Per la costituzione repubblicana
Oggi 28 dicembre 2017 corre il settantesimo anniversario della morte del sig. Vittorio Emanuele Savoia (28 dicembre 1947), III della sua famiglia (che il nonno, in totale spregio dell’Italia, era diventato il primo re del nuovo stato mantenendo il titolo di Vittorio
Emanuele II di Sardegna). Per una singolare coincidenza della sorte, lo stesso signore scompariva il giorno successivo alla promulgazione della Costituzione Repubblicana – 27 dicembre 1947 –. I suoi nipotini non sono soddisfatti della sua attuale sepoltura in Italia. Non ci sono problemi! Se proprio non gradiscono, spendendo qualche soldino, hanno sempre la possibilità di replicare la famosa fuga. Riponendo il corpo da dove proveniva: Alessandria d’Egitto. Questa sì, una soluzione auspicabile!
Del resto, una lapide collocata sui muri di Ortona – il centro abruzzese da cui il sig. Savoia aveva imboccato la via dell’ardimentosa diserzione, prima che la stessa città fosse letteralmente sventrata dalla guerra – sottolineava un giudizio molto opportuno nei confronti del nutrito gruppo di fuga di cui il sig. Savoia era l’indiscutibile capo. Va sottolineato che l’iscrizione veniva apposta il 9 settembre 1945, prima dell’abdicazione di Vittorio Emanuele III avvenuta il 9 maggio 1946. Imperante ancora la monarchia, gli ortonesi superstiti gridavano al mondo il loro fortissimo monito repubblicano contro quel Vittorio che, in quel momento, era l’ultimo re d’Italia:
DA QUESTO PORTO
LA NOTTE DEL 9 SETTEMBRE 1943
L’ULTIMO RE D’ITALIA
FUGGI’
CON LA CORTE E CON BADOGLIO
CONSEGNANDO
LA MARTORIATA PATRIA ALLA TEDESCA RABBIA
ORTONA REPUBBLICANA
DALLE SUE MACERIE E DALLE SUE ROVINE
GRIDA
ETERNA MALEDIZIONE ALLA MONARCHIA DEI TRADIMENTI
DEL FASCISMO E DELLA ROVINA D’ITALIA
ANELANDO
GIUSTIZIA DAL POPOLO E DALLA STORIA
NEL
NOME SANTO DI REPUBBLICA
9 – 9 – 1945
Questa l’iscrizione originale non più esistente
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Questa è la copia oggi leggibile
Luigi Murolo