Il miglior modo per onorare questa festa
In occasione della odierna festa delle Donne, vorrei ricordarne tre: una l'abbiamo salutata proprio ieri, un'altra l'abbiamo salutata poco più di due mesi fa ed un' altra, che è ancora tra noi, l' abbiamo vista ed ascoltata in questa video intervista, rilasciata al figlio.
Si tratta, rispettivamente, di Antonietta Stivaletta, Michelina Pracilio e Nicoletta Zappetti: tre donne del secolo scorso, nate tra le due guerre mondiali e, dunque, sposatesi nell' immediato secondo dopoguerra. Ovvero in un momento difficile, senza lavoro e senza benessere. Eppure esse non hanno rinunciato a mettere su famiglia e a partorire.
C'era la miseria, ma loro tre, coi rispettivi consorti, hanno generato figli, peraltro diventati sindaco ed assessori di questa città.
Sono state braccianti agricoli ed agricoltori, ma hanno avuto la soddisfazione di avere i figli, che avrebbero fatto lavori d'ufficio.
La vita, nel dopoguerra, per Antonietta, Michelina e Nicoletta era dura, durissima. Ma non hanno rinunciato a costruire un futuro per sé stesse e per le proprie famiglie.
L' hanno fatto, partecipando alla missione nazionale della loro generazione: ricostruire l' Italia, distrutta dalla guerra perduta e dal repentino cambio di alleanze militari.
L' hanno fatto, partecipando alla missione ideale delle loro famiglie: l'adesione al Pci, con la relativa militanza attiva.
L' hanno fatto, partecipando alla missione locale di quella stessa generazione: l' occupazione del Bosco Motticce e la creazione delle prime cooperative agricole.
L' hanno fatto, partecipando al doveroso processo di socializzazione intergenerazionale: educando gli eredi all' impegno sociale e politico, tanto è vero che i rispettivi figli Gabriele, Peppino e Donato sono stati a lungo dirigenti politici.
L'incipit dell'omelia di ieri da parte di Don Raimondo è stato giustamente: "Antonietta era una donna combattiva". Nell' editoriale in sua morte, io stesso definii "Michelina Pracilio una combattente".
Il tratto della personalità altrettanto combattiva di Nicoletta Zappetti emerge chiaramente nella intervista che ho sopra ricordato, allorquando racconta la partorienza della figlia Maria, avvenuta a casa e dopo il lungo cammino dalla Treste.
Si devono alla combattività di quelle donne i diritti delle donne di oggi.
Si deve alla combattività di quella generazione il benessere di oggi.
Si deve a quegli anni di duro lavoro la crescita economica e culturale successiva.
Ovviamente ho preso ad esempio Antonietta, Michelina e Nicoletta, perché ne ho conosciuto le gesta e le doti umane e perché conosco bene i rispettivi figli, ma potrei parlare di tante altre loro coetanee, combattive e sincere quanto loro: ricordare queste donne mi sembra il modo più giusto per onorare la festa della Donna.
Orazio Di Stefano
Commenti
Infinitamente grazie...a nome di tutta la famiglia Torricella/Pracilio.
Feliciana
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