VASTO | Un’affezionata lettrice mi ha chiesto qualche previsione elettorale per Vasto. Posto che solo i maghi fanno previsioni, azzardo qualche ragionamento “predittivo” basato
comunque su variabili, che rendono le scienze sociali incerte da quelle naturali dove le variabili sono l’eccezione. Nel campo dei sondaggi, invece, le variabili sono la regola e, dunque, basta che anche una sola di essa subisca variazioni non previste che può saltare la risultanza ipotizzata. Ma, per rispetto che devo alla signora che mi ha sollecitato e solleticato, metto in fila (anzi azzardo) un ragionamento che scompongo in dieci riflessioni:
PRIMO – Dalla seconda repubblica in poi il voto è definito molto volatile, nel senso che (non essendoci più i partiti ed il vecchio senso dell’appartenenza) gli elettori tendono a cambiare spesso e volentieri il partito cui votare. Molti studi sul campo fanno corrispondere i cosiddetti zoccoli duri (ovvero quelle aree che votano uno schieramento a prescindere da chi candida) al 50% del dato storico. A Vasto sia dieci che cinque anni fa la sinistra ha preso il 40%, candidando il solo Lapenna, la destra ha preso il 40% (candidando prima Tagliente che prese il 30% e Giangiacomo il 10% e poi Della Porta e Desiati che ebbero all’incirca un 20% a testa). Il 50% del 40% fa il 20%. Potremmo dire che qualunque esponente si fosse candidato alla testa di questi due schieramenti non avrebbe avuto meno del 20% e che quindi sotto al 20% non andranno né Desiati e né Menna.
SECONDO – Andando a considerare l’area centrale (che nel 2006 Peppino Forte strappò al centrodestra e che ammontò al 20%) oggi potenzialmente rappresentata dai democristiani Olivieri e Laudazi, potremmo dire che il suo zoccolo duro sta nel 10%.
TERZO - Andando a considerare l’area delle 5 Stelle, non abbiamo uno storico consolidato come per le altre forze sopra ricordate, ma potremmo ipotizzare che il suo zoccolo duro sia comunque nel 10%.
QUARTO – La forza elettorale di Montemurro purtroppo non è calcolabile col criterio adoperato perché il candidato della Dc – Mossa Giusta non ha un dato di riferimento storico, anche se ha avuto preferenze personali in passato.
QUINTO - Sommando i 4 zoccoli duri calcolati col criterio del 50% sul dato elettorale storico (20% destra, 20% sinistra, 10% Laudazi e 10% 5 Stelle) si arriva al 60%. Resta da attribuire il 40%, che è il vero voto volatile, che si sposta facilmente, perché sensibile alle offerte clientelari e che decide all’ultimo momento, perché influenzabile dalla composizione delle liste e dalla campagna elettorale. A chi andrà questo 40% volatile tra i 5 candidati ? Bisogna vedere alcune componenti –variabili.
SESTO –All’interno del voto volatile c’è ciò che farà la differenza. Sicuramente c’è una componente di protesta ed insoddisfazione per gli uscenti, che oggettivamente si orienterà tra le 5 Stelle e Desiati. Certo, il candidato Menna quando parla di rinnovamento e di rinnovamento generazionale guarda anche a questa potenzialità elettorale, ma è più probabile che chi vuole cambiare si orienti verso chi è stato all’opposizione. C’è poi una componente che vota ai candidati e non c’è dubbio che le liste di centro, di destra e di sinistra abbiano penetrato il tessuto sociale delle città: quelle di Desiati e di Laudazi con stimati professionisti (che nelle volte precedenti non avevano accettato la sfida) e quelle di Menna con amministratori uscenti (che avendo gestito il potere comunque raggiungono aree annidate nella città).
SETTIMO –Bisognerà quindi vedere il gradimento degli uscenti, dalle cui preferenze si capirà il grado di soddisfazione dell’Amministrazione precedente. E’ certo che se con Lapenna, Menna e Si la parte della sinistra è ben presidiata, la parte democristiana (di Forte, Sputore, Tiberio, Marchesani) non ha solo l’onere di riaffermare il proprio operato amministrativo, ma anche di contendere il voto della propria area al Nuovo Faro ed agli eredi di Tonino Prospero.
OTTAVO –Stante le variabili predette, a chi andrà il 40% volatile tra i 5 candidati?. Qualunque cosa dicessimo, potrebbe anche rivelarsi giusta, ma non sarebbe corretto perché non supportata da tecniche di ricerca quantitativa. Tuttavia si può dire che il voto volatile può aprire dal 6 giugno due partite fondamentali. Una coi 5 Stelle al ballottaggio ed una coi 5 Stelle fuori dai giochi, perché i grillini al secondo turno non possono apparentarsi.
NONO – In ballottaggio tradizionale Destra/Sinistra, le 5 Stelle non possono apparentarsi, ma lo può invece fare Laudazi, che con lo zoccolo duro dell’area democristiana potrebbe fare la differenza, sempre che la forbice tra il primo ed il secondo ballottante non sia eccessiva. In caso di ballottaggio cosa faranno Laudazi ed Olivieri ? Sicuramente saranno tirati per la giacca da una parte e dell’altra. Verso destra potrebbero essere spinti da un loro amico storico ovvero Eugenio Spadano. Verso sinistra potrebbero essere spinti da un loro amico potente. Ovvero…
DECIMO -…Luciano, non Luciano Lapenna. Ma Big Luciano ovvero Luciano D’Alfonso, a cui la coalizione vastese e Silvio Paolucci chiederanno di convincere Laudazi ed Olivieri a fare ciò che fece Peppino Forte nel 2006: apparentarsi (o accordarsi) con la sinistra. Ma il Faro lo farà ? Anzi, Luciano D’Alfonso proverà a convincere il suo scalpitante consigliere regionale Olivieri ? E a che prezzo ? Questa è tra tutte le variabili la più incerta. E’ più facile capire cosa faranno trentaseimila elettori che non cosa farà Big Luciano…sempre che il suo aiuto serva, ma questo lo sapremo la notte del 5 giugno.
Orazio Di Stefano