-Università presenti a Roma: 44, tra pubbliche, private e confessionali.
[Roma 2030 a cura di Domenico De Masi, Einaudi, Torino 2019]
-Numero di droni non-giocattolo presenti oggi in Italia: 14.000. Nel 2016: 2.400.
[il Giornale].
-Visitatori quotidiani della Gioconda prima del coronavirus: 45 mila,
più o meno tutta Vasto(CH).
[Repubblica]
-«Schierato a parole con i “gretini”, Bill Gates, il fondatore della Microsoft, al pari di Jeff Bezos (Amazon) e Jony Ive (Apple), viaggia solo con il jet privato. Secondo il Guardian, nel 2017 ha volato per 320 mila chilometri e prodotto 1.600 tonnellate di CO2».
[Lorenzetto, Arbiter]
-Alex Williams e Jonah Engel Bromwich hanno analizzato sul New York Times il modo in cui i ricchi affrontano il coronavirus. «Williams e Bromwich commentano per cominciare un selfie pubblicato su Instagram da Gwyneth Paltrow: nella foto l’imprenditrice di Goop – in aereo, diretta a Parigi per la Fashion Week – non sfoggia una semplice mascherina usa e getta, come quelle indossate da Kate Hudson e Bella Hadid, ma un’elegante maschera svedese creata da Airinum, cinque strati di filtrazione, “rivestimento ultrasonico e delicato sulla pelle” e un prezzo che va da 69 a 99 dollari (impossibile procurarsene una: è esaurita fino ad aprile: volendo ci si può mettere in lista d’attesa). La domanda è aumentata anche per i kit di sopravvivenza (con salviettine umidificate, disinfettante per le mani, torcia elettrica e altri oggetti) venduti da Judy, una start-up guidata da Simon Huck, noto amico di Kim Kardashian West. Il massimo del lusso, però, è la possibilità di assicurarsi la garanzia di avere accesso 24 ore su 24 a qualsiasi tipo di visita specialistica immediata e un pacchetto di servizi ospedalieri sempre disponibili. La Sollis Health di New York, ad esempio, offre abbonamenti familiari per circa 8.000 dollari all’anno, garantendo un pronto soccorso per soli Vip nell’Upper East Side, a Tribeca e, in estate, un servizio di chiamata a domicilio negli Hamptons. I ricchi che stavano pianificando vacanze nei Paesi colpiti dall’epidemia hanno optato per l’isolamento via mare degli yacht, per rilassarsi al sole lontano dalle “coste infette”».
[RivistaStudio]
Il castello di carte
L’agenzia dell’Onu che si occupa di commercio (Unctad) sta monitorando gli effetti dell’epidemia sull’economia mondiale: delle 100 multinazionali che osserva come barometro, più di due terzi hanno già pubblicato comunicati sull’impatto del virus sui loro conti, 41 hanno emanato profit alert, cioè hanno avvertito gli azionisti che i profitti dell’anno sono da rivedere al ribasso rispetto a quanto annunciato prima. Il settore dell’automobile, per esempio, si aspetta ricavi inferiori del 44 per cento nell’anno fiscale 2020, quello del trasporto aereo del 42 per cento. Energia e materiali di base – ingredienti per il resto della produzione – saranno in calo di almeno il 13 per cento. L’indice Pmi cinese, che misura l’andamento dell’economia reale, a febbraio è crollato da 51,1 a 40,3 punti nella manifattura e da 51,1 a 26,5 nei servizi. «Valori così bassi non venivano registrati dalla crisi globale finanziaria, tali segnali fanno temere il possibile avvio di una recessione globale», osserva l’Ufficio parlamentare di bilancio italiano, l’autorità indipendente sui conti pubblici. Un disastro epocale.
Cina
La Cina produce adesso ogni giorno 1,66 milioni di mascherine del tipo N95 (le migliori), cioè cinque volte di più rispetto all’inizio di febbraio. Dalle fabbriche ogni giorno escono 110 milioni di mascherine di tutte le qualità, cioè il doppio rispetto all’inizio di febbraio. L’Iran, che aveva inviato un milione di mascherine in Cina all’inizio di febbraio, in piena emergenza, esaurendo il proprio stock, ora, a sua volta in difficoltà perchè colpito dalla pandemia, ne ha ricevute 250 mila da Pechino a fine febbraio.
