SAN SALVO | Il Comitato civico “San Salvo Lavora” due giorni fa ha scritto un durissimo comunicato contro l’assessore alle attività produttive Oliviero Faienza, anzi si è rivolto direttamente al sindaco
con queste testuali parole: “Caro Sig. Sindaco, Cara Tiziana, sei il miglior Sindaco che San Salvo potrebbe avere, però certi collaboratori non sono idonei al ruolo che rivestono e quindi faresti meglio a chiederne le dimissioni dando l'incarico a chi più competente.”
Da una maggioranza che per sfiduciare un suo consigliere ha vergato una corredata raccomandata, che per rispondere ad una mozione ne ha fatto un’ altra, che interviene di continuo con note stampa, lettere, post sui social e mail a firme congiunte e disgiunte ci si sarebbe aspettato quanto meno un comunicato di risposta o almeno qualche parola da parte del gruppo politico che ha espresso l’assessore o da parte di un consigliere o da parte dello stesso presidente del Consiglio. E invece niente. Silenzio assoluto.
A voler esser franchi, ci sarebbe voluto l’ intervento autorevole del primo cittadino, poiché al sindaco era rivolta l’esortazione (sopra riportata) di richiesta di dimissioni “dando l’incarico a chi più competente”. E invece il sindaco non ha detto nulla e né ha risposto per le rime al Comitato, spiegando che la sua fiducia al delegato è ben riposta.
La fonte della delega ha taciuto. Perché ? L’assessore Faienza, che tutti conoscono per essere educato e ligio collaboratore del sindaco, non meritava “due parole due” di fiducia ?
Oliviero (che, solo perché avevo omesso di attestarne la presenza in una conferenza stampa, si è giustamente risentito e me l’ha fatto notare, tanto che mi sono sentito io in dovere di scusarmi pubblicamente con lui) perché stavolta non ha chiesto ai consiglieri che lo sostengono, alla lista che lo ha eletto e al sindaco che lo ha delegato due parole di sostegno ?
Il povero Faienza, visto che nessuna parola (più o meno autorevole) in suo appoggio è arrivata, ha firmato lui stesso una risposta, che lo manda allo scontro contro il presidente del Comitato come suo predecessore (“non ci risultano aperture a marzo degli stabilimenti neppure quando l’assessorato era affidato a “menti illuminatissime”) e come barista (“Ma quale tutto chiuso! Forse ci si riferisce ad alcuni bar che chiudono durante l’ora di pranzo, nell’area del cosiddetto Quadrilatero”).
Non solo. Faienza ha anche firmato la nota contro un dirigente del Comitato (“e poi c’è chi lucra, ed è ben noto al Comitato civico cittadino “Sansalvo lavora”, facendo business con gli extracomunitari”), lasciandosi esporre in uno scontro che lo potrebbe trascinare in una polemica che non dovrebbe affrontare da solo.
Infine, l’assessore è stato fin troppo buono, tanto che mentre ha firmato il comunicato che lo mandava al macello (politico) è arrivato a scrivere: “Per il resto sono felice nel constatare che anche il Comitato civico cittadino Sansalvo lavora concorda nell’affermare che Tiziana Magnacca sia il miglior sindaco che San Salvo potrebbe avere.”
Ma qui non è discussione la figura del sindaco ! E’ piuttosto in discussione una classe dirigente, che non può tollerare che un suo esponente venga svillaneggiato senza dire una parola. Una classe dirigente per dirsi tale deve essere connettivamente legata da spirito di solidarietà interna, che la nostra evidentemente non ha, tanto è vero che i fuoriusciti Filomena D’Addario e Nicola Argirò sono super offesi, l’una per essere stata scaricata via raccomandata e l’altro per mancanza di rispetto, ribadita nell’ultimo Consiglio comunale.
Dire “abbiamo un buon sindaco” non è sufficiente se non si ha la squadra. Ma la squadra non la si crea se non si è orgogliosa di essa. Come si può far crescere un assessore o valorizzarne il suo operato amministrativo se non gli si fa sentire il calore di una risposta di fronte ad un attacco esterno ? Come si può bloccare il disagio di un consigliere se gli si manca di rispetto ? Di fronte a queste manchevolezze è chiaro che un assessore non grondi di autostima e finisca per fare come Faienza, che, non trovando nessuno che lo difende, si mette a difendersi da solo. Anzi, se trova uno come me (che lo stima) è pronto a fargli notare una piccola dimenticanza, ma poi non riesce a rilevare la vera e propria mancanza di sensibilità in chi ritiene più potente di lui.
La mancanza di connettività interna genera due opposte reazioni: abbandoni e guerre (in tipi come D’Addario ed Argirò) e atteggiamento remissivo (in brave persone come Faienza o Artese).
MA ATTENZIONE: questo col tempo può diventare rassegnazione di fronte al potere, che poi è ciò che abbiamo combattuto fortemente negli anni settanta ed ottanta del secolo scorso. Guai se un consigliere si sente accerchiato. Guai se un assessore non pretende l’aiuto dei colleghi di Giunta. Il problema diventa dei cittadini, che alla lunga perdono la spina dorsale. E questo – ci perdoni Faienza - non possiamo permetterlo.
Ods