SAN SALVO | Si fa un gran parlare di nuovismo e di ricambio nelle Istituzioni. Ma quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. O meglio, i duri tornano a giocare.
E’ il caso di Luigi Raspa, detto Gino, che è tornato alla presidenza del Consorzio Icea, dopo alcuni anni in cui aveva lasciato spazio alle nuove leve, ai figli dei colleghi della sua generazione, come Davide Zara, figlio di Ennio e Sandro Sabatini, figlio di Nicola. Ennio e Nicola, coetanei di Gino, con lui avevano gestito il Consorzio dopo la sua fondazione alla metà degli anni ottanta del secolo scorso. Per un trentennio circa la presidenza era stata quasi sempre affidata a Raspa o a suoi coevi, tranne che nell’ultimo quinquennio in cui, appunto, la seconda generazione (dei trentenni) si era incaricata di amministrare direttamente o coamministrare l’ Icea. Con le elezioni della settimana scorsa, Raspa è stato rieletto alla massima carica, nella quale si era sempre distinto rispetto alle Amministrazioni in carica, mettendo pervicacemente al primo posto dei suoi mandati l’autonomia dal potere politico. Cosa che, nel ’98, gli era costata la defenestrazione dal Consiglio comunale dove era stato eletto (e dove era tornato dopo un ricorso vincente al tribunale di Vasto) ed un lungo impegno in un contenzioso storico col Comune, che va ancora avanti. A mettere la parola fine alla causa milionaria potrebbe essere la Suprema Corte di Cassazione (cui l’Amministrazione Magnacca è ricorsa dopo la soccombenza alla Corte d’Appello) o anche un accordo, del quale pure si parla insistentemente e che solo l’autorevolezza di Raspa potrebbe far accettare ai soci, che di lui si fidano ciecamente, poiché è di fatto il padre del Consorzio. Un padre a cui si ricorre, come detto, quando il gioco si fa duro. Al neo-(ri)presidente le felicitazioni della nostra redazione.
Ods