Pechino cerca ora di recuperare la propria immagine distribuendo materiale di protezione contro il virus in tutto il mondo accompagnato dai kit per i test. Jack Ma, il fondatore di Alibaba, ha annunciato una donazione di un milione di mascherine al Giappone e all’Iran, in difficoltà. La stampa cinese ha registrato la distribuzione, a fine febbraio, di mascherine gratuite per la strada a Nagaya, in Giappone, da parte di studenti cinesi presenti nel Paese nipponico per uno scambio universitario.
[ItaliaOggi]
Lavoro, è boom del part time
Nel quarto trimestre 2019 il numero di persone con un lavoro in Italia è cresciuto di 207 mila unità (+0,9%) rispetto allo stesso periodo del 2018. Sono così sei gli anni di fila che si sono chiusi in positivo, ma stavolta l’aumento è meno intenso ed è tutto dovuto al part time: in nove casi su dieci coincide con posti di lavoro a orario ridotto, che sfiorano i 4,5 milioni. E spesso è un’imposizione. Nel trimestre in esame gli occupati a tempo sono aumentati di poco (+43 mila, +0,2%), molti di più quelli part time (+164 mila, +3,8%). Il tasso di disoccupazione è del 9,7%, quando nel 2019 era del 10%.
M5s, in Valle d’Aosta solo 68 votanti
«L’esito della consultazione per le Regionarie in Valle d’Aosta, Veneto e Marche ha dimostrato ancora una volta la fragilità della base del M5s sui territori. A parlare sono i numeri e i risultati. Per la Regione a statuto speciale il candidato governatore del Movimento sarà Luciano Mossa con 31 preferenze. Ma a votare su Rousseau sono stati 68 attivisti in tutto. Nelle Marche, nel duello tra “volti storici”, si è imposto al ballottaggio Gian Mario Mercorelli con 454 voti (58%) su Andrea Quattrini, fermo a 329. Neanche 800 votanti in totale. In Veneto a sfidare Luca Zaia sarà Enrico Cappelletti. Per l’ex senatore 844 voti (51,7%) contro i 788 di Erika Baldin, consigliere regionale uscente. Cappelletti al primo turno ha raccolto 96 voti nella provincia di Treviso, terzo nella sua zona e dodicesimo in totale come preferenze. E anche Baldin, ferma a 167 preferenze, è arrivata seconda a Venezia e quarta in totale».
[CorrieredellaSera]
Passi
Tra le cose da fare stando chiusi in casa, leggere il Viaggio intorno alla mia stanza di Xavier de Maistre, colpevole di essersi fatto coinvolgere in un duello e condannato nel 1790 a star chiuso per 42 giorni nella sua cameretta di Alessandria. Uno spazio che permetteva camminate di appena 36 passi. «Racconta la sua poltrona e il suo letto, in bella prospettiva e con tende illuminate dal primo raggio di sole. Quando gli va, avanza senza staccare le chiappe dalla poltrona, trascinandola qua e là. Proprio solo e derelitto non è, vive con la cagnolina Rosine e può contare sul servo Joannetti. Ogni quadro, ogni oggetto, ogni fiore seccato gli ricorda qualche sciocchezza. Con spirito: di tutti i dipinti, le signore in visita preferivano lo specchio incorniciato».
[Il Foglio]
Gheddafi
Gheddafi diede inizio nel 1984 alla costruzione del Grand Omar Mukhtar Reservoir, il secondo bacino artificiale del pianeta, detto l’ “ottava meraviglia del mondo”. Da qui parte il “Grande Fiume Artificiale”, duemila chilometri di tubi larghi quattro metri (ci passa un tir) che pigliano l’acqua da 1.300 pozzi dello Jebel al-Hasawinah e dello As Sarir e la trasportano attraverso il deserto fino alla costa. Sei milioni di litri d’acqua al giorno, il più lungo acquedotto della Terra. I pozzi stanno molti chilometri sotto terra, si sono formati tra 20 e 40 mila anni fa, quando sul Sahara pioveva parecchio, occupano 350 mila chilometri cubici, fanno parte del bacino di acqua fossile di Kufra. Quattordici miliardi di dollari dell’epoca, tutti messi dalla Libia. Costruzione, Gheddafi in vita, arrivata poco oltre la metà. Costo finale: 25 miliardi di dollari di allora. Pil annuo della Libia sotto Gheddafi: 35 miliardi. Abitanti della Libia al tempo: 6 milioni. Si calcolava che l’acqua resa disponibile dal Grande Fiume Artificiale sarebbe bastata per i prossimi 14 mila anni.
