Università di Perugia lanciato il progetto “Diagnosticando” per diagnosi Covid a distanza
È stato approvato dal Comitato Universitario di Bioetica dell’Università degli Studi di Perugia il progetto “Diagnosticando: test antigenici e molecolari point-of-care per la tele-diagnostica di COVID-19” al fine di effettuare test antigenici e molecolari a distanza per la diagnosi di SARS-CoV-2.
È quanto si apprende dal comunicato pubblicato sulla pagina Facebook dell’Ateneo. Responsabile del progetto sarà la Prof.ssa Antonella Mencacci del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, con la collaborazione dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, del Dipartimento di Prevenzione della USL Umbria 1 e dell’Albo dei Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico.
“Sulla base di nuove tecnologie di informatica diagnostica – si legge nel comunicato - sarà per la prima volta possibile effettuare test antigenici e molecolari a distanza su tutto il territorio regionale. I risultati dei tamponi nasofaringei, nasali, orali o salivari verranno contestualmente trasmessi in tempo reale al laboratorio di Microbiologia per la validazione clinica.”
Un progetto innovativo che può dare un contributo importante nella lotta alla diffusione della Pandemia da Covid-19, in quanto “potrà intervenire direttamente e rapidamente, in loco, in comunità individuate come a rischio di sviluppo di focolai di infezione da SARS-Cov-2. Ciò al fine di valutare l’applicabilità del modello all’intero territorio regionale e raccogliere dati utili a valutare l’efficacia delle diverse tipologie di tamponi.”
Al termine della fase in cui il progetto verrà sperimentato, continua il comunicato, ”verranno raccolti ed elaborati i dati relativi ai campioni di popolazione, numero dei test effettuati, tempi di esecuzione e refertazione, efficacia delle misure applicate e idoneità dei diversi campioni biologici.”
Inoltre, conclude il comunicato dell’Università degli Studi di Perugia, “l’Unità Mobile, inoltre, permetterà di raggiungere quei soggetti non autosufficienti o che hanno difficoltà a recarsi di persona ad effettuare i test diagnostici”, come – ad esempio - residenti in RSA, centri per pazienti autistici e zone rosse”
Luca Branda