nde mette contro quessi, fai come l' altri". Insomma, volemose bene, mo e case c'è stano, a limite nun fa fa le altre. Stavolta tra l' Albertone nazionale e la Virginia de Roma ha prevalso quest' ultima. Chapeau davanti al suo caraggio... e lo dice un opinionista, che non è pentastellato, ma ammirato dal coraggio di una ragazza esile e forte. Ods