"Ribadisco che sul Centro ci vuole uno studio"
Nell'incontro promosso da Clementina De Virgilis sul centro urbano avevo chiesto di fare una diagnosi prima passare alla terapia. Trattandosi di un organismo sociale e non biologico, la diagnosi consiste in una indagine sociale quali- quantitativa. Per la verità non avevo detto proprio così,
ma mi ero limitato a chiedere uno studio preliminare prima di arrivare alla terapia. Il giorno dopo sono stato contattato dal mio caro amico presidente di Anva Confesercenti regionale Domenico Guala'. Il quale mi ha detto che uno studio già esiste. Gli ho risposto di non conoscerlo e lui gentilmente me lo ha fornito, cosa di cui lo ringrazio di vero cuore. Si tratta di uno studio del 2012 fatto su incarico della Camera di commercio, che tuttavia io non reputo pertinente al nostro caso. Personalmente penso che siano da indagare i motivi personali e collettivi per i quali molti cittadini non vengono in centro, né per passeggiare e né per fare acquisti. E questo lo si comprende se si somministrano dei questionari specifici.
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Solo dopo questo studio (in presenza di veri elementi analitici) si inizi a parlare di terapia. E dopo tale studio si convochi un tavolo per la disamina della inchiesta con tutti gli attori interessati: operatori commerciali ed economici del centro, amministratori pubblici, proprietari degli immobili, imprenditori edili e soprattutto i giovani. I quali avrebbero tutto da guadagnare se il centro (ri)diventasse il luogo della socializzazione cittadina, al posto dei tanti "non luoghi". Le risultanze del tavolo siano poi trasmesse all' Aministrazione comunale, istituzionalente deputata a raccogliere le proposte per attuare gli interventi finalizzati a riportare gente in centro.
Orazio Di Stefano
Ps. Partire da uno studio pertinente significa rilevare le specificità del nostro centro: l' alto numero (positivo) di ambulatori e bar, la complessa situazione del traffico, il nuovo tessuto demografico (con immigrati che vivono in vecchie case, con meno confort degli appartenenti periferici), il tessuto sociale sansalvese integrato, fatto da tremila nativi e diciassette mila oriundi. Se lo studio che invoco dovesse avere queste caratteristiche, darei volentieri la disponibilità a collaborarvi