LA VIA CINESE CONTRO IL CORONAVIRUS

La psicologia delle folle è un libro del 1895, scritto da Gustav Le Bon che ci fa capire perché le folle fanno le cavolate, tanto più nei momenti di paura collettiva.

L' esempio di scuola è che se in un cinematografo si avverte odore di bruciato, muoiono più persone uccise dalla calca che dal fuoco. Risiede nell' atteggiamento (prima che nel comportamento panicante) l' obbligo di legge per il quale nei locali pubblici sono obbligatorie le uscite di sicurezza, che, dopo i fatti di Torino, lo sono diventate anche per gli eventi all' aperto.

E risiede nel "panico politico o nel tentativo di capitalizzare l' altrui panico politico" il motivo delle cavolate bypartisan fatte nella vicenda del coronavirus.

Le cavolate sono bypartisan, perché (tanto per fare degli esempi):
sono ascrivibili al Governo la chiusura dei voli dalla Cina e l' iniziale moltiplicazione dei tamponi a sintomatici o tornati dalla Cina (e non a sintomatici E tornati dalla Cina).

Mentre sono ascrivibili alla Lega la battuta sui cinesi che mangiano topi vivi e la diffusione dell' ultimo Decreto provvisorio, che ha fatto "scappare" i meridionali da Milano.

Ma cavolate, sempre dovute al panico collettivo ben esaminato fin da 125 anni fa, le hanno fatte tutti, non solo i politici o gli "scappati da Milano".

Cavolate le abbiamo fatte noi comunicatori, seminando ulteriore panico. Le hanno fatte i francesi col video contro di noi italiani. Le hanno fatte gli europei, bloccando il commercio di mascherine e chiedendo prodotti coronafree. Le ha fatte il solito Trump, minimizzando i suoi contagiati, per ragioni economiche.

Sembra che gli unici a non aver fatto cavolate siano i cinesi, che peraltro ci hanno mandato generosamente le mascherine.
È probabile che la comunanza nella tragedia cementifichi ulteriormente i rapporti sino-italiani sia sotto il profilo politico che economico.

Allora che fare?
Se si continua a fare cavolate non resta che la via cinese contro il coronavirus... anche se è una via autoritaria.

Ods