Ieri sono stato alla prima di Hammamet. Con me c' erano una ventina di compagni socialisti sansalvesi. Di Vasto c' era Gino Masciulli e Alberto De Simone. E c'erano pure Domenico Guala', Natalia Di Virgilio, Agostino Monteferrante, Antonia Schiavarelli e Tiziana Magnacca, cosa che non è sfuggita a nessuno dei presenti e che a me personalmente ha fatto molto piacere.
Durante il film mi è tornato alla mente il congresso socialista di Fiuggi del '98, in cui intervennero il presidente del Consiglio dei ministri in carica, Massimo D' Alema, e il presidente della Repubblica emerito, Francesco Cossiga.
Riferendosi proprio alle vicende umane narrate dal film, Claudio Martelli disse: "Sul piano umano, ciò che sta vivendo Craxi ad Hammamet è la sofferenza di una persona e di una famiglia: una famiglia socialista".
Ciò che ha vissuto Bettino Craxi negli ultimi cinque anni della sua vita in terra tunisina (nella casa diventata set cinematografica) sono stati cinque anni di sofferenza vissuti dalla moglie, da Stefania e Bobo e somatizzati da lui stesso. Una indicibile sofferenza per la diaspora del suo partito, per la sua vicenda giudiziaria e per l' acutizzarsi del diabete, dello scompenso cardiaco e per l' emersione di un tumore al rene, che lo avrebbero portato alla tragica morte.
Concause patologiche che ne determinarono il dolore psicologico e fisico, gli scatti d' ira, l' umore plumbeo, lenti solo dalle visite di parenti ed amici, dall' affetto della povera gente tunisina e dalle lunghe passeggiate lungo la spiaggia, da cui poteva vedere l' Italia... nelle limpide giornate.
L' interpretazione di Favino è stata magistrale, perché l' attore si è calato nella personalità burbera e sofferente dell' ultimo Craxi, dando il senso a noi, che lo ricordiamo da potente ed acutissimo statista e leader politico internazionale, di cosa in fondo sia la vita umana:
alfa e omega, ricchezza e povertà, fama e solitudine, gioie e dolori, amici e nemici, luci e ombre, bene e male, potere e sottomissione.
Queste condizioni Craxi ha tutte vissute, tranne l' ultuma: la sottomissione: lui non si è mai sottomesso.
Non si è sottomesso ad un' inchiesta, che, a torto o a ragione, riteneva persecutoria. Non si è sottomesso ai comunisti, che riteneva i sostenitori politici, se non gli ispiratori, di quell' inchiesta.
Non si è sottomesso al circuito mediatico, che in massima parte ne ha oscurato la malattia, dopo averlo ossequiato in vita, dovendo seguire i nuovi potenti.
Non si è sottomesso in Tunisia esattamente come non si era sottomesso in Italia, dove aveva mostrato orgoglio e lungimiranza.
Non si è sottomesso e non si è reciclato e per tenere alta la barra ha pagato con la sua stessa vita.
Non foss' altro che per questo dovrebbero tutti averne rispetto. Ma si sa che chi ha i sensi di colpa non può farlo, come non possono farlo gli ominicchi, i quali il proprio padrone lo vogliono sempre potente. E quando non lo è più cambiano cavallo.
Craxi non era un ominicchio, ma un Uomo, che ha sofferto ed è morto, come potranno tutti vedere nel film, che giustamente non è un docufilm.
Ods
Commenti
perchè se libero un uomo muore, che cosa importa di morir". Ecco. Craxi è morto da Partigiano della Politica...da Uomo Libero! E lo spessore dell'ideale dell'Uomo è racchiusa nel suo ultimo testamento morale: "La mia libertà equivale alla Mia Vita"
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