[Primo libro delle profezie]
Smart working
Il lavoro da casa, o telelavoro, o lavoro agile, o smart working era comunque già aumentato nel 2019, +20% sul 2018, 570mila lavoratori coinvolti (dati dell’Osservatorio della School of management del Politecnico di Milano).
[Casadei-Melis, Sole]
Buste paga
-«Durante il mio impegno come commentatore agli U.S. Open, qualcuno mi passò una busta: Donald Trump mi offriva un milione di dollari per giocare con una delle sorelle Williams in un suo hotel. Sorrisi. Qualche giorno dopo le Williams diffusero un comunicato in cui affermavano di non voler giocare contro un “vecchio”».
[John McEnroe (con James Kaplan) Non puoi dire sul serio, Piemme].
-In Cina a febbraio il prezzo della carne di maiale è salito per il dodicesimo mese di fila (+135,2% contro +116% di gennaio). Il motivo è sempre lo stesso: la peste suina africana che ha decimato gli allevamenti.
[Sole]
–Denis Sassou-Nguesso, presidente del Congo Brazzaville dal 1979 a oggi, e ora sotto inchiesta, pagò 114 mila euro un paio di scarpe di coccodrillo.
[La Repubblica]
-La ricchezza di Raffaello: «Dicesi che ha lassato ducati 16 milia, tra quali 5000 in contati, da essere distribuiti, per la magiore parte, a’ suoi amici e servitori». Così Marcantonio Michiel, collezionista, in una lettera dell’11 aprile 1520. Per 3000 ducati, tre anni prima, l’artista aveva acquistato un prestigioso edificio progettato da Bramante, il palazzo Corsini (oggi non più esistente), dove avrebbe abitato fino alla morte.
[La Stampa]
-Deutsche Bank ha deciso di rimandare il rimborso di un bond Additional Tier 1 da 1,25 miliardi di dollari la cui scadenza era fissata per il prossimo 30 aprile. Decisione assolutamente lecita. I bond At1 sono strutturati per essere perpetui, ma possono essere richiamati dalle banche per essere rimborsati dopo un determinato periodo di tempo (in questo caso il 30 aprile appunto), qualora la banca lo ritenga necessario. Di norma le banche hanno sempre riscattato gli strumenti At1 alla prima finestra possibile. «È evidente, tuttavia, che in questa fase di alta volatilità e di profonda incertezza, la banca tedesca abbia preferito non rimborsare gli obbligazionisti, e abbia invece scelto di continuare a pagare una cedola».
[il Sole]
-A febbraio le vendite di auto in Cina sono diminuite del 79% rispetto a febbraio 2019. È la flessione più ampia mai registrata e il ventesimo calo mensile consecutivo.
-Per la prima volta dal 1962 l’Iran ha chiesto l’accesso immediato all’assistenza finanziaria del Fondo monetario internazionale per combattere il coronavirus.
-Test per il coronavirus effettuati finora negli Stati Uniti: 11.000. Popolazione degli Stati Uniti: 330 milioni di abitanti (sono dati citati dalla Cnn, che riporta quello che i dirigenti sanitari avrebbero riferito ai parlamentari americani).
-Scandalo in Spagna per cento milioni di dollari depositati nella banca svizzera Mirabaud a beneficio della fondazione Lucum che fa capo all’ex re Juan Carlos. Il donatore è il ministero delle Finanze dell’Arabia saudita. L’anno prima Juan Carlos aveva concesso il titolo di cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro al re saudita, scomparso poi nel 2015. Il versamento risale al 2008. La somma fu poi quasi interamente girata a Corinna zu Sayn-Wittgenstein, 55 anni appena compiuti, «una non qualunque nobildonna tedesca, divorziata dal principe Johann Casimir e chiacchierata per la sua amicizia intima con l’ottantaduenne Juan Carlos. Il destinatario finale – per 65 milioni – risulta Alexander, figlio diciottenne della principessa».
