Ogni giorno attraverso il nostro smartphone, o da pc, grazie ai social network ci informiamo, comunichiamo, scambiamo messaggi con i nostri amici e condividiamo i nostri momenti personali. Ma sappiamo come funzionano questi programmi?
La gratuità del servizio è davvero tale o abbiamo un prezzo implicito da pagare?
Prima di analizzare brevemente il funzionamento delle dinamiche economiche che sono alla base del modello di business dei social network è utile fare una distinzione tra i concetti di social media e social network dato che spesso – oggi – questi termini vengono usati come sinonimi. Per i primi si intendono tutte quelle piattaforme create sull’ideologia del Web 2.0 e che si basano sulla produzione e sulla condivisione dei contenuti da parte degli utenti. Mentre per social network intendiamo solo una particolare categoria di social media, ovvero solo quei servizi che permettono la gestione e condivisione della propria rete sociale reale. I social network infatti non sono altro che delle reti virtuali composte da nodi e legami, per nodi intendiamo tutti i partecipanti alla rete mentre per legami le interazioni intercorrenti tra questi ultimi.
Chiarito il primo concetto possiamo analizzare brevemente i modelli di business che caratterizzano i social network attuali. Da un lato vediamo il modello c.d. freemium, cioè una parte del servizio viene offerto gratuitamente mentre l’altra parte è offerta previa sottoscrizione di un abbonamento come ad esempio LinkedIn. Dall’altro lato vediamo il modello gratuito, cioè il servizio viene offerto gratuitamente, come ad esempio Facebook o Instagram.
Si vuole sottolineare come l’ultimo modello preso in analisi sia quello più in uso oggi, e come questo modello sia quello che porta con sé maggiori criticità. Infatti, quando noi ci iscriviamo ad un social network, più o meno consapevolmente, rilasciamo l’autorizzazione al gestore della piattaforma al trattamento e commercializzazione dei nostri dati personali. Questa transazione di natura non economica ha delle problematiche implicite. Vediamo come i dati stanno diventando fondamentali al centro del modello economico presente in rete e come la loro estrazione sta trasformando queste aziende sempre più in piattaforme che uniscono gruppi di utenti.
L’estrazione dei dati viene sfruttata da queste aziende in tre modi: vendita di pubblicità mirata agli inserzionisti; costruzione di offerte personalizzate ai propri clienti sviluppate in base a modelli predittivi di comportamento; e infine vendita di dati grezzi a società terze. Ma cosa sono questi dati? E perché oggi sono così importanti?
I dati che vengono raccolti attraverso vari modi sono tutti i processi, ricerche, contenuti che produciamo/ cerchiamo in rete, in sostanza sono la trasposizione virtuale di noi stessi. In questi termini quindi possiamo capire le criticità che possono emergere. In primo luogo, potrebbe verificarsi una parziale perdita della privacy data dalla tracciabilità di ogni nostra azione.
In secondo luogo, potrebbe avvenire che la continua personalizzazione delle ricerche potrebbe portare a fenomeni come le “bolle di filtraggio” o a “camere dell’eco”. Questi fenomeni non avrebbero solo dei costi individuali ma soprattutto sociali, si pensi all’informazione tramite social network. Molti studi infatti, hanno dimostrato come la struttura di queste piattaforme porti naturalmente alla formazione delle “camere dell’eco” all’interno delle quali le proprie ideologie si confermano e si estremizzano.
Infine, si potrebbero verificare delle problematiche circa la sorveglianza non solo economica, basti vedere il caso Snowden.
La riflessione che vogliamo stimolare è riflettere sul costo reale dei social network, e se davvero siamo disposti a pagare un costo cosi alto in termini di sorveglianza commerciale e non.
Angelo D’Angelo