A 20 anni dalla morte di Bettino Craxi, Claudio Martelli gli dedica il libro: “L’antipatico: Bettino Craxi e la Grande Coalizione (La Nave di Teseo)”Si è tenuta presso la libreria “la Feltrinelli” di Piazza Piemonte a Milano la presentazione dell’ultimo libro di Claudio Martelli, “L’antipatico: Bettino Craxi
e la Grande Coalizione (La Nave di Teseo)”. Milano è sempre stata doppiamente legata al Partito Socialista essendo considerata, tra l’altro, la sua città simbolo, anche per aver dato i natali a Bettino Craxi e a tanti altri dirigenti socialisti. Per tanto era forse naturale, anche se non scontata, l’attesa e la partecipazione all’incontro presentazione, con presenze di giovani e meno giovani, con tanti ultra 60enni legati, in qualche modo, al mondo e alla storia del Partito Socialista di Craxi. Ospiti dell’incontro, oltre all’autore ed ex Ministro della Giustizia, il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, la regista Andrée Ruth Shammah ed il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, arrivato in ritardo all’appuntamento in quanto bloccato a Roma per un impegno relativo all’organizzazione delle Olimpiadi. L’ex guardasigilli e storico “delfino” di Bettino Craxi - a 20 anni di distanza dalla sua scomparsa – con questo libro ne traccia un personale ed esclusivo ritratto, essendone stato collaboratore ed amico ristretto. Così nella sua presentazione parte dal raccontare, in sintesi, la figura di Craxi dalla sua giovinezza e dalle sue origini, fino agli ultimi giorni di vita ad Hammamet, attraverso il ricordo di alcuni momenti nei quali viene fuori la figura di “Statista”, passando anche per alcuni errori commessi tra cui “quello di tornare a fare il Segretario del Partito dopo l’esperienza da Presidente del Consiglio, trovandosi impigliato nelle dinamiche gestionali del partito”. Sulla natura del suo libro Martelli ha evidenziato come “L’antipatico” non sia una biografia, che andrebbe a sommarsi alle tante che sono state già scritte, bensì il “racconto del Craxi e delle cose che ha visto e sperimentato” concentrandosi piuttosto “sull’aspetto biografico dell’inizio della sua storia e della sua carriera politica”. “Probabilmente non sarà il Craxi giusto o quello che piace a tutti – ha affermato Martelli – ma io ho scelto alcuni temi senza soffermarmi sui luoghi comuni tradizionali della polemica e della difesa”. Ma su un luogo comune della polemica è comunque intervenuto, sottolineando con convinzione il fatto che Craxi “ha vissuto gli ultimi anni della sua vita da rifugiato politico e non da latitante, in quanto latitante è chi si nasconde, mentre Craxi non era nascosto, addirittura ad Hammamet andavano a trovarlo in tanti. Lui stesso più volte invitò i magistrati ad andare ad interrogarlo ad Hammamet, cosa che però non fecero." Di natura diversa invece il pensiero del Sindaco di Milano Giuseppe Sala che - a margine dell’incontro – interpellato sulla questione “se Craxi fosse latitante o rifugiato” ha affermato: "su questo punto sarei un filo più prudente", fermo restando che comunque che “si poteva fare qualcosa in più in merito alle cure mediche che gli si potevano garantire”. Sala nel corso del suo intervento, è intervenuto anche in merito alla discussione e alle polemiche rispetto alla possibile intitolazione di una via di Milano a Bettino Craxi, affermando che “sarebbe utile un serio dibattito, anche in Consiglio Comunale” affrontando e chiarendo alcuni temi tra cui, ad esempio, quello “dell’aumento del debito pubblico”. A 20 anni dalla morte di Bettino Craxi questo libro, con le parole e i racconti di chi Come Claudio Martelli ne ha condiviso ascesa e declino, vuole provare anche a “sfatare la leggenda del Craxi antipatico”, in quanto in realtà la “rudezza e spigolosità dei suoi modi” era legata al suo “carattere molto forte”, anche se - forse - “l’antipatia assegnata a Craxi è uno di quei casi in cui si attribuisce a un uomo un cattivo carattere semplicemente perché ha carattere. Ma il carattere forte e determinato di un uomo che va per la sua strada, che non si piega agli ostacoli né si arrende alle avversità, dovrebbe suscitare ammirazione, non antipatia.”
Luca Branda