Le sorgenti d’acqua non possono essere trattate alla stregua delle “pozzanghere”
Piu’ volte ultimamente, leggendo giornali nazionali e locali, mi sono chiesta come un giornalista sceglie la notizia e soprattutto il titolo da dare al suo articolo.Non sono del mestiere e quindi probabilmente se dovessi scrivere sceglierei sempre di raccontare il bene,
fosse anche solo perché credo che la stampa sia essa on line che cartacea può comunque essere un canale educativo importante. Mi dicono però che esiste il diritto di informazione “nel rispetto della verità sostanziale dei fatti”, se fosse vero come d’altronde sembra che sia io continuo a chiedermi perché informare solo su fatti negativi e mai o molto poco su quelli positivi.
Ovviamente in premessa preciso che questa constatazione non vale per tutti i giornalisti, non faccio nomi perché mi sarebbe sicuramente contestata l’amicizia e la stima particolare che ho per alcuni di loro, ma in questo caso veramente c’è qualcuno che grazie al cielo fa la differenza.
Non ci sono fatti precisi a cui mi riferisco, e non scrivo per difendere una scuola o una realtà sociale a cui personalmente appartengo, cosa che in passato avrei voluto fare rispetto ad alcune informazioni rese e commentate, ma ho lasciato che il silenzio e gli eventi parlassero per me, ora però da difendere sono i giovani e non posso tirarmi indietro.
Le sorgenti d’acqua non possono essere trattate alla stregua delle “pozzanghere”.
E i giovani sono sorgenti d’acqua, con tutta l’irruenza che gli è naturale, con la voglia di disegnare da soli il proprio percorso, con la freschezza della novità e dello stupore, e anche con i loro rivoli senza sbocco e le loro cascate fragorose.
Lavoro con loro da sempre, e sempre vorrei incoraggiare il loro entusiasmo, la loro voglia di impegnarsi, il loro desiderio di giustizia sociale, di solidarietà, di amicizia vera e non solo virtuale, la loro disponibilità a sporcarsi le mani per gli altri, per un progetto, per un ideale.
Perché su questo nessuno, o quasi, scrive mai?
Il Bene non fa piu’ notizia? Allora la notizia non la si sceglie per garantire il diritto di informazione, ma solo per fare numeri o avere titoli nazionali?
Domenica 16 dicembre - 20 giovanissimi hanno detto sì al loro impegno a servire sull’altare. Un servizio umile, non altisonante, ma che insegna nei gesti e nel significato la condivisione e il sacrificio. Chi ne ha parlato?
Ieri oltre 60 adolescenti hanno incantato con il suono della loro orchestra un’intera platea, quanti giornalisti c’erano?
Un gruppo di giovani del nostro paese gioca a calcetto di domenica pomeriggio con altri giovani provenienti però da molto lontano e per i quali un campetto verde è un miraggio. Chi lo sa?
Sono solo tre esempi di fatti veri avvenuti a San Salvo in contesti tutti diversi tra loro e realizzati nell’ambito di realtà sociali anche differenti che avrebbero davvero meritato un titolo sulla stampa nazionale, come meriterebbero di essere raccontate le storie di tanti giovanissimi che spendono il loro tempo per i piu’ piccoli, nei giorni feriali, ma anche in quelli festivi ed estivi, magari per mettere su una recita, per aiutarli a fare i compiti, per un campo scuola, o per insegnare l’italiano a chi lo parla appena.
Ci sono giovani - issimi che passano il pomeriggio a fare compagnia agli anziani o a giocare con bimbi disabili.
Ci sono giovani – issimi che scelgono di impegnarsi nell’arte, nella musica, nello sport ed anche nel teatro.
Ci sono giovani – issimi che con entusiasmo presentano ai coetanei in orientamento la loro scuola perché vogliono raccontare che li veramente hanno trovato chi vive l’insegnamento non come riempire un vaso, ma come accendere un fuoco.
Ci sono giovani - issimi che investono i loro risparmi in viaggi studio, in esperienze di volontariato all’estero, in gemellaggi internazionali, o anche solo per partecipare ad una Giornata Mondiale della Gioventù oltre oceano pur di dire il loro sì a scrivere una storia dell’umanità diversa.
A questi giovani –issimi dobbiamo dare voce, perché possano coinvolgere con la loro forza anche il compagno piu’ fragile che sembra non scegliere sempre il bene, ma che sempre potrà farlo se non viene etichettato e giudicato, quando si cade c’è sempre la possibilità di rialzarsi, mai, dico mai, non dare questa certezza all’uomo in qualsiasi fase della sua vita.
A quelle realtà scolastiche e sociali che provano, a volte anche con difficoltà, ad educare le nuove generazioni anche e soprattutto quella parte che ha meno opportunità, dovremo tutti dare il nostro sostegno e quando non è fattibile, potremo offrire almeno il silenzio da commenti inutili e aridi, consapevoli che la vera emergenza riguarda più noi adulti che i giovani perché la responsabilità educativa è nostra e della società intera.
Io sono e rimango dalla parte dei giovani e di chi con loro e per loro sceglie di donare il suo talento, la sua vocazione, il suo tempo ed il suo impegno.
A loro dico con parole non mie:“ Cari giovani dovete avere il coraggio di andare controcorrente… Sentitevi chiamati a cose grandi….. Scegliete il bene ed il buono perché la bontà attira e apre il cuore!” e aggiungo raccontate con la vostra vita la BELLEZZA, perché la BELLEZZA salverà il mondo. E io ci credo.
Stefania Ciocca