[CdS]
Azzerati gli sbarchi di migranti
«Il virus che dilaga in Italia fa molta paura anche dall’altra sponda del Mediterraneo. E così, dati alla mano, da due settimane si sono azzerate le partenze di migranti clandestini in partenza da Libia, Tunisia e Algeria. Zero. Non prendono più il mare gli scafisti libici, che notoriamente si tengono molto informati di quel che accade da noi e dosano sapientemente quanto cinicamente il rubinetto delle partenze. Sono scomparsi anche i barchini veloci che portano gente sulle coste della Sicilia o della Sardegna.
Al ministero dell’Interno, dove in questi giorni hanno ben altre preoccupazioni, non è sfuggita la tregua del mare. L’ultimo sbarco ingente è del 27 febbraio scorso, quando fu concesso l’arrivo a Messina di 194 persone, tra cui 19 donne e 31 minori. Erano a bordo della nave umanitaria Sea Watch 3».
[La Stampa]
-«Gli scafisti sono i primi a mettersi in autoquarantena».
[il Fatto]
Alitalia aumenta la cassa integrazione
In una comunicazione ai sindacati e al ministero del Lavoro, ieri Alitalia ha annunciato la messa in cassa integrazione straordinaria «con effetto immediato» di altri 400 dipendenti, oltre ai 1.020 cassintegrati in scadenza il 23 marzo (e per cui è stata chiesta una proroga al 31 ottobre). «La diffusione del Covid-19 – scrive la compagnia – sta producendo un impatto estremamente pesante sul trasporto aereo in Italia, ponendo le aziende di fronte a continue criticità quali le restrizioni decise da diversi paesi relativamente ai voli da e per l’Italia e le misure di contenimento definite dalle autorità nazionali».
«Intanto gli interessati alla compagnia fanno i preparativi per presentare la manifestazione d’interesse all’acquisto entro il 18 marzo. Il crollo del traffico per il Coronavirus non favorisce la cessione. Tuttavia Leogrande non ha modificato la tabella di marcia. Il gruppo che assiste German Efromovich, coordinato da Antonio Guizzetti, è al lavoro per presentare una proposta d’acquisto. Secondo fonti vicine all’imprenditore, Efromovich sarebbe disponibile a mettere fino a un miliardo di euro per il rilancio. In questa prima fase bisogna dimostrare la disponibilità di almeno 250 milioni. Nel luglio 2019 Efromovich si era proposto come quarto socio nella cordata di Fs-Mef-Delta. Però Mediobanca, advisor di Fs, lo scartò, ritenendo che non avesse i requisiti economico-finanziari, preferendogli Atlantia, alla quale Mediobanca è storicamente vicina. Stavolta l’advisor è Rothschild».
[Dragoni, Sole]
Pandemic bond
C’è anche una finanza che scommette sui virus: è quella dei “pandemic bond”, le obbligazioni sulle pandemie. Non c’è niente di complottistico: è uno strumento creato dalla Banca Mondiale nel 2017 per avere capitali pronti per Paesi in emergenza sanitaria, nel caso di diffusione globale di influenza, coronavirus (come la Sars e la Mers) o filovirus (Ebola). L’intento è lodevole: solo che il meccanismo, che ha raccolto 320 milioni, più altri 100 in derivati, da investitori internazionali (al 70% europei), non funziona. Non ha funzionato nel 2018 con l’epidemia di Ebola; e non sta funzionando con il coronavirus che provoca migliaia di vittime. Eppure la Banca Mondiale (più precisamente, il suo braccio finanziario per le epidemie, il Pef) paga interessi molto alti, dal 7% al 12% circa l’anno agli investitori, per disporre di questa assicurazione. Non funziona per l’astrusità delle regole del bond, a sua volta diviso in due categorie, o classi (la A, meno rischiosa, e la B, più speculativa). Le clausole sono molto stringenti e poco coerenti con le necessità di denaro immediato. Per esempio serve un certo numero di morti – 2.500 in un Paese e 20 in un altro – perché la malattia possa essere definita «pandemia». E serve che venga dichiarata dall’Oms entro 84 giorni dal primo caso.
Ora le condizioni ci sarebbero. Tanto che le quotazioni dei bond, che scadono a giugno, stanno crollando. Se si ritardasse oltre metà aprile nella dichiarazione di pandemia, il Pef dovrebbe restituire i 320 milioni agli investitori, che hanno anche incassato decine di milioni di interessi. E chi ha bisogno di soldi e aiuto, dovrà cercarli altrove. E comunque, anche se arrivassero, sarà troppo tardi: perché sarebbero serviti prima, per contenere la pandemia» [CdS].
di Nicola Dario